MOBY DICK A PORTOFINO
Ringrazio i colleghi Aldo CAPURRO e Piero PERUCCHINI, pescatori sub di
fama nazìonale, per avermi suggerito le immagini di questo elzevirino a
proposito di una cernia quasi mitica che da non si sa quanti anni si rifugia
tra i coralli, le trasparenze e le avventure sottomarine del promontorio di
Portofino.
Alla metà di maggio le cernie, come ogni anno, sono tornate a Portofino,
nascondendosi con infinita malizia tra le sottane merlettate della celebre
punta: hanno lasciato il mare aperto che avevano raggiunto in settembre per
cercare acque più calde e più tranquille e così vivere la grande stagione
degli amori, e con la loro figliolanza hanno rioccupato gli anfratti, le
caverne, le crepe subacquee del promontorio.
Di sicuro anche Moby Dick o, meglio, quella che tutti chiamano con
confidenza e rispetto "la cernia del faro", è tornata nel suo covo, ma fino
ad ora nessuno (a cominciare dai "nostri" Capurro e Perucchini, che pure
conoscono queste acque come le loro tasche) ha incontrato la ormai popolare
cernia che da molti anni riempie i discorsi e le immaginazioni dei
pescatori, sub e non.
Si dice che il pescione pesi certamente più di quaranta chili, e che sia
lungo un metro e mezzo! Ics l'ha avvistata almeno una dozzina di volte,
Ipsilon l'ha inseguita per almeno trenta secondi. Zeta (ecco, mi sembra di
aver capito che se c'è al mondo gente permalosa, sempre con il nasino
arricciato ed i nervi a fior di pelle, sono proprio i pescatori sub; quindi
è meglio non fare nomi, tanto più che qui si tratta di testimoni di grande
prestigio sportivo ed anche professionale), Zeta dunque in un momento di
debolezza ha confessato di averla mancata almeno due volte, e si sta ancora
mordendo le mani sia per la quasi incredibile coppia di padelle sia per
l'imperdonabile confessione; e poi sarebbe troppo lungo fare l'elenco di
coloro che l'hanno vista affacciata con il suo muso grigiochiaro ad uno
degli ingressi della sua tana (un ingresso è a circa diciotto metri di
profondità, un altro è sui venticinque metri, appunto proprio sotto il faro
di Portofino). Infine i più sono convinti che, se qualcuno riuscisse davvero
ad infiocinarla, la cernia sarebbe capace di scrollarsi di dosso il dardo
come chi si tolga dall'occhiello un garofano non più fresco . . .
Insomma, una Moby Dick bell'e buona in versione rivierasca, una forza della
natura (gentile? o malvagia? ) con quel tanto di allegoria, di prodigio e di
consistenza fantastica che Herman Melville ha attribuito alla sua
affascinante balena.
Felice Ballerò (Genova)
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