Dal Notiziario del  Circolo del Personale della Banca Commerciale Italiana numero 42 del 1972
 

 


 

MOBY DICK A PORTOFINO


Ringrazio i colleghi Aldo CAPURRO e Piero PERUCCHINI, pescatori sub di fama nazìonale, per avermi suggerito le immagini di questo elzevirino a proposito di una cernia quasi mitica che da non si sa quanti anni si rifugia tra i coralli, le trasparenze e le avventure sottomarine del promontorio di Portofino.



Alla metà di maggio le cernie, come ogni anno, sono tornate a Portofino, nascondendosi con infinita malizia tra le sottane merlettate della celebre punta: hanno lasciato il mare aperto che avevano raggiunto in settembre per cercare acque più calde e più tranquille e così vivere la grande stagione degli amori, e con la loro figliolanza hanno rioccupato gli anfratti, le caverne, le crepe subacquee del promontorio.
Di sicuro anche Moby Dick o, meglio, quella che tutti chiamano con confidenza e rispetto "la cernia del faro", è tornata nel suo covo, ma fino ad ora nessuno (a cominciare dai "nostri" Capurro e Perucchini, che pure conoscono queste acque come le loro tasche) ha incontrato la ormai popolare cernia che da molti anni riempie i discorsi e le immaginazioni dei pescatori, sub e non.
Si dice che il pescione pesi certamente più di quaranta chili, e che sia lungo un metro e mezzo! Ics l'ha avvistata almeno una dozzina di volte, Ipsilon l'ha inseguita per almeno trenta secondi. Zeta (ecco, mi sembra di aver capito che se c'è al mondo gente permalosa, sempre con il nasino arricciato ed i nervi a fior di pelle, sono proprio i pescatori sub; quindi è meglio non fare nomi, tanto più che qui si tratta di testimoni di grande prestigio sportivo ed anche professionale), Zeta dunque in un momento di debolezza ha confessato di averla mancata almeno due volte, e si sta ancora mordendo le mani sia per la quasi incredibile coppia di padelle sia per l'imperdonabile confessione; e poi sarebbe troppo lungo fare l'elenco di coloro che l'hanno vista affacciata con il suo muso grigiochiaro ad uno degli ingressi della sua tana (un ingresso è a circa diciotto metri di profondità, un altro è sui venticinque metri, appunto proprio sotto il faro di Portofino). Infine i più sono convinti che, se qualcuno riuscisse davvero ad infiocinarla, la cernia sarebbe capace di scrollarsi di dosso il dardo come chi si tolga dall'occhiello un garofano non più fresco . . .
Insomma, una Moby Dick bell'e buona in versione rivierasca, una forza della natura (gentile? o malvagia? ) con quel tanto di allegoria, di prodigio e di consistenza fantastica che Herman Melville ha attribuito alla sua affascinante balena.
Felice Ballerò (Genova)

 

 

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Piazza Scala - gennaio 2010