Piazza Scala News
  aprile 2009

 

GITA A FRASCATI
(Prima parte)

Cosa vuol dire  accontentare il marito che,
per una semplice e breve gita fuori porta,
preferisce il trenino locale piuttosto che la
comoda macchina.

ROMA - Domenica 31 maggio 2000 – h 7,30 

 Da poco alzata dal letto, occhi assonnati, Luisa sta sorbendo con gusto il suo caffè.
- Ce la facciamo a prendere il treno delle h 8,35 per Frascati? – esordisce Giacomo il marito anche lui con la tazzina in mano.
- Il trenooo? - risponde frastornata Luisa
Mio marito  farnetica – pensa – ma che sta dicendo?.
- Non hai detto ieri che volevi andare a visitare le Ville   Tuscolane a Frascati? – insiste lui.   
- Si, ma, per carità, siamo a Roma non a Canicattì! Andiamo in macchina, certamente non col treno!
- Ah no? Allora niente. Con la macchina non ci vengo. E poi ci sono in giro le prove del giubileo. E poi restiamo imbottigliati nel traffico. E poi chissà se troviamo posteggio.
- Le prove del giubileo erano ieri e poi in fondo non è successo niente di che. La gente è andata in giro lo stesso.
- No e  no. Se vuoi andare sono disponibile, però o col treno   o  niente.     
- Mezzora di macchina da qui a Frascati e dovremmo andare col treno? E’ allucinante!
- O treno o niente.
Giacomo é irremovibile.
«Oggi, 31 maggio – pensa velocemente Luisa - ultimo giorno di apertura delle Ville Tuscolane con visite guidate gratuite più servizio di trasporto con pulmini-navetta. Mi sembra una buona organizzazione. Le vorrei vedere le ville. Che faccio?»
Nella sua memoria velocemente scorrono vari penosi ricordi con desolanti immagini di disastrosi brevi viaggi così decisi dal compagno della sua vita su qualche treno locale.  Elenco esperienze penose:
1) snervanti ritardi dei treni;
2) estenuanti  attese   in  squallide  sale d’attesa  di  squallide  stazioni; 
3)  algide attese sui marciapiedi fra i binari    al  vento e alla pioggia;  
4) Orripilanti toilettes, alla bisogna, sporche e maleodoranti.
- Ma chi ce lo fa fare ad andare col treno – cerca di essere suadente, la  voce  accorata -  E’ così vicina Frascati!
Giacomo muto. Niente da fare.
«Ultimo giorno di apertura delle Ville – pensa ancora Luisa - Devo cedere o non le vedrò».
- Almeno andiamo con la macchina fino alla stazione.
- Non se ne parla,  prendiamo un taxi.
«Io queste strane uscite di mio marito – rimugina Luisa - non le ho mai potute capire. Se gli  chiedo il perché magari mi risponde che nei dintorni della stazione é più facile che ci rubino la macchina. Boh! Per me le macchine le possono rubare dappertutto».
- Sei il solito masochista – borbotta – anzi sado-masochista, più fai le cose all’insegna della scomodità e più provi piacere. E ci spendi pure soldi. Beh va bè, a che ora è ‘sto treno per Frascati? – Luisa suo malgrado ha ceduto.
- Quello delle h 8,35 naturalmente non riusciamo più a prenderlo, il prossimo (tutto questo con l’orario ferroviario in mano, espressione saccente) è alle h 10,30.
- Sono le nove. E va bene, prendiamo quello.
Ipse dixit.
Alla stazione lunga fila allo sportello per i biglietti.
Sul quadro delle partenze, passano dieci minuti… venti… Frascati non compare.
- Non avrai visto male l’orario?
- Ma non dire sciocchezze. Lo so guardare l’orario io, è una vita che leggo gli orari ferroviari – risponde Giacomo con sicumera.
 Scorrono sul cartellone le varie  destinazioni, ma Frascati  o Ciampino niente. Il mio compagno decide di fare la fila all’ufficio informazioni per chiedere delucidazioni.
Al suo ritorno:
- Mi hanno detto che in questo mio orario ferroviario comprato a settembre c’è un errore – riferisce  – succede raramente ma è così. Hanno scritto h 10,30 e invece quel treno parte, alle h 9,30. E comunque oggi è domenica e quello é  un treno che parte solo nei giorni feriali!
Luisa si sente un po’ confusa. Ragiona mentalmente e velocemente e percepisce nel suo intimo un leggerissimo e ragionevolissimo dubbio. «E’ possibile che un orario ferroviario sia errato? – pensa - Non mi pare. Non è mai capitato.Vuoi vedere che ha guardato male l’orario e non vuole ammetterlo? Qualcosa non mi quadra, però devo scegliere il silenzio in mancanza di prove certe».
- Se vogliamo partire – aggiunge sadico il marito – il prossimo treno è alle h 11,30. Che decidi? E’ tardi? – tenta di dissuaderla.
- Beh, già che ci siamo, aspettiamo – dice Luisa con decisione. E, visto che ancora sono le h 10, andiamo a prendere un cappuccino e poi andiamo a visitare la Sala Ottagona qui vicino, quella che in illo tempore doveva essere il calidarium delle terme di Diocleziano, so che è molto interessante, con delle enormi statue in bronzo, tipo bronzi di Riace.
Escono dalla stazione. Cappuccino al bar di Via Marsala e poi s’incamminano verso  Piazza Esedra. Superata  Santa Maria degli Angeli, ecco la Sala Ottagona.
- Il biglietto d’ingresso per la Sala Ottagona dovete farlo a Palazzo Massimo –  dice all’ingresso una ragazza sorridente con i denti in fuori.Tornano indietro delusi fino a Palazzo Massimo poco distante.
- Beh,  già che ci siamo restiamo a visitare questo palazzo in cui sono conservati parte dei reperti del Museo Nazionale Romano – propone Luisa.
Belle teste di imperatori o di senatori romani, belle monete anche del tempo della Repubblica romana. Il tutto però, nella circostanza, è molto palloso.

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