Finalmente
Juan Diego Florez ha affrontato il ruolo di Nadir. Non dimenticando che il
grande tenore peruviano ha solo 39 anni, il mio "finalmente", giunge con
qualche anticipo, ma in linea con quanto è stato programmato da Jdf e da
Ernesto Palacio. Il successo arriso all'interprete è stato caldo,
appassionato, eccezionale. Specie durante la serata di apertura. Il 18
giocavano a calcio sia la Spagna che l'Italia e quindi molte erano vuote. Ma
il Teatro Pérez Galdòs era easurito ieri sera e così lo sarà fra due gg.
Purtroppo le mie trasferte a Gran Canaria ed in precedenza a Berlino, Roma e
Milano, sono terminate e Cornero permettendo, purtroppo vedo allontanarsi
l'età della pensione. Quindi basta mare: lunedì si ricomincia, in attesa di
Pesaro.
Ciò che ho letto su El Pais è sostanzialmente corretto. Esprimo però il mio
parere sulla serata del 18. Quel che scrivo parla di un cantante lirico nato
per questo lavoro; la lucentezza della sua voce appare come lama scagliata
in cielo. L'aria molto famosa del primo atto, Je crois entendre encore, deve
essere ancora disegnata sulle corde di Florez, specie per quel che riguarda
la respirazione. Ma il giorno 18 l'ha cantata meglio del 15, ottenendo un
lunghissimo applauso. Migliorerà di ora in ora, di giorno in giorno e saprà
con intelligenza e classe trovare la giusta soluzione per il suo tipo di
vocalità. E' del Capricorno: punta alla perfezione, e per far questo
s'impegnerà come nessun altro avrebbe il tempo e la costanza di fare. Il suo
duetto con il baritono è stato musicalmente perfetto e tutto il resto della
sua performance, non ha che esaltato la luminosità dello smalto, la
sottigliezza del colore nelle mezze voci. Florez ha il dono del canto e
grazie alla purezza della sua linea, ha emozionato perchè la voce assumeva
(il giorno 18). una certa emotività e dolcezza che trasmetteva al pubblico,
specie offrendo sfumature spettacolari, nonostante l'inconfondibile timbro,
che risolve sempre come nessuno al mondo, con stile e signorilità, una
tessitura altissima cantando tutto in tono la partitura. Una partitura che
mette alla prova sia Zurga, Vasily Ladyuk, che Patrizia Ciofi, e Felipe Bou,
rispettivamente Leila e Nourabad.
Patrizia Ciofi ha cantato come sempre: correttamente, sfoggiando anche
momenti eccellenti con piani e pianissimi cui seguivano agilità da applausi.
Anche gli acuti sono stati centrati senza apparente difficoltà, ma le
caratteristiche della sua tecnica, non prevedono un'esplosione rotonda e
scattante; sembrano essere raggiunti in salita. A volte c'è più intensità
che espressività. Qualche filato o pianissimo pareva un eccesso di
insicurezza, quando credo che potesse emettere il suono a voce piena.
Ovviamente questo è il mio parere. Insomma la Ciofi che ti aspettavi.
Il giovane baritono russo Vasily Ladiuk ha ottenuto un grande successo.
Ascoltato a Torino nel Boris, egli ha rispettato l'attesa. E 'un grande
cantante, ha voce chiara e sonora, capace di dolcezze. Bravo negli acuti,
duetta da professionista affermato con Florez. Quando deve essere dolce la
voce chiara è sonora, flessibile. Bravo nell'emettere il suono in tutti i
registri.
Applausi per Abel. Non cito nulla dell'allestimento che presentava qualche
incongruenza nella parte che riguardava i costumi. Il clima era esotico, ma
a volte dava il senso dell'incompiuto. Occorrerebbe sapere quanto fosse il
budget a disposizione e soprattutto quanto siano le dimensioni del
palcoscenico.
Bellissime le ballerine. Chi mi accompagnava mi dice che anche i ballerini
avevano un bel fisico.
La presenza di Florez a Gran Canaria, non impedisce certo che si esibiscano
qui altri tenori di prima grandezza, o in procinto di diventare tali come
Celso Albelo. Non dimentico ovviamente la cara Desire Rancatore che in un
certo senso, (quello vocale), mi è mancata.
Jdf è atteso con la parte di Nadir, a Madrid e a Montecarlo. Sono certo che
sarà trionfale.
Maurizio Dania - 22 giugno 2012