Piazza Scala

 

     STORIA DI IERI E REALTA’ DI OGGI    
 

 

Quelli della mia generazione ricordano lo splendore di questa azienda che costituiva un importante polo di attrazione per  tutte le province, non solo del Veneto,  che organizzavano addirittura delle gite per visitare il complesso, fiore all’occhiello della nostra realtà locale.

Quando ci si arrivava, normalmente a fine settimana,  sembrava di entrare in una realtà surreale ove la tranquillità, l’aria buona, frizzante,  l’ordine, l’accoglienza e diversi altri ingredienti, non esclusi  quelli legati soltanto al malto per produrre la famosa bevanda,   costituivano un quadro tutt’altro che negativo. Pareva insomma che, arrivati lì, anche il fisico stanco dalle fatiche del lavoro settimanale e del viaggio per arrivarci, improvvisamente si rigenerasse.

 

Ora non è più così: tutto è cambiato, dalla proprietà al sistema gestionale. Lo splendore di allora di questa importante istituzione si è trasformato infatti in una realtà molto convulsa, piena di vivace confusione e  rumore nella quale è difficile assumere la preziosa bevanda in tranquillità:  motociclette, spintoni, fumo, vociare, cameriere che passano con le vivande attraverso la gente, costituiscono l’aspetto criticabile (ma non certo dal punto di vista economico, anzi !)  di questa  famosissima azienda di Pedavena. Dico subito, a scanso di equivoci,  che il gestore, Lionello Gorza, tra l’altro mio amico,  è bravo e ci sa fare, eccome, a vantaggio però di un’affluenza sin troppo eclettica e vivace, tale da poter dire che le persone della mia età notano una forte differenza rispetto alla gestione dei vecchi proprietari, i fratelli Luciani.    

Insomma, diciamola tutta  e senza mezzi termini: anni fa,  la Birreria dei Fratelli Luciani , era frequentata  da persone che, senza togliere niente a nessuno, davano uno smalto diverso all’azienda, lasciando anche allora molto denaro; oggi per queste persone, industriali, manager, gente arrivata ecc.ecc., o anche intere famiglie che facevano la cosiddetta “scampagnata”, il discorso non è più fattibile nei termini di allora perché l’ambiente non è più consono alle esigenze di tranquillità, di ordine, di relax,  di comodità ed altro.

Oggi, al contrario, entrano tantissimi giovani (beati loro !)  in tuta motociclistica, in abbigliamento “casual”, moltiplicando il lavoro degli addetti, in un clima che sarebbe stato assolutamente inconcepibile anche nel recente passato. E ciò, grazie ad una gestione attiva, intelligente ed assolutamente organizzata  sotto ogni aspetto.

Non voglio certamente fare di ogni erba un fascio in quanto amo i giovani, né voglio proibire a loro di entrare in Birreria (Dio mi castighi se penso a ciò), ma mi par di poter dire con estrema franchezza che la Birreria ha negli ultimi lustri perso solo quello…smalto d’élite (diverso dal malto per fare la birra, scusate un po’ di humour) che potrebbe essere oggi indirizzato verso meeting internazionali,  convegni ad alto livello, dato che lo spazio è grandissimo in una posizione incantevole, e che non mancano certo le strutture tecnologiche..  Ma si sa, al giorno d’oggi, con la cultura si corrono rischi…ed il gestore, persona intelligente e capace professionalmente,  fa bene a seguire la linea in atto, che sicuramente rende moltissimo, anche nell’interesse del piccolo Comune di Pedavena, a soli tre chilometri dal Comune di Feltre.

 

Fatta questa premessa che, certamente, risente anche della mia età non più giovane, va detto che la Birreria Pedavena oggi è il maggior luogo di attrazione di quasi tutta la provincia di Belluno, sia per i prezzi molto e molto convenienti, ma anche perché - senza nulla togliere alle altre realtà locali - essa è molto accogliente ed estremamente veloce nel servire menù di ogni tipo.  Le cameriere infatti, oltre ad essere tutte belle e giovani, macinando chilometri all’interno delle varie sale, “sgambettando” ad altissima velocità,  ed ostentando sicurezza e molta simpatia.

 

La struttura è stata realizzata sul finire degli anni ‘ 30 ed è così caratterizzata. C’è un atrio ove si possono gustare in piedi birre deliziose, fra cui quella famosa del centenario. Poi si entra nella sala degli affreschi con circa 200 posti a sedere, che è il posto più frizzante perché di sera è anche pub. Poi la Sala degli elefanti, contraddistinta da un arredamento di inizio Novecento con altri 250 posti a sedere, ove si festeggiano matrimoni, si fanno pranzi, riunioni di ogni tipo, poi ancora una saletta riservata che è un vero gioiellino, interamente affrescato in stile veneziano. Poi una grande veranda per oltre 250-500  posti ed un parco giardino-immenso.  Campi da tennis, di bocce e parco giochi per bambini.

La produzione è molto elevata tanto che la “Birreria Pedavena” può considerarsi a pieno titolo la birreria più grande d’Italia.

Se mi è consentito una amichevole promessa-impegno, va da se che i colleghi che scrivono su Piazza Scala, saranno miei ospiti in questa Birreria, che dista dalla mia dimora circa tre chilometri, ove avessero a fare una  “capatina”  dalle mie parti.

 

Arnaldo De Porti- settembre 2011

 

 

Appendice all’articolo sulla Birreria Pedavena.
Pochi minuti fa, non possedendo delle foto aggiornate sulla Birreria Pedavena, ho voluto fare una corsetta fin lì allo scopo di avere del materiale fotografico più fresco. E lo si vede, dalle date costruite con apposite piante all’interno del Parco. Più fresche di così !
Vuolsi il caso che entrato in Birreria mi imbattessi con alcuni amici che, alle 15.45 stavano…ballando, con un caldo intorno ai 30 gradi. Naturalmente mi sono fermato ed ho promesso loro di raccontare questo evento organizzato dall’Auser di Feltre, ente che raccoglie persone anziane, pensionati in genere, per far loro trascorrere qualche ora in allegria. Le foto ne sono una bella testimonianza. Oltre agli esterni della Birreria, si assiste alle danze, dirette dal dj. Damiano di… Milano, per cui mi pare abbastanza indicato che ciò vada registrato su Piazza Scala.

Arnaldo

 

 

 

 

 

 

Galleria di fotografie (cliccare sulle miniature per ingrandirle)

 

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Piazza Scala - settembre 2011