Roberto Cardone, il maestro friulano ex Comit che vive a Ponsecco in prossimità di Udine ha ricevuto l'ennesimo riconoscimento!
Infatti nel numero di gennaio la rivista LA MAPPA DEI TESORI  D'ITALIA (per sfogliare il periodico on line cliccate qui)  gli ha dedicato diverse pagine. 

Come noto si tratta di una rivista molto prestigiosa per la promozione delle eccellenze italiane nel mondo. E' patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Ministero degli Esteri e dallEnit. L'edizione cartacea viene inviata a tutte le personalità istituzionali ( politiche, economiche, culturali etc.), del mondo ed è edita in lingua italiana ed inglese. L'edizione informatica è pubblicata in ben trentacinque lingue ed ha una diffusione mondiale.

Il fatto che abbiano scelto i quadri di Roberto per rappresentare, tra le altre negli altri settori,  l'eccellenza del Friuli Venezia Giulia (cui è stata dedicata l'edizione che ci occupa) è  estremamente significativo e gratificante.

Provate a dare un'occhiata al sito di Roberto: www.robertocardone.com

Clicca qui per visualizzare il profilo di Roberto.
Piazza Scala - febbraio 2009

 

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Artisti alla ribalta: Roberto Cardone (da LE MAPPE DEI TESORI D'ITALIA on line - anno 1 n. 2)

Silenzioso, calmo, pacato. è un moto interiore che allunga i suoi margini sino al cielo, là dove le nuvole tanno gran scena della loro potenza, in un reboante concerto di blu e grigi, l'aria salmastro e la salsedine pizzicano il naso e tirano la pelle del viso, come se fossimo davvero sullo laguna di Grado e, invece, sono le poesie su tela di Roberto Cardone.
Che un quadro potesse suscitare tanta emozione ce l'hanno insegnato in passalo gli Espressionisti, con immagini forti, crude e violente, ma che si potesse dire tanto senza aggredire lo sguardo, che bastasse il muto logorante impegno di queste schiene curve sulle reti, non si era mai visto.
Sono straordinarie finestre aperte sul paesaggio, ma non si creda, annoiati alla sola parola, di finire in flash già visti, tutto è nuovo, non occorre una montagna, non il verdeggiare della chioma di un albero, là, a parlare, sono interminabili distese di un mare lunare, lentigginoso, reale e irreale nel medesimo istante.
Così la Natura nei quadri di Cordone non è mai un fondale, l'olio tirato a velature leggere suggerisce i riflessi dell'acqua e l’impalpabilità dell'aria, negando la materia concreta del colore, la scena, nel suo distendersi, semplice agli occhi di chi la guarda, è la cassa di risonanza di un sentimento, la traduzione di una poesia interiore, che Cardone esplicita anche nella forma scritta.
Non di rado, infatti, le composizioni sono accompagnate da versi che ne esplicitano i contenuti, poesie che svelano un uomo profondamente legato alla quotidianità e al valore universale del lavoro, ma che del resto da quel lavoro sa cogliere il lato immaginifico. Così di contro si ritrova un pittore, realista, che cerca di negare il sogno, facendosi modestamente critico di se stesso, cantore dell'Umano. In queste opere si ritrova quell'Umanesimo profondo, senza denunce, colto nel suo spirito essenziale, immortalato nei volti senza viso e nelle schiene inarcate su reti perennemente vuote che talvolta rassomigliano a distese autonome e vitali.
In ciascuno di quegli uomini è possibile identificarsi, è possibile leggere l'introspezione dell'autore che confessa di abbandonarsi al fluire della musica di Baldan Bembo ed Elton John per impostare il colore, e scegliere, in base al ritmo, la pastosità.
La nuova figurazione imposta le sue basi in un ritorno a un realismo senza tempo, collocato a livello spaziale a chilometri di distanza dalla routine chiassosa delle grandi città, ma attraverso immagini evocative di scorci lagunari dove il tempo perennemente uguale a se stesso, è scandito dal ritmo delle maree o dal lavoro del vento, in un generale revival del 'Tradizionale' che investe ogni aspetto della nostra realtà, dall'enogastronomia alla musica, s'inserisce perfettamente il lavoro di questo grande artista, che tuttavia, è vigile conservatore di uno spirito autentico mai dettato dalla moda, sostenitore di se stesso, fuori delle grandi rotte dello commercializzazione o dalle leggi del mercato. Una vita dedicata a uno passione che l'ha costretto a dipingere di notte a far convivere lo spirito dell'artista con quello del personaggio istituzionale profondamente inquadrato, un curriculum straordinario che ha portato le sue opere in giro per il mondo da Londra a New York da Roma a Ferrata senza dimenticare mai la terra d'origine che lo ho ripagato con incredibile partecipazione di pubblico alle sue mostre di Udine, Venezia e Trieste fanno di Roberto Cordone il poeta delle persone comuni e un grande comunicatore. Nelle tele, infine, tra Sièlo e Mar (titolo, per altro, dell'ultima fortunatissima antologica conclusasi o maggio scorso a Trieste) c'è lo spazio delle aspirazioni, su quel confine di orizzonte s'impone, ogni volta, l'incognita del viaggio.

 

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Piazza Scala - Febbraio 2010