RIDIAMOCI SOPRA!
Arnaldo De Porti risponde a Giacomo Morandi (cfr.
"Il libro della V classe elementare").
Piazza Scala - gennaio 2010
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Addì, 30 giugno 1942 E.F. (segni
alfabetici, E.F, che stavano a significare “era fascista”.)
SL’anno scorso, anzi no, volevo dire circa… 70 anni fa, anch’io
come Giacomo Morandi, ho fatto una breve esperienza sotto il fascismo, alias
sotto il Duce Benito Mussolini.
Ero in prima elementare e frequentavo le elementari in un complesso un po’
fatiscente del veneziano, esattamente in località Carpendo. Ricordo che su
questo complesso, in alto, sulla facciata esterna, c’era una scritta a caratteri
cubitali su marmo che recitava :
“CREDERE, OBBEDIRE, COMBATTERE”,
con a lato l’immancabile immagine del Duce e del logo del
fascio.
Mi accompagnavano a scuola con in dosso un grembiule nero
che, nella manica destra, riportava una striscia cucita a
mano che indicava la classe “I”, e cioè prima elementare.
Uniche poche cose, queste che, a fatica ricordo.
Ciò che invece ricordo molto bene, erano le adunate del
cosiddetto “sabato fascista”, durante le quali i “Figli
della Lupa” (ed io ero uno di questi, sia pur per
costrizione mussoliniana) dovevano tutti indossare una
divisa così concepita: pantaloncini corti grigio-verdi,
camicia nera e fazzoletto blu attorno al collo, ed altri
fronzoli di cui non ricordo il nome.
Va detto subito che se qualcuno non partecipava alla adunata
erano guai per i genitori. Tutto si risolveva con qualche
marcetta al suono di “Giovinezza”, durante la quale tutti
dovevano rispondere al… capo-manipolo, con l’urlo di “W il
Duce”.
Non so perché, ma anche allora queste adunanze mi facevano
paura e mi innervosivamo al punto da chiamare la… Mamma,
sempre presente, sia pur in disparte come tutte le altre
mamme o papà.
Ebbene, come detto prima, queste sono le uniche cose che
ricordo abbastanza, mentre dell’insegnamento in senso
stretto non ricordo quasi assolutamente niente, tranne le
molte pagine di aste che mi facevano fare su di un quaderno
nella cui copertina era stampata l’immancabile faccia del
Duce
Devo dire anzi che anche nel periodo più lungo, e cioè dalla
prima alla quinta, ho vaghi ricordi, considerato che allora
si frequentava privatamente, avvalendosi di supporti privati
di fortuna, per poi dare gli esami di quinta in una
cosiddetta”struttura esterna”, affrontando spesso incursioni
aeree, bombardamenti, eventi terribili di cui una-due volte
sono stato bersaglio, rotolando, per lo spostamento d’aria,
in un fossato con la biciclettina, il cui fanale, di sera,
era rigorosamente coperto da una carta blu per non essere
scorto dal… nemico. Ricordo che detta biciclettina, sulla
quale, attaccavo la cartella con i quaderni sul ferro, fra
sella e manubrio, portava la scritta “Lire 650”.
Ebbene, finora non sono venuto ancora al dunque di cui a
titolo. E per farlo, devo mettermi in competizione con
Giacomo Morandi. Come ? Facendo riemergere dal mio archivio
una…”chicca storica”. Di che si tratta ? Si tratta di un
Diploma di merito rilasciatomi il 30 giugno 1942 con la
motivazione : “per educazione e profitto in prima
elementare”. Ovviamente, anche qui, come potete vedere dalla
foto in alto a sinistra, appare la scritta: “credere,
obbedire, combattere”.
Vorrei concludere con una riflessione, se vuoi anche
politicamente molto discutibile. Ho la sensazione che, se
allora le cose giravano politicamente e negativamente in
maniera diversa, ci fosse una maggiore coesione sociale, se
vuoi anche coatta, magari per non perdere il lavoro o per
altri motivi, coesione che faceva emergere dei valori,
sindacabili fin che si vuole, ma sempre valori che ci
facevano sentire più fratelli rispetto a quanto produce la
politica di oggi che, anziché unire, divide, mettendoci l’un
contro l’altro armati.
Insomma, almeno allora si sapeva di che morte si doveva
morire. O no ? E fare certe affermazioni, che mi costano
molto, la dice lunga rispetto all’attuale situazione.
Fermo restando il fatto che la democrazia è altra cosa.
ARNALDO DE PORTI - 7 gennaio 2010