UNO SPACCATO AMBIENTALE, ORA ANCHE ITALO-FELTRINO, PIU’ POLITICO CHE ECOLOGICO

 

Pensate che in Italia c’è stato nel 2004 il principale appuntamento internazionale sulle… “scoasse”, alias rifiuti.  Il risultato di questo Congresso è venuto alla luce nel 2008 come un clamoroso fallimento quanto a soluzioni da adottare.  Furono più di 1000 i delegati che parteciperanno al Congresso (ISWA) in quanto, nel nostro Paese, c’erano e ci sono ancora milioni di tonnellate di rifiuti che non trovano adeguata sistemazione. Il che significa che il problema di Napoli, tanto per citarne uno,  esisteva anche molto tempo fa. Naturalmente, come sempre, si continuerà a chiacchierare a lungo in altri Congressi della specie, con banchetti, strette di mano ed il problema verrà regolarmente procrastinato.  A questo proposito, una quindicina di anni fa, forse anche di più, preso da un certo spirito ecologista, oggi, in politica,  si direbbe sussulto di dignità (il che mi meraviglia in quanto, per essere sincero, non è che io sia proprio un virtuoso nella differenziazione delle immondizie come mi rimprovera giustamente ogni giorno mia moglie),  feci un excursus storico sull’argomento “immondizie”, dedicando al riguardo un intero capitolo di un mio libro a titolo “Il Vernacolo di Nane Indrìo”, libro di circa 200 paginone che potrei inviare gratuitamente ai  colleghi che me ne faranno richiesta via mail o altro.

 

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Incominciavo così : 

 

70-80 ANNI FA, un uomo  piuttosto dimesso ed un po’ sporchetto, si presentava alla porta di casa (specie in città)  e ritirava, un giorno sì ed un giorno no, un recipiente altrettanto sporchetto, detto “scoassera” che, dopo aver diligentemente svuotato in un suo carretto, lo restituiva alla famiglia che l’avrebbe utilizzato per anni. Quell’uomo si chiamava allora “spazzino”;  esso era malpagato dal Comune e riceveva una mancetta a Pasqua e Natale.

 

50-60 ANNI FA, giustiziata l’immonda scoassera, gli utenti raccoglievano le scoasse familiari in appositi sacchetti di plastica nera, distribuiti gratis dal Comune, e li disponevano, sempre diligentemente,  davanti alla porta di casa.   Venivano due “operai”  con un autocarro e li raccoglievano un giorno sì e due giorni no. Quegli operai si chiamavano  “netturbini”; erano pagati dal Comune e ricevevano  questa volta… solo gli auguri a Pasqua e Natale, ma senza mancia

 

DA 4O ANNI circa a questa parte, gli utenti raccolgono le scoasse in appositi sacchetti acquistati pero’ al supermercato e li recapitano di persona al piu’ vicino cassonetto.  Arrivano 2-3 signori con un automezzo speciale un giorno sì e tre no  (media provinciale veneta). Questi signori si chiamano ora “operatori ecologici” e, manovrando leve, vuotano e lavano i cassonetti in questione. Sono pagati dai Consorzi o dai Comuni con i quali talvolta litigano, dimenticando le scoasse nei cassonetti anche a Pasqua e Natale.

 

ORA SIAMO GIUNTI AD UNA NUOVA FASE di grande progresso con i vari composter, ma che avrebbe bisogno di qualche ulteriore accorgimento in quanto il sistema non funziona a dovere: sono infatti ancora in molti  che, per non rompersi le scatole, mettono ancora il vetro in mezzo all’umido, o addirittura le pile scariche nel secco...  ma non è finita, tanto che in un momento in cui mi “girava giusta” mi è scappato di fare una parodia sull’argomento, ovviamente tutta fantasiosa. Infatti, stante il fatto che non si arriva mai ad una soluzione ben definita sul problema delle “scoasse”, perché non si propone quanto segue, magari con decreto legge (uno più uno meno da parte di questo governo forse passerebbe inosservato…)

 

Proposta :

 

Il venerdì sera, dopo cena, l’intera famiglia insieme con qualche ospite eventualmente invitato a cena, dovrebbe sedersi intorno ad un grande tavolo: il capofamiglia dovrebbe scaricare su detto tavolo tutte le scoasse della settimana ed ogni componente della famiglia e gli eventuali ospiti, muniti di un apposito sacco “marcato”, dovrebbero introdurre un solo tipo di scoassa: chi raccoglie i vetri, chi la carta, chi i torsoli di frutta, chi le pile, chi le plastiche, chi le lattine ecc.ecc.  Più bella differenziata di così !  Per non interferire in queste operazioni obbligatorie, il venerdì sera, anche tutte le trasmissioni televisive dovrebbero essere rigorosamente sospese, tanto per quel che trasmettono…ne trarrebbe giovamento anche la salute

 

Al sabato mattina, di buon’ora, ciascun componente della famiglia, dovrebbe recarsi col proprio sacchetto “monoscoassa” al competente centro di raccolta che, da noi, nel bellunese, si chiamava “ Maserot”, vale a dire alla Centrale delle scoasse.  Quivi giunto, dovrebbe essere accolto da un nugolo di “tecnici” in camice bianco che, per mezzo di videoindagatori elettronici, dovrebbero verificare che la monoscoassa recapitata sia del tipo...Centrale-compatibile e quindi dette scoasse dovrebbero essere inghiottire dai sofisticati impianti già esistenti e riciclate nell’interesse superiore dell’umanità, in modo da non lasciare “rogne” ai nostri figli, come ci raccomanda oggi la TV.

Questi tecnici dovrebbero chiamarsi M.S.M., ossia “Monoscoasse-Supervision-Men”, ora pagati non più in lire come una volta ma in Euro e verrebbero sicuramente riveriti di più dalla popolazione alla quale, questa volta,  farebbero loro dei regalini a Pasqua e Natale,  anche e soprattutto  a scopo elettorale… visto che le elezioni in Italia costituiscono un fatto sempre a breve termine… Del resto, le immondizie di Napoli sono anche ora oggetto di discussione a fini politicamente demagogici… da parte di questo governo.

 

Negli anni in cui stiamo ora vivendo, durante i quali vengono addirittura organizzati convegni internazionali sulle scoasse, ci siamo accorti che il composter, anche per pigrizia delle famiglie,  non funziona come previsto. Pare infatti, forse in base alla teoria dei corsi e ricorsi storici, che ora si voglia dimensionare… il valore scientifico del Monoscoasse-Supervision-Men, il quale, surclassato da uno spasmosdico progresso, ha passato le consegne a “scoassere” dell’ultima generazione,  denominate sempre “composter”, ma con caratteristiche quasi avveniristiche rispetto alle precedenti fatte di plastica colorata e collocate nei pressi delle abitazioni, circostanza che dovrebbe definitivamente bandire la predetta operazione del venerdì sera; basta quindi all’oscuramento obbligatorio di tutti i canali televisivi onde evitare il pericolo della possibile deconcentrazione da parte degli operatori familiari e sbagliare quindi sacco da parte del componete la famiglia che era proposto per la cernita delle scoasse da inserire in ben distinti sacchetti,  col rischio di incorrere anche in qualche pesante sanzione.  E la “catarsi”  scientifica si è così materializzata: dal passaggio “tout court” dal capofamiglia ad una semplice “scoassera”, alias “composter di ultima generazione, ridando così anche un po’ di… dignità e tempo libero alla persona dopo il massacrante lavoro del venerdì sera….recuperando così anche la possibilità di rivedere la Tv al venerdì sera.

 

Ma finirà qui?  Oppure, in base alla teoria dei corsi e ricorsi, si ritornerà al vecchio spazzino col quale le nostre nonne non disdegnavano quattro chiacchiere   in attesa che i fornelli adempissero ai loro compiti, ma anche e soprattutto per parlare con una persona diversa dal solito marito, magari diventato taciturno e noioso col passare degli anni?  E magari accompagnando le chiacchiere con qualche salutare “ombretta” che lo spazzino, ve l’assicuro,  non rifiutava mai, quale anticorpo contro i microbi del mestiere? 

Dato che, come previsto, anche l’ennesimo Congresso internazionale del 7 aprile 2008 è stato un susseguirsi di chiacchiere senza alcun fatto concreto, mi ero messo  a ripensare con  nostalgia al vecchio spazzino, sicuramente più umanizzante degli attuali sofisticati strumenti,  ma sono stato bloccato dalla…scienza….

Mi è pervenuta infatti un’ennesima lettera da parte del  Comune di Feltre, ove abito,  nella quale si parla di chiavette….     (ricopio pari pari uno stralcio della lettera)….

 

“ il cassonetto del secco non riciclabile sarà dotato di una calotta con una leva sopra il coperchio; per conferire il rifiuto.  Lei dovrà inserire una chiavetta elettronica, che Le faremo avere e solo poi potrà azionare la leva per introdurre il sacchetto. Il meccanismo installato consentirà di sapere quante volte Lei utilizzerà la chiavetta. Tanto più utilizzerà la chiavetta, tanto più pagherà a fine anno…”   

 

Non aggiungo altro, lasciando a chi mi legge di commentare. Perché a me viene da ridere… e soprattutto da piangere se penso all’inventore di questa ennesima rottura di  “c.....”, che sarà sicuramente ascritta alla lista dei fallimenti precedenti.

 

 

Arnaldo De Porti - marzo 2010      

 

P.S.  A questo proposito,  c’è anche da chiedersi dove sarebbe più opportuno conservare la chiavetta? Forse nel portachiavi della macchina?  Per essere più comodi?                           

 

 

 

 

 

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Piazza Scala - marzo 2010