BANCARIO PER CASO Un episodio
apparentemente insignificante, può cambiare un'esistenza,
stravolgendola addirittura. Un giorno, il 17 di giugno del 1974,
l'altro secolo, l'altro millennio, un uomo qualunque aveva da
poco terminato il servizio militare, allora obbligatorio,
nell'arma del Genio Ferrovieri, era iscritto alla Facoltà di
Medicina e Chirurgia, dove aveva insormontabili problemi con un
esame, tanto inutile quanto fondamentale, Biochimica, il cui
docente aveva più volte affermato che non glielo avrebbe fatto
superare neppure un miracolo. Crisi esistenziale, postumi
sessantottini, il nostro ometto aveva di già 24 anni e si
sentiva di non aver combinato “nulla”. Voglia di lavorare poca,
soldi in tasca ancora meno, l'unica ricchezza erano le sue idee,
anche se un poco balzane. Come fare per arricchirsi in poco
tempo, senza fatica anche se con qualche rischio: perché non
tentare, per usare un eufemismo, una bella rapina? Sfogliando il
“Manuale della Banda Bassotti”, alla voce giusta, trova
l'occorrente alla bisogna del caso. Tutto sembrava andare per il
verso giusto, peccato che lo sprovveduto, prima di procurarsi le
armi e l'abbigliamento adatto, passamontagna incluso, commetta
un clamoroso errore. Vestito con camicia di seta azzurra,
cravatta intonata, pantaloni di lino bianchi, giacca di bruno
colorata, scarpe comode (tutta roba presa in prestito dal
fratello maggiore, ora generale in pensione), entra nello
splendido salone della sede di Torino di una banca di importanza
nazionale, per un breve sopralluogo. Si dirige verso uno degli
sportelli per controllare il movimento dei contanti, ma la sua
attenzione viene distolta da un impiegato che gentilmente gli
chiede cosa desideri. Ora, sarà l'educazione rimediata in
tredici anni di scuola dai Padri Barnabiti o forse la voce
suadente dell'esperto bancario, il nostro eroe tira fuori la
prima cosa che gli passa per la testa, chiede di aprire un conto
corrente. Alla richiesta dell'ammontare del primo versamento
risponde di non avere con sé nemmeno i soldi per un caffè, in
quanto disoccupato. Non l'avesse mai fatto! Immediatamente il
Direttore, visto il personaggio elegante e di bell'aspetto, gli
offre un posto di lavoro, sicuro, ben retribuito e ... a tempo
indeterminato! Da allora trentacinque anni di onorata carriera e
oggi il meritato prepensionamento! |
FABRIZIO SCARPA |
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Piazza Scala - maggio 2010