ASSOCIAZIONE PENSIONATI EX
CARICAL
ora UBI><Banca Carime SpA
Sede c/o UBI><Banca Carime SpA – Viale Crati,
snc - 87100 COSENZA
Tel. 0984 805139 - Cell. 335 5256642
E-mail:
ltwde@tin.it
- Web site:
www.asspenscarical.altervista.org
Cosenza, 15 novembre 2009
N°61/2009
IL REDDITOMETRO COMBATTE L’EVASIONE
L’evasione fiscale provoca gravi distorsioni
nel sistema economico perché compromette il
raggiungimento delle finalità che gli organi
preposti alla politica economica intendono
conseguire. Altera la distribuzione del
carico tributario fra i cittadini privando
il Fisco di una entrata tributaria.
Considerato che il fabbisogno finanziario
pubblico deve essere in ogni caso
fronteggiato, i contribuenti onesti devono
sopportare maggiori imposte. In altri
termini, i non evasori devono pagare anche
per gli evasori!
Il redditometro
Obiettivo dell’Agenzia delle Entrate è
stanare coloro che dichiarano poco, ma
vivono bene, ben oltre quanto si potrebbe
presupporre dalle loro dichiarazioni dei
redditi. L’Amministrazione finanziaria
intende combattere l’evasione attraverso il
redditometro, lo strumento che calcola il
reddito presunto del cittadino. Controlla,
in pratica, la capacità di spesa del
contribuente incrociando i dati in possesso
dell’Anagrafe tributaria con le
movimentazioni bancarie. Il Fisco può anche
basarsi su altri elementi. E’ il caso, ad
esempio, di chi ha comprato un’auto di
grossa cilindrata e non può giustificare
questa disponibilità con il reddito
dichiarato negli ultimi anni o chi ha
acquistato immobili con pagamenti non
congrui al proprio reddito. Il percorso per
calcolare il reddito presunto è abbastanza
complicato. Alla base c’è una tabella che
elenca beni e servizi a ciascuno dei quali è
attribuito una quota di reddito presunto:
aerei, barche, auto, moto, roulette,
residenze principali e secondarie,
collaboratori familiari, cavalli da corsa e
di equitazione, assicurazioni. Vengono
quindi valutati la percentuale e il periodo
di disponibilità del bene e l’eventuale uso
promiscuo dello stesso. Sommate insieme,
dopo una riduzione proporzionale , si arriva
al reddito presunto a cui va aggiunto anche
l’eventuale incremento patrimoniale.
L’accertamento in base al reddito scatta
solo se il reddito presunto si discosta per
almeno il 25% da quello dichiarato e lo
scostamento si verifichi per due anni
consecutivi. Se, ad esempio, il redditometro
presume 110mila euro l’anno e il
contribuente ha dichiarato un reddito di
92mila euro, l’accertamento non scatta. La
differenza tra i due redditi, pari al 18mila
euro, è inferiore al 25% del reddito
dichiarato (92.000 x 25% = 23.000).
Semplificando la formula si può calcolare
direttamente l’80% del reddito presunto e
verificare se quanto dichiarato è congruo.
Ad esempio l’80% di 110mila euro è 88mila
che rappresenta il reddito minimo.
L’indiscrezione
Per sconfiggere l’evasione fiscale necessita
una fattiva “collaborazione” dei cittadini.
Basterebbe ad esempio consentire a tutti i
contribuenti di detrarre l’Iva, o parte di
essa, pagata per l’acquisto di beni e per
l’utilizzo di servizi. E’ evidente che il
lavoratore dipendente quando deve pagare
l’Iva, se può, la evita, sapendo che non la
può scaricare dalle imposte. Quante volte
sente dire che se vuole la fattura dovrà
pagare mille euro, altrimenti ottocento. Un
comportamento innegabilmente scorretto che
alimenta sempre di più il diffusissimo
fenomeno dell’evasione. E’ vero che il
costo della detrazione dell’Iva per le casse
dello Stato sarebbe pesantissimo ma quanto
denaro in più arriverebbe da emersione dei
redditi fin qui sconosciuti allo Stato?
Il Fisco ci guadagnerà, e così tutti quanti
noi, perché verseremo meno imposte.
Fonte:
il Quotidiano, Domenica 15 novembre 2009 –
Consulenza Fiscale a cura di Pasqualino
Pontesi, Dottore commercialista |