ASSOCIAZIONE PENSIONATI
EX
CARICAL
E-mail:
ltwde@tin.it -
Web site:
www.asspenscarical.altervista.org
___________________________________________________________________________________________________________
Cosenza, 20 settembre 2009
N° 48/2009
RIDUCIAMO l’ACCONTO IRPEF
I fortunati – Il calcolo
Fra pochi mesi l’acconto Irpef busserà alle
tasche del contribuente. Per evitare
scompensi dell’ultima ora il Fisco dà la
possibilità di ridurre l’importo o
addirittura azzerarlo. Per coloro che hanno
presentato il Mod. 730 il tempo stringe,
poiché per sfruttare questa chance è
necessario inoltrare al proprio sostituto
d’imposta (datore di lavoro o ente
pensionistico) una apposita dichiarazione
entro il prossimo 30 settembre
(mercoledì).
I fortunati
- L’occasione è propizia per chi già sa che
nel 2009 guadagnerà meno dell’anno scorso.
Lavoratori dipendenti e pensionati che hanno
quindi presentato il Mod. 730/2009 e
ritengono di dover pagare per il 2009
imposte inferiori a quelle del 2008, hanno
facoltà di recedere in tutto o in parte a
versare, se dovuto, l’acconto Irpef che
verrà trattenuto sulla busta paga o sul
rateo di pensione di novembre. I motivi
della riduzione del reddito possono essere
causate da un calo delle entrate in quanto
un reddito consistente, indicato nell’ultima
dichiarazione, è venuto meno. E’ il caso di
chi da quest’anno ha venduto un immobile o
non deve più dichiarare l’affitto. La
motivazione più frequente è il più delle
volte dovuta però all’insorgere di rilevanti
spese che danno diritto a deduzioni o
detrazioni con conseguente diminuzione
dell’Irpef da versare quali, ad esempio, la
sottoscrizione di un mutuo ipotecario per
l’acquisto dell’abitazione principale e le
agevolazioni per le ristrutturazioni
edilizie.
Il calcolo
- E’ necessario simulare una vera e propria
dichiarazione dei redditi e rideterminare
l’importo della seconda rata d’acconto in
base ai redditi che si prevede di conseguire
nel 2009. In pratica, bisogna effettuare in
anticipo i calcoli della prossima denuncia
dei redditi. Una operazione non semplice.
Per evitare errori, da pagare poi a caro
prezzo, è bene rivolgersi ad un
professionista. Se dal computo risulta che
l’importo ottenuto è inferiore a quello
risultante dal 730/2009 o addirittura
l’acconto non va versato, bisogna informare
il sostituto d’imposta. La comunicazione,
redatta su un semplice foglio di carta, va
inoltrata entro il 30 settembre. Gli
interessati devono manifestare la volontà di
pagare l’acconto in misura inferiore a
quella stabilita o di non versarlo affatto.
Una copia è bene che venga conservata,
meglio accora se accompagnata dalla prova
dell’avvenuta consegna. La comunicazione,
anche se il modello è stato consegnato al
Caf, va inviata al sostituto d’imposta che
ha l’obbligo di accettarla senza sollevare
alcun tipo di obiezione. Chi scoprirà di
aver sbagliato i calcoli potrà regolarizzare
la propria situazione attraverso il
ravvedimento operoso che consente di
correggere errori attraverso il versamento
di sanzioni ridotte. Il contribuente
ravveduto dovrà pertanto versare, se
regolarizza il tutto dal 1° dicembre al 30
dicembre 2009, oltre all’acconto pagato in
meno o non versato una sanzione del 2,5% più
gli interessi legali del 3%. Una sanzione
invece del 3% oltre agli interessi, se il
versamento avviene tra il 31 dicembre 2009 e
non oltre il termine di presentazione della
prossima dichiarazione dei redditi. Caso
contrario, scatterà la sanzione del 30%
sulle somme non versate o versate in meno,
oltre agli interessi. Tuttavia, anche in
questo caso, il Fisco consente di
“alleggerire il danno” riducendo la sanzione
del 10% se il pagamento avviene entro trenta
giorni dal ricevimento dell’avviso.
Fonte:
il Quotidiano, Domenica 20 settembre 2009 –
Consulenza Fiscale a cura di Pasqualino
Pontesi, Dottore commercialista |