da Nuova Realtà settembre 2015 - periodico ASS. BANCARI CARIPUGLIA - CARIME
ORA TOCCA AGLI UOMINI FARE PREVENZIONE appello del Prof. Veronesi |
Quarant’anni
fa dovevamo convincere le donne a sottoporsi a una
mammografia. Ora invece sono loro a mettersi in coda per
l’esame, e proprio grazie alla diagnosi precoce il 95% dei
tumori al seno può guarire. Adesso è il momento dell’uomo:
la stessa rivoluzione culturale va fatta su di lui”.
Ristabilire ‘pari opportunità’ sul fronte della prevenzione
è la nuova sfida di Umberto Veronesi, che a Milano ha
presentato il progetto ‘Sam-Salute al maschile’, promosso
dalla Fondazione che porta il suo nome anche in
collaborazione con le società scientifiche di urologia.
“Sappiamo infatti che in Italia meno del 5% dei ragazzi
sotto i 20 anni ha fatto una visita dall’urologo
- spiega l’oncologo - mentre oltre il 40% delle loro
coetanee è stata almeno una volta dal ginecologo”.
Sono 3 i comandamenti che Veronesi dettaagli uomini “Primo:
essere attenti alla propria salute. Secondo: andare
regolarmente da un urologo o da un sessuologo, se necessario
nell’età più giovane. Terzo: essere confidente e cioè sicuro
del fatto che la classe medica di oggi, molto più avanzata
rispetto a tanti anni fa, è in grado di rispondere ai
bisogni di ogni persona” in modo mirato e per quanto
possibile mini-invasivo.
Lo scienziato, che ha trasformato la salute delle donne
nella missione di una vita, fa un esame di coscienza:
“Abbiamo dedicato gli anni passati alla prevenzione dei
tumori femminili. Questo è giustissimo e non siamo per
niente pentiti”, precisa. “Però ci siamo accorti che abbiamo
trascurato un po’ la patologia maschile”, e recuperare il
terreno perduto “è molto importante perché gli uomini da
soli non si controllano”.
Di solito “a occuparsi della sua salute sono le donne:
mogli, sorelle o figlie. Lui si mobilita soltanto quando sta
male, però qualche volta è troppo tardi”, avverte Veronesi.
Non solo. “L’uomo è restio anche a informarsi sui suoi
disturbi: proprio come capitava alle donne tempo fa, rimuove
il problema e finge che non ci sia.
Questa sarà una campagna difficile”, ammette l’ex ministro
della Sanità, comunque convinto di poter vincere anche
questa battaglia: “Ci vorrà un po’ di tempo, ma alla fine
gli uomini prenderanno coscienza del fatto che scoprire una
malattia in fase precoce può fare la differenza tra vivere o
morire”.
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