Dott. Vincenzo Lorusso - Clinica Oculistica Policlinico di Bari

DEGENERAZIONE MACULARE
LEGATA ALL'ETÀ'

La più frequente causa di perdita severa della visione
 centrale tra la popolazione al di sopra di 50 anni
nei paesi industrializzati. La vista, tra i cinque sensi, consente dì percepire


più dell'83% delle informazioni provenienti dal
mondo esterno. E' scontato dedurre quanto un
suo deficit anche se minimo possa provocare
grossi disagi nella vita di tutti i giorni
(guidare, leggere, telefonare, ecc.)

Dott. Claudio Furino - Clinica Oculistica Policlinico di Bari

La degenerazione maculare legata all'età o senile (DMLE): cos'è?
E' una patologia progressiva degenerativa che colpisce la regione più nobile della reti­na chiamata "macula", deputata alla visone distinta centrale.
Si distinguono due forme di DMLE:
una forma "secca" caratterizzata da una degenerazione preva­lentemente atrofica della macula ed una forma "umida" o "neovascolare", meno frequente ma più distruttiva e rapida nella sua progressione, caratterizzata dallo sviluppo di vasi anomali (neovasi) che distruggono la normale anatomia della macula.

Quanto è diffusa?
Dopo i 50 anni l'incidenza (numero di nuovi casi nella popolazione nell'anno) cresce costantemente con un picco a 75 anni.
In Italia sono circa 800.000 i pazienti colpiti da DMLE di cui 500.000 con la forma secca e circa 300.000 con quella umida; in Italia si riscontrano circa 90.000 nuovi casi all'anno di cui 25.000 con forma umida.
Non vi sono differenze significative di incidenza tra i due sessi anche se è stato riscontrato un
trend maggiore a carico delle donne rispetto ai maschi oltre i 75 anni.

Quali i fattori di rischio?
Ci sono ancora dubbi se una maggiore pigmentazione iridea sia un fattore protettivo.
Studi sperimentali, anche se non supportati da evidenza clinica data la difficoltà di quantificare l'e-sposizione al fattore di rischio, hanno individuato i raggi ultravioletti come possibile concausa allo sviluppo/progressione della DMLE ed hanno evidenziato come una minore esposizione alle radiazioni luminose, l'utilizzo di occhiali da sole e di cappelli con visiera abbiano un ruolo di protezione.
Fattore di rischio certo è il fumo:
fumare più di 20 sigarette al giorno aumenta di 3-4 volte il rischio di DMLE rispetto ai non fumatori; un aumento del rischio permane anche se ridotto negli ex-fuma¬tori; si stima che il 30% dei casi di DMLE avanzata sia dovuto al fumo.
Fattori di rischio sono stati individuati anche in una cattiva alimentazione ricca in grassi totali, soprattutto saturi, ed alcool. Ruolo protettivo è stato invece individuato nell'assunzione di omega-3 (pesce) ed antiossidanti (di cui sono ricchi frutta, verdura fresca ecc.).
Le patologie cardiovascolari, quali diabete ed ipertensione, sono anch'esse un fattore di rischio
.

Quali i sintomi?
I tipici sintomi della DMLE sono la visione deformata e distorta delle immagini (meta-morfopsia) e la presenza di aree di non visione tipo buchi neri (scotomi) nella parte centrale del campo visivo.

Quali gli accertamenti
Esami di primo livello per l'accertamento della DMLE sono una completa visita oculistica e l'eventuale esecuzione di una angiografia retinica (fluorangiografia), che permette di studiare la vascolarizzazione della retina e la tomografia ottica a luce coerente (OCT) che studia il profilo retinico in modo per nulla invasivo e quindi ripetibile senza alcun danno alle strutture oculari.
Per poter valutare soggettiva-mente l'evoluzione della patologia si può ricorrere al Test di Amsler, utilizzabile in maniera semplice anche dal paziente stesso a domicilio, (nelle immagini l'evoluzione della patologia, visualizzata dal test).

        

Quale la terapia?
In caso di forma umida (la più grave) negli ultimi anni si sono fatti notevoli passi avanti e in futuro numerose saranno le novità. Attualmente i farmaci più utilizzati sono gli "antiangiogenici", cioè farmaci che vengono iniettati periodicamente all'interno del bulbo oculare e che bloccano la crescita dei vasi anomali che distruggono la macula.
Nella forma secca, invece, unica terapia esistente è la somministrazione continuativa di antiossidanti e l'applicazione di tutte quelle norme che, migliorando quotidianamente lo stile di vita, proteggono dai fattori di rischio.

 

Da "Nuova Realtà" - marzo 2009