Quando entrai per la prima volta in banca..........

Credo che tutti si ricordano il primo giorno di scuola ma il primo giorno di Banca forse.
Io lo ricordo bene.
Andiamo con ordine: aprile del 1970 fresco di laurea in legge ho cominciato ad  inoltrare domande di assunzione a banche,società d’assicurazione  e agli uffici del Comune di Genova,non avevo nessuna intenzione di studiare ancora per affrontare concorsi/ esami per l’avvocatura.
Dopo un mese ricevo una lettera dalla sede Comit di Genova.Dovevo presentarmi per un colloquio informale.
Un po’  emozionato ( avevo 23 anni) varco la soglia della Filiale e mi reco negli uffici del Personale.
Dopo i soliti convenevoli vengo sottoposto ad alcune prove:tema scritto su un argomento a piacere, le quattro operazioni ed una proporzione .Non essendomi preparato,considerata la mia laurea,ho incontrato delle difficoltà sulle divisioni. Mi viene chiesto se ho dimestichezza con la macchina da scrivere, la mia risposta un po’ farisea
“con due dita  e con lentezza qualcosa riesco a scrivere"!!!
Alla fine del colloquio/prova il mio interlocutore si congeda dicendomi "forse verrà chiamato a Milano  nel frattempo si prepari bene sulle divisioni".
A distanza di un mese  “Milano” chiama ed io sempre più emozionato mi preparo per la trasferta milanese. Siamo nel mese di giugno. Le prove si svolgevano in via Borgonuovo nel palazzo dove qualche anno dopo fu collocata “La residenza”.
Mi sentivo preparato e il c.d .esame andò benino: 26 per usare un  punteggio universitario.
Mi colpì una signora non più giovanissima, la definirei una governante di tipo anglosassone che si aggirava nell’aula tra i banchi ( non ero solo, vi erano altri aspiranti bancari) con un orologio per calcolare i tempi di esecuzione della famose quattro operazioni.
Nel tardo pomeriggio venni congedato senza che mi venisse detto nulla e non come si usa oggi “le faremo sapere”.
Nel viaggio di ritorno sul rapido Milano/Genova delle 18.40 continuavo a ripetermi perché non mi ha chiamato la Cassa di Risparmio di Genova (oggi Carige), sta a vedere che mi tocca andare a lavorare a Milano,c ittà che per noi genovesi/liguri rappresentava nebbia, freddo, frenesia; il mio mare dovrò abbandonarlo.
Passa qualche mese e il postino che mi recapita una lettera dell’ Onorevole Direzione Centrale ovviamente della Comit. Presentarsi al più presto presso gli uffici del Personale in Piazza Scala (previa telefonata  di conferma)Tutto poi si svolse velocemente “Dr. Saitta lei è stato assunto, a condizione che le visite mediche diano il responso “sano di corpo e di mente”: evviva sono entrato nell’esercito!!!
Mese di settembre. Primo giorno presso un’agenzia in Piccapietra (ag. n. 9 ) era un venerdì e i colleghi mi dissero “ecco un fortunato incomincia a lavorare e subito dopo si va a fare il fine settimana”.
Il lunedì, sempre tirato a lucido, varco la soglia dell’agenzia: il Direttore mi chiama e mi dice che il Capo Esecutivo di vuole parlare. Tra me ho pensato "è bastato un giorno sono in prova e già mi cacciano".
Il CSE di Genova, persona dall’aspetto un po’ burbero ma rassicurante, mi disse con accento romano "Saitta  a Milano hai firmato una dichiarazione con la quale ti impegni alla disponibilità logistica, sei un carico D.C. oggi stesso devi presentarti alla Direzione della nostra filiale di la Spezia". Balbettai qualcosa ”veramente di firme a Milano ne ho messe tante.. ,comunque va bene  Spezia c’è il mare”.
Alle 12,30 di quel lunedì ero già davanti al Direttore, questi senza tanti preamboli disse “lei è entrato in una squadra di “èlite” che prepara i funzionari , considerata la sua laurea, se fra quattro anni è ancora all’esecutivo cambi mestiere".
Come inizio non c’è male .per non dilungarmi troppo, dopo un mese volevo dimettermi: tra un "andiamo a fare la stanza", "passami la ciliegia", la "lingua di cane" e quel infernale audit non ne potevo più.  Mia moglie, però, mi convinse a tener duro e poi…
Adesso  guardando il nostro bel palazzo in Piazza Scala mi commuovo e ripenso ai tanti “maestri” che ho incontrato nelle 12 filiali nelle quali ho lavorato e poi alla "Corte Imperiale", persone  che mi hanno insegnato quel senso di appartenenza che oggi nelle nuove generazioni  non è minimamente conosciuto ed il sito, sul quale spero che questo scritto venga pubblicato, ne è la dimostrazione.

14 Aprile 2009 - Renzo Saitta