Il 31
agosto,
u.s., verso
le 9 di
sera, in
quel di San
Francesco,
prendeva
fuoco nel
box
seminterrato
sotto casa
la mia Ford
diesel. Dai
verbali dei
VV. FF.
risultano le
chiamate
alle 20.59 per i volontari di San Maurizio (distanti
da casa mia
DUE
chilometri
di strada,
ed arrivati
alle 21.24)
ed alle 21.12 per Torino (distanti 20 km ed arrivati
alle 21.30).
Auto
irrecuperabile,
box, scale,
facciate
dell’immobile
danneggiate.
Per
l’ingegnere
dei VV. FF.,
normale
amministrazione:
quasi
un’auto al
giorno va
distrutta da
incendio tra
Torino e
stretto
territorio
limitrofo,
da spenta,
come era la
mia. Per
non contare
quelle che,
ferme e
chiuse, si
mettono in
moto da
sole,
causando
incidenti.
Già, perché
quando
spegnete il
motore e
uscite
dall’auto
mettendovi
in tasca le
chiavi, la
centralina
non si
spegne.
Resta
attiva.
Pronta a
ripartire.
300/350
centraline
all’anno che
impazziscono,
causano
incidenti
con auto
parcheggiata,
o mandano in
tilt qualche
servo motore
interno
dell’auto
causando
l’incendio
della
batteria o
dei cavi
elettrici,
non ha
influenza
statistica
su circa
3.000.000 di
auto e passa
in
circolazione
sul
territorio
metropolitano.
Meno dello
0,01%. Non
fa notizia.
Ma a me,
alla mia
famiglia,
stravolge
l’esistenza
quotidiana.
Il Sindaco,
chiamato
dalla forza
pubblica, mi
chiede più
volte come
penso di
passare la
notte
restante e
le mie
successive
sistemazioni.
Ho appena
sentito mio
cognato, che
mi ospiterà
per le
primarie
necessità.
Poi troverò
un alloggio
ammobiliato
in affitto.
Ringrazio e
non
approfitto,
come taluni
avrebbero
fatto a man
bassa,
dell’ospitalità
offertami
dal Primo
Cittadino.
E’ il mio
carattere,
che crede
nel prossimo
nel momento
in cui ne
richiederà
l’intervento
e non ne
vuole trarre
profitto se
non ne ha
stretta
necessità.
Una razza in
estinzione
(non
protetta dal
WWF).
Contatto il
giorno dopo
il mio
(aggettivo
possessivo a
tutti gli
effetti)
assicuratore.
Quando mi
reco nel suo
studio, nel
giro di
pochi minuti
la pratica
incendio
della casa
viene
attivata ed
assegnata ad
una
compagnia
specializzata
esterna alla
AXA,
assicurazione
con la quale
avevo
stipulato la
polizza. Lo
stesso, per
l’assicurazione
auto.
Pratiche
impostate,
agenzie
peritali
esterne
trovate in
pochi
minuti.
Coraggio, mi
dico, che il
peggio è
passato.
Errore!
Nel giro
di pochi
giorni i
periti
arrivano,
guardano,
fotografano
(ma le foto,
chi le avrà
adesso? Che
fine avranno
fatto?)
ripassano
con altri
periti,
propongono
soluzioni
globali
innovative
(una
multinazionale
svedese
specializzata
in incendi
ed
allagamenti
si occuperà
di tutto, io
non dovrò
che stare a
guardare…).
I giorni
passano, le
prove di
carico per
le solette
non vengono
fatte.
Scoppia
la grana
della
coassicurazione
(avendo un
mutuo, la
Banca ha una
sua
assicurazione,
che dovrà
colloquiare
con la mia
privata. E
dal 2004 la
legge che
dava mandato
all’assicurazione
maggiore di
trattare
anche per
conto della
minore e
rivalersi
poi su
quest’ultima
proporzionalmente,
è stata
abolita su
richiesta
dell’ANIA,
ufficialmente
perché tutte
le
assicurazioni
sono
eguali…).
Il tempo
passa.
Il perito
della Ford
giunge da
Roma. Resta
esterrefatto
di fronte ai
ruderi
dell’auto.
Non può
risalire
alla causa
dell’incendio
perché
l’auto è
distrutta,
totalmente,
in ogni suo
componente.
Tempo dopo,
il
servizio
clienti Ford
mi chiamerà
da Roma,
comunicandomi
che
nonostante
l’auto fosse
coperta da
garanzia (di
4 anni, auto
al terzo
anno di
vita, sempre
regolarmente
tagliandata
a Torino),
non possono
farci nulla,
non
essendosi
potuto
accertare
quale sia
stata la
causa
dell’incendio
e pertanto
non avrò né
un’auto
sostitutiva
né il
riconoscimento
dei danni
morali che
l’incendio
ha causato a
me ed alla
mia famiglia.
I mesi
passano,
nulla si
muove, ed
allora mi
rivolgo al
costruttore
della casa
per attivare
un nuovo
preventivo.
Di punto in
bianco i
responsabili
delle due
agenzie
esterne alle
compagnie di
assicurazione,
incaricate
di seguire i
danni, mi
convocano
per
comunicazioni.
Vogliono
chiudere
subito, su
due piedi.
Un aut aut
basato sui
preventivi
degli
svedesi ed
un’altra
compagnia
similare, in
antitesi con
quello del
costruttore.
Mi viene
anche
comunicato,
sibillinamente,
in quel
frangente,
che il
Projet
Manager
degli
svedesi che
mi seguiva,
ha
rassegnato
le
dimissioni e
lascerà la
compagnia
(un po’ come
farmi notare
che il
sottoscritto
non era
molto
seguito…).
Non apro
bocca,
prendo
tempo, mi
viene
concesso di
riparlarne
tra pochi
giorni. E
qui entra in
gioco il mio
assicuratore,
il Sig. L.,
Signore dal
punto di
vista
etimologico
della
parola. Non
conta il
titolo di
studio, la
laurea, il
master: o
sei un
Signore o
non lo sei.
E di
plurilaureati
con master a
gogò,
ultracafoni,
imbranati,
pieni di
boria, veri
palloni
gonfiati
(questi
ultimi anche
senza
laurea…), ne
ho
conosciuti
troppi, sia
per lavoro
che per
necessità.
Il mio
assicuratore,
il Signor L.
appunto,
venuto a
sapere come
stanno le
cose, si
mette di
mezzo ed
inizia a
prendere
contatti
direttamente
con i
liquidatori
AXA. Penso
che abbia
avuto
discussioni
non proprio
accademiche
sul mio caso
con alcuni
Suoi
superiori,
ma sta di
fatto che la
situazione
si sblocca.
Vengo
richiamato
telefonicamente;
vengo
invitato a
considerare
che se non
accetto
dovrò
aspettare
almeno altri
sei mesi
prima di
iniziare i
lavori di
sistemazione
della mia
casa, in
attesa che
una
commissione
peritale si
riunisca e
sentenzi in
merito;
vengono
ridiscussi
gli importi
dell’indennizzo.
Concordo, e
dopo un
ulteriore
interessamento
del Sig. L.,
per
Natale
arriva la
quietanza
dell’AXA a
chiusura
della
pratica
con tale
contropartita.
Per
l’altra
assicurazione,
le Generali,
se ne
parlerà tra
uno o due
mesi,
prevedo.
Invece la
resa dei
conti
avverrà solo
alla fine di
Marzo 2008.
Lungaggini
assurde,
proprio da
parte di
chi, come
l’assicurazione
del mutuo
bancario,
dovrebbe
avere la via
più
facilitata
ai
risarcimenti
eventualmente
dovuti.
Il modulo da
firmare si
perde nei
meandri
della
burocrazia
delle
Generali,
vagola da
Torino, a
Milano, a
Mogliano
Veneto, poi
di nuovo a
Milano….
Entra in
gioco la
Assiparos,
broker di
Intesa che,
pur
conoscendomi
solo quale
numero ed ex
dipendente,
si prende a
cuore il
caso, ed
inizia ad
aiutarmi,
cercando di
intercettare
la quietanza
nei suoi
vari
passaggi. Ci
riesce e la
quietanza
giunge allo
sportello ex
Comit di mia
pertinenza,
per poi
riperdersi
dopo che l’Assiparos
lo ha
recapitato
per
l’accredito
alle
Generali di
Milano, etc.
etc. e così
via, mentre
il tempo
passa
inesorabile,
sino a
quando il
broker di
Intesa
riesce a
scovare dove
si era
fermato
l’accredito
da eseguire
e la pratica
si chiude.
Pensare che
al momento
dell’accordo
iniziale con
le due
agenzie che
agivano per
conto
Generali ed
Axa, mi era
stato
richiesto,
oltre a vari
documenti,
anche la
chiusura
indagine
giudiziaria
sull’incendio,
pratica che,
esistendo,
viene
stilata dal
Giudice dopo
almeno un
anno di
indagine….
quindi la
liquidazione
solo dopo la
presentazione
di tale
documento….
Certo che è
facile per
un
assicuratore
ricordare ai
clienti il
momento di
andare a
pagare,
decisamente
meno aiutare
i suoi
clienti nel
momento del
bisogno. Ed
il mio
assicuratore
lo ha fatto,
di sua
iniziativa.
Comunque,
al prossimo
rinnovo
delle mie
polizze,
come al
solito,
protesterò
per
l’aumento
ingiustificato
delle
tariffe; per
la prossima
copertura
giornalistica
sui rincari
assicurativi
assolutamente
necessari da
parte dell’Ania;
per il
mancato
controllo
dei ministri
all’uopo
preposti…etc.
etc. etc. E
tutto come
sempre in
aumento
esponenziale,
tranne la
mia
pensione,
come le
altre, in
aumento
programmato
ma non in
rapporto col
costo reale
della vita.
Franco
Raviola -
San
Francesco Al
Campo - 14
maggio 2008 |