Con l'opera di
Filippo Brunelleschi si fa cominciare la nuova arte:
l'architetto fiorentino, la cui impresa più famosa fu
l'esecuzione della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze
senza armature, influì profondamente sull'ambiente artistico
fiorentino soprattutto attraverso le sue ricerche teoriche.
Infatti, il rinnovamento nel campo della scultura, con
Donatello e, in quello della pittura con Masaccio,
avvenne entro la sua orbita. Pure vicino al Brunelleschi,
anzi uno dei primi che ne
compresero il significato, fu Leon Battista Alberti,
con cui s'iniziò una sistemazione critica della nuova arte:
con lui nacque la figura del trattista, così tipica
del secolo seguente e nacquero concetti artistici che la
critica moderna avrebbe fatto propri, come quello di
"genio", che veniva finalmente a riconoscere alle arti
figurative una dignità culturale che il medioevo aveva
ignorato.
Filippo Brunelleschi
e Leon Battista Alberti |
Scenari naturalistici e figure dalla forte carica espressiva
caratterizzano la pittura di Masaccio, come si
osserva negli affreschi del 1427 ca. per la Cappella
Brancacci della chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze,
dedicati a episodi della vita di San Pietro. "Da Giotto
in qua di tutti i vecchi maestri Masaccio è il più moderno
che si sia visto". Con questa affermazione il Vasari
accompagnava la trascrizione dell'epitaffio di
Masaccio al Carmine. Inoltre, nell'affresco della
Trinità del 1425 ca. in Santa Maria Novella a Firenze,
l'artista fece efficacemente ricorso alla prospettiva,
creando una convincente illusione spaziale. Si osservano le
figure della Trinità inquadrate entro elementi
architettonici illusionistici.
Proseguendo nella direzione indicata dal Masaccio,
anche Paolo Uccello, fu particolarmente attento alle
potenzialità pittoriche della prospettiva lineare: i suoi
capolavori sono le tre scene della Battaglia di San
Romano realizzate tra il 1456 e il 1460 e conservate
oggi alla Galleria degli Uffizi a Firenze, alla National
Gallery di Londra ed al Museo del Louvre a Parigi. Le opere
furono commissionate da Cosimo de' Medici per
celebrare la vittoria dei fiorentini sui senesi (1432). In
quello stesso periodo il Beato Angelico seppe
coniugare la perfetta padronanza della prospettiva con un
disegno molto preciso.
Se sotto la signoria dei Medici, Firenze ebbe un ruolo
decisivo nel fiorire dell'arte rinascimentale, soprattutto
nell'Italia settentrionale la cultura gotica non perdette
vitalità favorita dal tono cortese delle committenze padane.
A Mantova e Ferrara fu attivo il Pisanello, mentre a
Venezia Jacopo Bellini, padre dei pittori Gentile
e Giovanni Bellini diede l'avvio alla grande
tradizione della pittura veneta.
Il nuovo linguaggio proposto dalla metà del Quattrocento da
pittori come Andrea Mantegna, Vincenzo Foppa e
Giovanni Bellini porta con sé molti convincimenti
delle precedenti generazioni. In particolare, il senso del
disegno e della luce che esaltano in modo peculiare il gusto
dell'antico, fantasioso ed eroico e il sentimento della
natura, coinvolgente e misterioso.
Mentre, in Lombardia il tradizionale realismo si incarna da
Foppa a Zenale in un senso della storia
fattivo e cordiale, nel Veneto da Bellini a
Giorgione, l'uomo è rientrato nell'ambiente naturale
dove emergono i segni di un ordine che tutto comprende. Alla
lunga carriera di Andrea Mantegna spettò il compito
di avviare tutti questi suggerimenti e gli interessi
antiquari verso la "maniera moderna" che in area
padana fu confortata nell'ultimo ventennio del secolo dalla
presenza di Leonardo e Bramante. Intanto, si
formavano grandi botteghe, come quella fiorentina del
Verrocchio e dei plasticatori Della Robbia Luca e
Gerolamo e Fontainebbleau dal 1527.
Alla corte di Federico di Montefeltro a Urbino dominò
la figura di Piero della Francesca, grande pittore ed
autore anche di scritti teorici sulla prospettiva (De
prospectiva pingendi) e trattati di matematica. La sua
scienza prospettica trova applicazione in dipinti di grande
impegno iconografico. Il suo stile geometrico e misurato
riecheggia la monumentalità dell'arte del Masaccio,
ma è più astratto e cerebrale. Fu Piero della Francesca
inoltre ad introdurre l'uso di mischiare la tempera con la
pittura ad olio, carico di sviluppi futuri, ad esempio
presso i pittori fiamminghi.
Pittura murale del
XV secolo "Il mese di Ottobre". Castello del
Buon Consiglio - Trento |
Miniatura del XV
secolo. "Natività" |
Affresco del XV
secolo.
"Nascita di San
Benedetto" |
Particolari di
un polittico di Scuola riminese dei Coda del
XV secolo
Angelo Annunciante - Nascita di Gesù -
Annunciazione |
ANONIMI del XV secolo
La Pietà di Avignone - La Trinità - Vergine con
Bambino |
Scuola fiorentina
XV secolo |
Maestro di Santa
Caterina XV secolo |
Fernando
Mazzotta |