PALA MARMOREA DI POLISTENA
Sul monumento marmoreo,conservato nel Duomo, ritengo utile riportare uno scritto di Raffaele Sergio,apparso su "La Nuova Calabria ", anno 1954:
* Tenuissime luci di verità storica furono gettate sulla "Deposizione Marmorea " di Polistena prima che l'egregio artista Francesco Jerace non sostenesse, nella R. Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di Napoli, che essa per coerenza di tecnica e valori formali, era strettamente legata alle opere scultorie di Giovanni Merliani da Nola.
Fu per questa pura occasione che la pala marmorea di Polistena, solo un trentennio addietro, uscì dalle attribuizioni più contrastanti ed ebbe finalmente il suo legittimo autore, il Merliani. Altri invece, critici occasionali, vorrebbero attribuirla ad Antonello Gagini, senza pensare che la corrente artistica a cui appartengono le opere gigantesche è ben differente da quella a cui appartengono le opere del Merliani, pur essendo esse della stessa epoca.
Un autorevole critico d'arte ebbe a dimostrare che la pala Polistena appartiene a "quel ciclo di scultura contemporanea che richiama davvero un sensitivo della plastica michelangiolesca ".
Cogliendo a distanza di tempo l'eco di questa asserzione, altri opinarono che la detta opera fosse uscita addirittura dallo scalpello di Michelangelo. Tuttavia se la succitata Deposizione richiama il sensitivo della plastica michelangiolesca è, senza dubbio, dovuto al fatto che Giovanni Merliani da Nola, scultore, pittore e architetto, spinto a prendere contatto con gli artisti che avevano maggior rinomanza in Italia, oltre ad aver conosciuti il Bandinellì, il Montorsoli, il Sansovino ed il Ricci, conobbe a Roma anche Michelangelo, col quale, con molta probabilità, ebbe frequentissimi contatti.
Circa la provenienza della pala in Polistena, la nota tradizione dice che essa, buttata a mare, venne portata dalle onde sul fortunato litorale metaurense, (tratto fra Tauriana e Nicotera ) ove nell'agosto del 1450 venne anche trovata la cassa contenente la statua bizantina della Madonna dì Patmos, patrona oggi di Rosarno.
Nel 1924, lo stesso artista Jerace pubblicava su "Nosside " che il prezioso complesso di frammenti che componeva il " Divino Sacrificio " rimase per lungo tempo abbandonato fino a quando,nel secolo XVI, un signore polistenese della nobile famiglia Niglia non lo fece raccogliere e portare da Gioia a Polistena.
 In questa cittadina, la pala venne magistralmente ricomposta nella sua originaria impostazione; ma crollata la Chiesa Collegiale ov'era esposta, causa il sovvertimento tellurico del 1783, subì altri danni.
Dissotterrata dal Principe di Ardore, l'opera nel 1813 venne collocata su una parete della navata destra della
nuova Chiesa Madre dove tuttora si trova .Per tramandare ai posteri il modo con cui il prezioso lavoro è pervenuto a Polistena, si fece incidere su un lato dell'altare che fa da base alla stessa pala, la seguente iscrizione, dettata dal "Santo " Arciprete Prenestino:

Da "Polistena ieri e oggi" di Ferdinando Sergio


 
Ferdinando Sergio è nato a Polistena nel 1931.
Funzionario di Banca, ha assolto con senso di responsabilità e di attaccamento il suo compito da meritarsi, il 1° Maggio 1981, dal Presidente della Repubblica Sandro Pettini, la "Decorazione della Stella al Merito del Lavoro" con il titolo di "Maestro del Lavoro". Fin da giovane, sulla scia delle tradizioni letterarie degli zii materni Prenestino, ha praticato il giornalismo.
È stato corrispondente di importanti testate giornalistiche, del Giornale Radio, ed anche assiduo collaboratore del "Gazzettino del Mezzogiorno", notiziario quotidiano trasmesso dalla RAI di Napoli fino all'istituzione della Sede regionale calabrese.
Nel 1954 fondava e dirigeva la Rivista letteraria "La Nuova Calabria", in seguito chiamata "Pagine di lettere, arti e attualità", la quale esercitò un ruolo importante nella vita letteraria calabrese ed anche nazionale, grazie al costante e generoso supporto di studiosi, scrittori e giornalisti che riconoscevano, nella rivista, una voce altamente qualificata.
Successivamente, a causa di assunzioni di delicate responsabilità professionali, ha dovuto abbandonare l'attività giornalistica e letteraria, e, con rammarico, lasciare la natia Polistena. Da qualche anno in pensione, nel ricordo seducente della sua Polistena, ha cercato la riconciliazione con le tradizioni artistiche e culturali della sua terra, dimenticate per lunghi anni, pubblicando "Ritorno al passato" una breve rassegna artistico-letteraria del 900 polistenese, unitamente ad un calendario del 2001 riproducente opere di artisti polistenesi, con fotografie a colori ed il tutto computerizzato dallo stesso.
Il volume "Polistena ieri e oggi" vuol essere una rassegna storico-culturale della città natale, dalle origini ai tempi nostri; descritta in modo semplice ed accessibile a tutti, è corredata da fotografìe a colori realizzate, in massima parte, dal Sergio.

 

N.d.R.: un sentito ringraziamento a Ferdinando Sergio (Associazione Pensionati ex Carical - Cosenza) che ci ha consentito di
           trarre dal suo libro POLISTENA IERI E OGGI questo pezzo dedicato alla pala marmorea  conservata nel Duomo della
           cittadina di Polistena