Alcuni lettori hanno rilevato un leve calo della pensione di gennaio rispetto a quella precedente.
Riportiamo integralmente un messaggio pervenuto da Santino De Marco il 2 gennaio 2010  che fa riferimento ad una comunicazione FAPCREDITO relativa all'argomento a margine che spiega esaurientemente il fatto.
Resta comunque irrisolto l'annoso problema dell'adeguamento alla dinamica salariale che riduce sistematicamente il potere d'acquisto delle pensioni.
Piazza Scala - 4 gennaio 2010
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MESSAGGIO DA FAPCREDITO - ROMA - 19 DICEMBRE 2009
PENSIONI: PEREQUAZIONE AUTOMATICA PER IL 2009

Vi comunichiamo che è stato recentemente emanato un decreto legge che ha definitivamente fissato la perequazione 2008 nel +3,2 %.
E’ stata altresì fissata nel +0,7 % la perequazione provvisoria per il 2009, decorrenza 1.1.2010, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.
Vi riportiamo, di seguito, il comunicato emanato in merito dal Responsabile del Forum, Giuseppe Torrente.
PEREQUAZIONE DELLE PENSIONI
Con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sono stati determinati, sulla base dei dati Istat, la variazione percentuale per l’aumento di perequazione automatica delle pensioni con effetto dal 1° gennaio 2010 ed il valore effettivo della variazione percentuale per l’aumento di perequazione con decorrenza dal 1° gennaio 2009.
L’aumento di perequazione per l’anno 2009 è stato stabilito in via definitiva nella misura del 3,2% a fronte dell’aumento assegnato in via provvisoria al 3,3%.
Ciò significa che, in applicazione del conguaglio negativo, la rata di gennaio 2010 avrà un importo di pensione inferiore dal momento che saranno recuperate le maggiori somme corrisposte nell’anno in corso.
Per l’anno 2010 la percentuale di aumento, fissata allo 0,7%, sarà applicata per intero sull’importo delle pensioni fino a 2.291,00 euro ed al 75% (adeguamento pari allo 0,53%) per l’importo eccedente.
Si tratta dell’aumento più basso da quando, nel 1996, è entrata in vigore la perequazione automatica con cadenza annuale.
Una beffa dovuta al paniere Istat preso a base di riferimento.
Un diverso risultato se la perequazione venisse finalmente collegata alla dinamica salariale, così come da sempre sostenuto dal S.a.pens.
L’indice Istat delle retribuzioni contrattuali ha infatti presentato un incremento del 3,2% nello stesso periodo preso a riferimento per il calcolo della perequazione.
Una forbice del rapporto pensione-retribuzione che si allarga sempre più, determinando l’ulteriore impoverimento del potere d’acquisto delle pensioni.
Una situazione non più sostenibile, che deve convincere i fautori del paniere Istat a rivendicare come noi l’aggancio alla dinamica salariale, mandando definitivamente in soffitta l’attuale meccanismo di indicizzazione.

 

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