Alcuni lettori hanno rilevato un leve calo della pensione di gennaio
rispetto a quella precedente. |
MESSAGGIO DA
FAPCREDITO - ROMA - 19 DICEMBRE 2009
PENSIONI: PEREQUAZIONE AUTOMATICA PER IL 2009
Vi comunichiamo che è
stato recentemente emanato un decreto legge che ha definitivamente fissato
la perequazione 2008 nel +3,2 %.
E’ stata altresì fissata nel +0,7 % la perequazione provvisoria per il 2009,
decorrenza 1.1.2010, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione
per l’anno successivo.
Vi riportiamo, di seguito, il comunicato emanato in merito dal Responsabile
del Forum, Giuseppe Torrente.
PEREQUAZIONE DELLE PENSIONI
Con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto
con il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sono stati determinati, sulla base dei
dati Istat, la variazione percentuale per l’aumento di perequazione
automatica delle pensioni con effetto dal 1° gennaio 2010 ed il valore
effettivo della variazione percentuale per l’aumento di perequazione con
decorrenza dal 1° gennaio 2009.
L’aumento di perequazione per l’anno 2009 è stato stabilito in via
definitiva nella misura del 3,2% a fronte dell’aumento assegnato in via
provvisoria al 3,3%.
Ciò significa che, in applicazione del conguaglio negativo, la rata di
gennaio 2010 avrà un importo di pensione inferiore dal momento che saranno
recuperate le maggiori somme corrisposte nell’anno in corso.
Per l’anno 2010 la percentuale di aumento, fissata allo 0,7%, sarà applicata
per intero sull’importo delle pensioni fino a 2.291,00 euro ed al 75%
(adeguamento pari allo 0,53%) per l’importo eccedente.
Si tratta dell’aumento più basso da quando, nel 1996, è entrata in vigore la
perequazione automatica con cadenza annuale.
Una beffa dovuta al paniere Istat preso a base di riferimento.
Un diverso risultato se la perequazione venisse finalmente collegata alla
dinamica salariale, così come da sempre sostenuto dal S.a.pens.
L’indice Istat delle retribuzioni contrattuali ha infatti presentato un
incremento del 3,2% nello stesso periodo preso a riferimento per il calcolo
della perequazione.
Una forbice del rapporto pensione-retribuzione che si allarga sempre più,
determinando l’ulteriore impoverimento del potere d’acquisto delle pensioni.
Una situazione non più sostenibile, che deve convincere i fautori del
paniere Istat a rivendicare come noi l’aggancio alla dinamica salariale,
mandando definitivamente in soffitta l’attuale meccanismo di indicizzazione.