Un articolo di Arnaldo De Porti Non eravamo in moltissimi alla
Cerimonia per la ricorrenza del Patrono dei giornalisti, San
Francesco di Sales, qui a Belluno, ma di certo, in questa occasione,
si è avvertita un’aria diversa, molto meno ufficializzata del
solito, non tanto perché mancavano tutte le Autorità Civili e
Militari, ma perché, non so se si tratti di una sensazione personale, mi è parsa quasi palpabile
la voglia di riflettere con maggiore e rinnovato impegno, in una
specie di intimità professionale (quindi avulsa dalle ufficialità
degli incontri precedenti), sui doveri deontologici del giornalista,
come ha più volte ricordato non solo il Vescovo, Mons. Andrich,
durante l’omelia, ma anche come ci ha ricordato in forma (questa
volta ufficiale) il Direttore dell’Amico del Popolo, dott. Arrigoni,
consegnando agli intervenuti un manifesto, articolato in dieci
punti, per un’etica dell’informazione.
Durante l’omelia del Vescovo c’è
stato un momento di commozione quando Mons. Giuseppe Andrich,
ricordando, fra gli altri, i colleghi che non ci sono più, ha fatto
il nome di Don Domenico Cassol, mio carissimo amico, da sempre
presente alle ricorrenze del Patrono dei giornalisti e che oggi,
purtroppo, essendo stato chiamato ad altra vita, ha lasciato un
vuoto fra i Concelebranti della S. Messa, in occasione della festa
del Patrono. |
|||||||||
Galleria di fotografie
|
San Francesco di Sales
Francesco, nato in Savoia nel 1567, si laureò in diritto civile
ed ecclesiastico a Padova, e in Teologia a Parigi. Divenuto sacerdote, si
dedicò alla missione di ricondurre al cattolicesimo, la dottrina calvinista
e dopo molti sforzi, vi riuscì. Fatto Vescovo di Ginevra, attuò le riforme
del Concilio di Trento. Spirito nobile ed acuto, fu grande direttore
spirituale (restano circa 2000 lettere), aprì le vie dell'ascetica ai laici
(La Filotea) e indicò l'essenza della vita spirituale nell'amore di Dio (Teotimo).
La sua bontà divenne proverbiale "quanto dev'essere buono Dio se Francesco è
così buono!".
Nutrì grande devozione per il Santo di Paola e militò nel Terz'Ordine dei
Minimi, portandone con tanta devozione il cordone, sotto gli abiti
episcopali. Si narra che quando gli capitava di incontrare qualche Religioso
dell'Ordine di San Francesco di Paola, mostrando il cordone ripeteva con
orgoglio: "Anch'io sono Minimo!". Morì nel 1622 e fu proclamato Santo da
Papa Alessandro VII nel 1661. Oltre che dei giornalisti, è Patrono del
Terz'Ordine dei Minimi dichiarato tale da Papa Paolo VI il 4 febbraio del
1968.
Piazza Scala - gennaio 2010