Nel 1135 Bonifacio del Vasto, Signore della Marca Aleramica, divise i suoi
possedimenti tra i figli (contrariamente alle usanze più diffuse dell'epoca gli
Aleramici erano soliti non tener conto della primogenitura ma lasciare in
eredità ai figli maschi, dividendoli o lasciandoli indivisi, i propri beni). Ad
Enrico II detto il Werth (valoroso) toccò una porzione che andava da
Savona a Finale Ligure per salire in Valbormida sino a Millesimo. Dato il
coraggio messo in mostra alla Prima Crociata, l'Imperatore Federico I confermò
l'investitura convalidandola.
Il successore di Enrico I Marchese di Savona, Enrico II Del Carretto (il
primo ad aver assunto tale titolo), preferì ritirarsi da Savona e da Noli (sui
quali di fatto non esercitava alcun potere) per ritirarsi nel Finalese, ove
esisteva un eccellente sistema di fortificazioni a guardia delle direttici per
il Piemonte e la Lombardia. Enrico II implementò le difese con la costruzione di
una caminata (letteralmente "sala dotata di camino", in realtà
"palazzo fortificato") sul Becchignolo (sotto la Rocca di Perti e sopra
l'abitato di Finalborgo), vera spina nel fianco per Genova che più volte ne
intimò la distruzione senza risultato alcuno. Solo nella prima metà del XVIII
secolo, dopo l'acquisto del Marchesato dalla Spagna, riuscì finalmente a raderlo
definitivamente al suolo, uno scempio inutile che attesta l'acredine genovese
nei confronti dei Del Carretto. Intorno al 1170 era nato Castel Gavone, che
sarebbe diventato il simbolo di Finale. Il Marchesato rimase in auge quasi mezzo
millennio: martoriato da molteplici guerre con Genova, per poco meno di un
secolo fu l'unico stato indipendente del ponente ligure (Genova era infatti
diventata un possedimento francese). Cessò di esistere come stato nel 1598,
quando Sforza Andrea del Carretto, ultimo Marchese, lo vendette alla Spagna:
rimase in essere come entità geografica sino all'avvento di Napoleone.
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Luglio 2009 - Alfredo Izeta
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