UNA SERATA COI
RADIANTISTI
... in quello strano salotto che sta lassù fiocamente
illuminato dalle stelle,
dove la voce rimbalza forse di nube in nube e ritorna
piana, serena, distesa sino a noi.
La sera
scende ormai di botto e refoli d' aria sempre più fresca
inducono a chiudere le finestre; è cessato anche
l'infernale gracchiare delle motorette e s'assapora
alfine un po' di quiete: la città s'addormenta
lentamente.
E' l'ora preferita dai radiantisti, dalla folta schiera
cioè degli appassionati a un hobby che ha interessato
gli psicologi di tutto il mondo. Sui perché di esso si è
dissertato a lungo, si sono affacciate e distrutte
decine d'ipotesi, si sono scomodati i più grandi
psicanalisti, si sono azzardate congetture le più
strane; ma la ragione più plausibile, universalmente
ormai accettata, è proprio la più semplice: il
bisogno dell'uomo di comunicare con un altro essere,
chiunque esso sia, ovunque si trovi.
Ho subito anch'io quel fascino per una sera, allorché mi
sono posto alle spalle d'un collega radiantista e ne ho
osservato l'armeggiare continuo su strumenti per me
astrusi, nel tentativo di inserirsi in una "ruota", la
stessa che collega attraverso le infinite vie del cielo
uomini d'ogni condizione, d'ogni età, d'ogni colore.
"Break, break, break" era l'invocazione ripetuta per
essere ascoltato ed accettato in quello strano salotto
che sta lassù, fiocamente illuminato dalle stelle, dove
la voce rimbalza forse di nube in nube e ritorna piana,
serena, distesa sino a noi.
Ecco, ora il collegamento è avvenuto, e grande è
l'emozione di sentire una voce forse a mille chilometri
di distanza, che viene subito amica; ci si tratta col
tu, come vecchi compagni di scuola, anche se non ci si
conosce e pur sapendo che molto probabilmente ci si
vedrà mai di persona; si parla di tutto, di questioni
tecniche, di lavoro, di sport, di svaghi, solo evitando
accuratamente di trattare argomenti politici o religiosi
che potrebbero far scivolare il dialogo su sentieri
minati o creare situazioni di imbarazzo.
Si sentono altri intervenire e si cede loro la parola,
proprio come si fa quando la conversazione diventa
animata ed a turno si
interloquisce; si instaura così una atmosfera da
salotto, o per meglio dire da riunione amichevole,
caratterizzata da un calore umano difficilmente
riscontrabile in altre sedi, ad accrescere il quale
contribuisce quel fascino sottile derivante dal mistero
che circonda i tuoi interlocutori: chi sono? dove sono?
sono giovani od anziani?
Senti le loro voci, ascolti i loro problemi, i loro
racconti; porgi orecchio ai loro consigli e ne dai; li
ringrazi, ti ringraziano; stacchi: davanti a te una
serie di macchine mute, dai nomi stranissimi ed
avveniristici: signaltracer, rotore d'antenna,
rosmetro, TX 144 MF canalizzato.
Che cos'altro sono per te profano, se non mostruosità
che l'uomo ha voluto e realizzato per non sentirsi più
solo in questo mondo? Stiamo correndo verso l'isolamento
sempre più accentuato dell'uomo dall'uomo ed ecco che
proprio lassù, per mezzo di quelle macchine, si ritrova
il gusto di cose quasi irrimediabilmente perdute.
Domani si riprenderà con il "break" ed il rotore
d'antenna frugherà nello spazio alla caccia d'una voce
che attendi; forse sarà un CB (citizien band), un
pirata dell'etere, qualcuno che col suo walky talky
si inserisce nella famosa frequenza dei 27 megacicli e
che per questa sua intromissione su una lunghezza d'onda
riservata a servizi d'emergenza è perseguito dalla
legge.
Anche per costoro però sta per finire il periodo di
clandestinità; anch'essi - speriamo presto - potranno
uscire allo scoperto con i loro "baracchini"; il salotto
avrà allora nuovi ospiti e non sempre frivoli saranno i
conversari; è successo, e succederà ancora, che grida di
aiuto per la richiesta d'un farmaco, o di allarme per
una calamità improvvisa, siano rimbalzate di casa in
casa e che proprio grazie ai radiantisti - questi fuori
legge galantuomini del nostro tempo - qualcuno destinato
a morire sia riuscito a salvarsi: quella sera i
radiantisti si sono sentiti anche boys scouts.........
Dino Dazzi (Centro Contabile)
(dal Notiziario n. 46 del dicembre 1972 anno VIII)
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