da IL NOTIZIARIO (PERIODICO DEL CIRCOLO PERSONALE COMIT MILANO)    

 

 

In Europa, verso la metà del secolo XVII, prima ancora che fossero costituite accademie scientifiche, le notizie sulle scoperte e sui risultati ottenuti dallo studio dei fenomeni naturali venivano rese note mediante la pubblicazione di libri o, per lo più, attraverso il semplice scambio epistolare.
Un libro, naturalmente, permetteva di esporre per esteso i risultati delle ricerche, come fecero Copernico nel "De Revolutionibus orbium Coelestium", Gilbert nel "De Magnete", Harvey nel "De Motu Cordis", ed altri ancora in quelle opere che sono considerate i classici del genere. Ma quando i mezzi di comunicazione erano scarsi o difficoltosi e l'indagine non era ancora sviluppata, o si trovava addirittura in stato embrionale, il "filosofo naturale" (cosi' si chiamava allora lo scienziato) era solito riportare le sue osservazioni nello scambio di corrispondenza epistolare con altri colleghi interessati allo stesso problema.

Questo scambio di vedute era, ovviamente, lento e limitato ad amici personali e perciò del tutto inadeguato a tenere dietro alle esigenze di un'epoca che incominciava a provare un grande interesse per la "nuova filosofia", come si chiamava allora la scienza in generale. Quanto al metodo di ricerca, gli scienziati si proponevano, secondo la traccia indicata da Galileo e da Bacone, di studiare la natura delle cose attraverso il metodo sperimentale, cioè basato sulle esperienze dirette di laboratorio. Cosi", fra le prime necessità che si avvertirono nel mondo culturale europeo vi fu quella di una più pronta diffusione delle conoscenze scientifiche allo scopo di accelerare il passo del progresso. Gli scienziati parigini furono i primi a fondare un' Accademia delle Scienze, che acquistò stato ufficiale nel 1666 sotto il Re Sole, con la pubblicazione, nel gennaio del 1665, del "Journal des Savants". Questo giornale era edito settimanalmente e conteneva, oltre che informazioni di carattere scientifico, anche l'annuncio di  nuove invenzioni, sovente astruse, e l'esposizione o l'esame di quesiti legali e teologici. L'avventura editoriale di questa rivista ebbe un esito positivo e il giornale divenne, in seguito, l' organo ufficiale dell'Accademia, soprattutto per merito di una famosa serie di "Mémoires", di carattere storico-politico, pubblicata verso la fine del XVII secolo, quando il giornale, peraltro, cessava di avere importanza scientifica. A Londra, gli "amici" della "Royal Society" seguirono con vivo interesse l'iniziativa degli scienziati francesi e decisero in favore di una pubblicazione che doveva però essere più "filosofica" (cioè più scientifica, secondo il linguaggio dell'epoca) e, anzitutto, far conoscere gli esperimenti di laboratorio eseguiti dai membri della Società alla presenza dei colleghi scienziati.

Apparve così, il 6 marzo 1665, il primo numero della rivista mensile "Philosophical Transactions", di contenuto strettamente scientifico, redatta da veri specialisti.
Questa rivista si perfezionò, col tempo, diventando il modello della pubblicazione a carattere scientifico e, come tale, può definirsi l'illustre capostipite di una numerosa progenie. Durante la sua lunga vita, la rivista vantò la collaborazione dei più eminenti scienziati degli ultimi tre secoli, come Isacco Newton (fisica), Stephen Gray (elettricità), Joseph Black (gas), Van Helmont, Guyton de Morveau e Lavoisier (chimica), e perfino del nostro Alessandro Volta, insieme con Ampère, Claude Bernard, ecc.. Il giornale specializzato in una sola scienza si pubblicò invece soltanto verso la fine del XVIII secolo, quando cioè la crescente complessità dello studio incanalò in rami diversi, per sviluppo naturale, l'attività scientifica.
Ancora in Francia apparvero i due primi giornali specializzati, uno per la fisica e l'altro per la chimica.
Il primo nacque nel 1771, avendo come testata "Observations sur la Physique". Però, oltre che di fisica, pubblicava articoli di storia naturale e di varia informazione sulle arti applicate (più che altro, sembra, in quanto l'editore temeva di non raggiungere una tiratura sufficiente di vendite). Il foglio, invece, ebbe un successo sorprendente, e dopo la Rivoluzione divenne il famoso "Journal de Phisyque".
L'altro fu il non meno noto "Annales de Chimie", fondato a Parigi nel 1789, durante il primo anno della Rivoluzione. Esso viene oggi comunemente riconosciuto come il primo giornale di chimica, sebbene in Germania Lorenz Crell avesse già incominciato a stampare, nel 1778, il "Chemisches Journal", che continuò a pubblicarsi, con testate diverse, fino al XIX secolo. Alla fine del XVIII secolo il periodico scientifico divenne un genere stabile d'informazione e il suo apporto si fece sempre più consistente nel mondo della ricerca. Basti dire che dal 1725 alla fine del secolo, la cultura europea lanciò 74 nuovi giornali scientifici, e che, durante il XIX secolo, le testate si moltiplicarono prodigiosamente. Ai nostri giorni, soltanto in Europa, le riviste scientifiche sono più di 50 mila.

Filippo Garrone (Genova - maggio 1972)




 

 

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