NEVICA 

La poesia si presenta come una diffusa descrizione della neve che cade sulle case e sui campi: lenti e suadenti i versi si dipanano con la lievità dei bianchi fiocchi, soffermandosi su particolari solo apparentemente insignificanti, ma che sanno elevarsi a metafore di vita. Negli ultimissimi versi, infine, il poeta dichiara il suo pensiero, come si conviene in una lirica che segue lo schema dell'idillio: l'immagine del camposanto, infatti, mostra la sua riflessione sull'esistenza umana.
(Da Antologia “Poesia all'ombra della fortezza” 2008) 

Non trova spiragli
la viva luce del sole
soffocata da denso, levigato,
cinereo scudo di nubi.
Scendono fitte farfalle di neve
ad ali distese.
Alitate dal vento
si superano, roteano e infine
stanche si lasciano andare.
Rasenta i casolari
il soffio dell’inverno.
Sono sorde e spente le persiane.
Sui tetti imbiancati
i comignoli lanciano
messaggi segreti di fumo
al cielo svuotato
di vele di gabbiani.
Crepitii di lenti passi per le strade
di genti rade e infreddolite.
Distesa di silenzi inonda
le desolate pietre
del piccolo camposanto
ammantato di neve,
come il mio animo che vibra
al deserto del gelo. 

Da  “Ali di pietra” di Giovanni Lorè (Edizioni Helicon)
Piazza Scala - novembre 2008