LA QUESTIONE DELLE MOSCHEE 

Il dibattito pubblico sull’opportunità o meno di autorizzare l’istituzione di luoghi di culto islamici nelle nostre città ha ormai assunto connotati ideologici, politici, anziché religiosi, come dovrebbe avere in linea di principio. Perché?  La nostra Costituzione garantisce la libertà di culto per tuttiIl progetto della moschea di Colonia e perfino gli accordi bilaterali con la Chiesa Cattolica non prevedono più, come era un tempo, che la religione cattolica sia la religione dello stato e tutti ormai sanno che il popolo dei credenti e soprattutto quello dei praticanti è ormai ridotto ad una minoranza.
Perché alcune forze politiche si oppongono all’apertura di moschee per consentire ai cittadini italiani di religione islamica ed agli immigrati, sempre più numerosi, di praticare il loro culto? E perché tanti italiani guardano con sospetto ed una certa avversione a quelle pratiche e alla concessione da parte delle autorità amministrative dei necessari permessi alla conversione di capannoni, magazzini ed altri locali alle associazioni islamiche ed alle loro autorità religiose?
Molte amministrazioni locali, interpretando i sentimenti di una parte dei loro elettori, qualche volta correttamente e spesso pretestuosamente, fanno resistenza passiva negando o lesinando i permessi relativi.
I motivi che spingono tanti cittadini a guardare con sospetto le attività anche strettamente religiose delle comunità islamiche sono molti e non sempre, va riconosciuto, sono dettati da razzismo, da ostilità nei confronti dei diversi e dei nuovi arrivati. Sono esistite ed esistono situazioni, nelle nostre città, dove l’integrazione degli immigrati e la loro accettazione da parte dei cittadini italiani è più difficile a causa di piccole minoranze, sempre presenti nei grandi flussi migratori (e noi italiani che abbiamo popolato il mondo di emigranti operosi ma anche di criminalità organizzata dovremmo saperlo bene). L’uomo di colore o barbuto e la donna velata suscitano ancora sentimenti di diffidenza in molti cittadini e l’estremismo di certi paesi islamici non aiuta a superarli. Anche l’attività di propaganda politica che si svolge in certe moschee ad opera di minoranze fondamentaliste e radicali contribuisce ad alimentare questa diffidenza che porta molta gente a generalizzare ingiustamente.
Ormai nel nostro paese i musulmani, praticanti o meno, sono milioni e non ha assolutamente più senso impedir loro di riunirsi liberamente per pregare o per discutere dei loro problemi, nel rispetto delle leggi del nostro paese. Vanno anzi incoraggiati a vivere liberamente le loro comunità, le loro tradizioni, la loro cultura, a conservare la loro lingua e la loro religione. Contrariamente a quanto molti credono, ciò favorisce l’integrazione ed aiuta l’immigrato ad apprezzare e poi ad adottare il modo di vivere di noi occidentali, nella libertà. Inoltre, l’esperienza di altri paesi (vedi gli Stati Uniti, il Canada, la Francia, la Gran Bretagna) dimostra che la presenza di altre culture arricchisce anche la nostra. I nostri figli lo hanno già capito.

                                                                                                                 Giacomo Morandi