I proverbi
Questa breve panoramica è limitata ai proverbi (che tanti
paesani chiamano ancora 'u dittu', oppure "l'antìcu", oppure '"u ditt'i ll'antìcu")
che circolano nel nostro paese. Ve ne sono certamente altri che non è stato
possibile censire. Quelli calabresi poi sono molto più
numerosi. Non c'é però da farsi illusioni: a parte casi rarissimi, legati alle
più eterogenee circostanze, i proverbi hanno matrice e diffusione antiche e
universali. Con lingua o dialetto diversi vengono espressi, insomma, gli stessi
concetti sotto le più disparate latitudini, identiche essendo dappertutto le
motivazioni che ne stanno alla base (paura, insicurezza, rassegnazione,
dispetto, rabbia, superstizione, moralismo, metereologia, parentela, ricchezza,
povertà, lavoro, ecc.).
L'intento di ottenere il migliore risultato fonetico e quindi la massima
aderenza alla pronuncia autentica, ha consigliato - anche qui - di fare largo
uso, spesso ridondante, di accenti, di apostrofi, doppie consonanti, nonché di
descrizioni letterali a volte curiose, che soltanto in apparenza possono
sembrare arbitrarie. Abbiamo suddiviso
lo scritto in sei parti, tutte collegate l'una con l'altra. Per visualizzarle
cliccate sui seguenti links:
- prima
parte
- seconda
parte
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terza parte
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quarta parte
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quinta parte
- sesta
parte
Aprile 2009 |