La Zecca di Milano
A partire
dal 1988 la Banca Commerciale Italiana ha
editato annualmente, per i tipi della Stamperia
Valdonega di Verona, una monografia formato
cm.12,5x9 correlata alla riproduzione in
argento di una moneta coniata dalla
Zecca di Milano e contenuta in un elegante
raccoglitore color azzurro cobalto, con
sovrimpressione in oro del noto logo. La
raccolta è composta da tredici monografie, brevi
studi, che percorrono un itinerario storico a
partire dal 1450 – anno in cui Francesco Sforza
fu chiamato a difendere la città di Milano –
fino al 1848 quando il Governo Provvisorio di
Lombardia celebra l’evento con l’emissione di
una serie di monete. Le pubblicazioni, per…………
“cause di forza maggiore” cessano nel 2000 e non
c’è tempo per concludere l’arco storico fino al
1893 quando con Umberto I° la Zecca di Milano
cessa definitivamente la sua attività.Gli
storici narrano che già Giulio Cesare, verso il
50 a.C., abbia coniato a Mediolanum il
denarius d’argento, tuttavia una zecca vera
e propria comincia a funzionare a Milano solo
nel 260 d.C.Non è il caso di dilungarsi sulla
storia dei personaggi che hanno battuto moneta
nella Zecca di Milano: basti sapere che già nel
XIV° secolo le monete, coniate in oro ed
argento, oltre ad avere un intrinseco interesse
finanziario, erano dei veri e propri lavori di
raffinata oreficeria.Passiamo in rassegna,
quindi, gli esemplari che si accompagnano alle
rispettive pubblicazioni annuali tra il 1988 e
il 2000.
Cliccare sulle immagini a
destra per ingrandirle.
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1988 - Doppio Testone di Galeazzo Maria
Sforza – V° Duca di Milano (1466-1476).
Esemplare che si colloca nel quadro del
rinnovamento monetario voluto da Galeazzo Maria
Sforza con lo scopo di farne preziosi omaggi ad
eminenti personaggi dell’epoca. Il Doppio
Testone rappresenta una vera e propria emissione
commemorativa |
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1989 - Ludovico Maria Sforza detto il Moro
VII° Duca di Milano (1494-1500) e Beatrice
d’Este.
Testimonianza di amore e di ammirazione è la
moneta che Ludovico il Moro volle dedicare alla
moglie Beatrice. Eccelsa per il messaggio che
rappresenta e per l’ispirazione artistica che sa
esprimere, è uno dei primi esempi di monetazione
in cui l’effigie del sovrano si accompagna a
quella della moglie.
La moneta, solo in questa occasione, viene
riprodotta in duplice versione oro 22K e argento
925/000. |
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1990 - Francesco II° Sforza IX° Duca di
Milano (1521-1535).
Questo esemplare esula leggermente dal novero
delle semplici medaglie commemorative, ma
rientra a far parte integrante di una «serie»
che, con tutta probabilità, aveva l’intento di
effigiare e commemorare i Duchi di Milano
appartenuti alla famiglia Sforza o comunque
succedutisi al governo del Ducato di Milano. |
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1991 - Carlo V° Re di Spagna – Imperatore e
Duca di Milano (1516-1556).
Si tratta indiscutibilmente dello scudo
d’argento del valore di 110 soldi ed è la prima
emissione di grande modulo della Zecca di Milano
e un documento della stessa datato 1551 si
riferisce all’ordine di coniazione di scudi
d’argento che, in base al loro peso, avrebbero
assunto un valore di circolazione di 110 soldi.
Il rovescio dell’esemplare si riferisce alla
vittoria militare di Carlo V nella battaglia del
24 aprile 1547 nelle vicinanze di Mühlberg che
vide in rotta le truppe protestanti e
l’occupazione della Sassonia da parte
dell’Imperatore. Fu definita come la «battaglia
dei giganti». |
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1992 - Carlo V° Re di Spagna – Imperatore e
Duca di Milano (1516-1556).
Stesso valore nominale dello scudo d’argento del
valore di 110 soldi.
Sul rovescio è rappresentato un importante
avvenimento a carattere religioso: l’abiura del
manicheismo da parte di Sant’Agostino per
abbracciare la fede cattolica. Meglio nota come
lo scudo della «lotta dei Titani». |
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1993 - Filippo II° Re di Spagna – Duca di
Milano (1554-1598).
La moneta rappresenta con tutta probabilità una
delle prime emissioni a nome di Filippo II.
Trattasi di uno scudo d’argento che raffigura
sul diritto un busto del sovrano e sul rovescio
Ercole in atto di sorreggere la volta celeste.
Il rovescio è un vero e proprio simbolo
parlante: Ercole-Filippo II si offre, al fine di
lasciar riposare Atlante-Carlo V, di sorreggere
il peso della volta celeste. |
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1994 - Filippo IV° Re di Spagna – Duca di
Milano (1621-1665).
Gli aspetti artistici, morfologici e numismatici
presi in esame negli anni dagli esperti sono in
grado di indicare con assoluta certezza che
l’esemplare deve essere considerato una
medaglia, ma non consentono ragionevolmente di
proporre una possibile data per l’emissione,
mentre è ipotizzabile ritenere l’esemplare un
prodotto della Zecca di Milano. Coniato
sicuramente in un momento successivo al 1630 con
chiari intenti di commemorazione dell’avvenuto
debellamento della pestilenza milanese. La
raffigurazione del rovescio rappresenta la
veduta panoramica, prospettica della città di
Milano, con corpi di morti in ricordo della
celebre pestilenza manzoniana. |
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1995 - Maria Teresa Imperatrice d’ Austria,
Regina d’Ungheria e Duchessa di Milano
(1740-1780).
Trattasi dello scudo d’ argento del 1779. La
moneta appartiene alla cosiddetta “nuova
monetazione” del regno teresiano per Milano,
iniziata nel 1778. Sul diritto è raffigurato il
busto velato e diademato dell’Imperatrice e sul
rovescio sono impressi lo stemma ovale della
città di Milano, inquartato con l’aquila e la
biscia e caricato, al centro, dello scudetto
d’Austria, sormontato dalla corona imperiale, in
basso, da due rami, di palma a sinistra e
d’alloro a destra. |
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1996 - Giuseppe II° d’Asburgo-Lorena
Imperatore e Duca di Milano (1765-1790).
Il pezzo di questo breve studio è la
riproduzione in argento di un sovrano d’oro
battuto per Giuseppe II con data 1786.
L’originale fa parte della storica Collezione
numismatica del conte Pietro Verri, che fu già
proprietà della Banca Commerciale Italiana ed
oggi, fortunatamente, della Fondazione Raffaele
Mattioli. |
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1997 - Francesco I° d’Asburgo-Lorena
Imperatore d’Austria e Re del Lombardo-Veneto
(1815-1835).
L’esemplare riprodotto è lo scudo nuovo
d’argento del 1822 che fu la moneta in argento
di maggior valore battuta da Francesco I per il
Regno Lombardo-Veneto. Anche questo pezzo
originale appartiene alla collezione del conte
Pietro Verri ora di proprietà della Fondazione
Raffaele Mattioli. |
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1998 - Napoleone Bonaparte Imperatore dei
francesi e Re d’Italia (1805-1814).
La coniazione che si accompagna a questo
libretto è la riproduzione in argento della
moneta, pure in argento, da cinque lire, emessa
dalla Zecca di Milano nel 1807 a nome di
Napoleone I Bonaparte come re d’Italia.
Sul diritto testa nuda a destra di Napoleone e
al rovescio aquila imperiale francese caricata
dello stemma del Regno d’Italia; dietro manto
sorretto da alabarde e sormontato da corona. |
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1999 - La Repubblica Cisalpina (1797-1802).
Nel giugno del 1797 nasce dall’unione delle
repubbliche Cispadana, Transpadana e repubblica
Veneta, create da Napoleone Bonaparte dopo la
fine del conflitto con l’Austria e la firma
degli accordi preliminari di pace a Leoben (18
aprile 1797), la Repubblica Cisalpina che ebbe
come capitale Milano. La coniazione che si
accompagna a questo libretto è la riproduzione
in argento dello scudo di sei lire, emesso nel
1800 dalla Zecca di Milano. Al diritto una
figura femminile in piedi, personificazione
della Repubblica Cisalpina, che presta atto di
riconoscenza ad un’altra donna figura allegorica
della Francia, galeata e seduta sopra un
basamento. Al rovescio l’iscrizione SCUDO DI
LIRE SEI 27 PRATILE ANNO VIII. |
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2000 - Governo provvisorio di Lombardia (22
marzo – 6 agosto 1848).
Il 1848 è passato alla Storia come l’anno delle
grandi insurrezioni che sconvolsero quasi
contemporaneamente l’intera Europa, conseguenza
della Restaurazione ossia del periodo storico
che si aprì dopo la caduta di Napoleone
Bonaparte. A Milano diversi eventi resero sempre
più incandescente la tensione fra la popolazione
e gli austriaci sino a culminare in quel
fatidico giorno del 18 marzo 1848 quando i
milanesi scesero in piazza e nei cinque giorni
successivi scrissero una delle pagine più
gloriose del Risorgimento che tutti ricordiamo:
“le cinque giornate di Milano”. La coniazione
per questo ultimo breve studio è la riproduzione
delle cinque lire italiane del Governo
Provvisorio di Lombardia battuta dopo
l’insurrezione del marzo 1848. Al rovescio
mostra la scritta ITALIA LIBERA DIO LO VUOLE e
l’Italia paludata e con il capo cinto da una
corona turrita. |
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