Ricordate le "monete" d'argento che la Banca Commerciale Italiana faceva coniare per farne dono ai migliori clienti come "strenne" di Natale? Fernando Mazzotta presenta la collezione completa (1988/2000) con le relative note esplicative:
15 gennaio 2009

La Zecca di Milano

A partire dal 1988 la Banca Commerciale Italiana  ha editato annualmente, per i tipi della Stamperia Valdonega di Verona, una monografia formato cm.12,5x9 correlata alla riproduzione in argento di una moneta coniata dalla Zecca di Milano e contenuta in un elegante raccoglitore color azzurro cobalto, con sovrimpressione in oro del noto logo. La raccolta è composta da tredici monografie, brevi studi, che percorrono un itinerario storico a partire dal 1450 – anno in cui Francesco Sforza fu chiamato a difendere la città di Milano – fino al 1848 quando il Governo Provvisorio di Lombardia celebra l’evento con l’emissione di una serie di monete. Le pubblicazioni, per………… “cause di forza maggiore” cessano nel 2000 e non c’è tempo per concludere l’arco storico fino al 1893 quando con Umberto I° la Zecca di Milano cessa definitivamente la sua attività.Gli storici narrano che già Giulio Cesare, verso il 50 a.C., abbia coniato a Mediolanum il denarius  d’argento, tuttavia una zecca vera e propria comincia a funzionare a Milano solo nel 260 d.C.Non è il caso di dilungarsi sulla storia dei personaggi che hanno battuto moneta nella Zecca di Milano: basti sapere che già nel XIV° secolo le monete, coniate in oro ed argento, oltre ad avere un intrinseco interesse finanziario, erano dei veri e propri lavori di raffinata oreficeria.Passiamo in rassegna, quindi, gli esemplari che si accompagnano alle rispettive pubblicazioni annuali tra il 1988 e il 2000.
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1988 -  Doppio Testone di Galeazzo Maria Sforza – V° Duca di Milano (1466-1476).
Esemplare che si colloca nel quadro del rinnovamento monetario voluto da Galeazzo Maria Sforza con lo scopo di farne preziosi omaggi ad eminenti personaggi dell’epoca. Il Doppio Testone rappresenta una vera e propria emissione commemorativa
1989 - Ludovico Maria Sforza detto il Moro VII° Duca di Milano (1494-1500) e Beatrice d’Este.
Testimonianza di amore e di ammirazione è la moneta che Ludovico il Moro volle dedicare alla moglie Beatrice. Eccelsa per il messaggio che rappresenta e per l’ispirazione artistica che sa esprimere, è uno dei primi esempi di monetazione in cui l’effigie del sovrano si accompagna a quella della moglie.
La moneta, solo in questa occasione, viene riprodotta in duplice versione oro 22K e argento 925/000.
1990 - Francesco II° Sforza IX° Duca di Milano (1521-1535).
Questo esemplare esula leggermente dal novero delle semplici medaglie commemorative, ma rientra a far parte integrante di una «serie» che, con tutta probabilità, aveva l’intento di effigiare e commemorare i Duchi di Milano appartenuti alla famiglia Sforza o comunque succedutisi al governo del Ducato di Milano.
1991 - Carlo V° Re di Spagna – Imperatore e Duca di Milano (1516-1556).
Si tratta indiscutibilmente dello scudo d’argento del valore di 110 soldi ed è la prima emissione di grande modulo della Zecca di Milano e un documento della stessa datato 1551 si riferisce all’ordine di coniazione di scudi d’argento che, in base al loro peso, avrebbero assunto un valore di circolazione di 110 soldi.
Il rovescio dell’esemplare si riferisce alla vittoria militare di Carlo V nella battaglia del 24 aprile 1547 nelle vicinanze di Mühlberg che vide in rotta le truppe protestanti e l’occupazione della Sassonia da parte dell’Imperatore. Fu definita come la «battaglia dei giganti».
1992 - Carlo V° Re di Spagna – Imperatore e Duca di Milano (1516-1556).
Stesso valore nominale dello scudo d’argento del valore di 110 soldi.
Sul rovescio è rappresentato un importante avvenimento a carattere religioso: l’abiura del manicheismo da parte di Sant’Agostino per abbracciare la fede cattolica. Meglio nota come lo scudo della «lotta dei Titani».
1993 - Filippo II° Re di Spagna – Duca di Milano (1554-1598).
La moneta rappresenta con tutta probabilità una delle prime emissioni a nome di Filippo II. Trattasi di uno scudo d’argento che raffigura sul diritto un busto del sovrano e sul rovescio Ercole in atto di sorreggere la volta celeste. Il rovescio è un vero e proprio simbolo parlante: Ercole-Filippo II si offre, al fine di lasciar riposare Atlante-Carlo V, di sorreggere il peso della volta celeste.
1994 - Filippo IV° Re di Spagna – Duca di Milano (1621-1665).
Gli aspetti artistici, morfologici e numismatici presi in esame negli anni dagli esperti sono in grado di indicare con assoluta certezza che l’esemplare deve essere considerato una medaglia, ma non consentono ragionevolmente di proporre una possibile data per l’emissione, mentre è ipotizzabile ritenere l’esemplare un prodotto della Zecca di Milano. Coniato sicuramente in un momento successivo al 1630 con chiari intenti di commemorazione dell’avvenuto debellamento della pestilenza milanese. La raffigurazione del rovescio rappresenta la veduta panoramica, prospettica della città di Milano, con corpi di morti in ricordo della celebre pestilenza manzoniana.
1995 - Maria Teresa Imperatrice d’ Austria, Regina d’Ungheria e Duchessa di Milano (1740-1780).
Trattasi dello scudo d’ argento del 1779. La moneta appartiene alla cosiddetta “nuova monetazione” del regno teresiano per Milano, iniziata nel 1778. Sul diritto è raffigurato il busto velato e diademato dell’Imperatrice e sul rovescio sono impressi lo stemma ovale della città di Milano, inquartato con l’aquila e la biscia e caricato, al centro, dello scudetto d’Austria, sormontato dalla corona imperiale, in basso, da due rami, di palma a sinistra e d’alloro a destra.
1996 - Giuseppe II° d’Asburgo-Lorena Imperatore e Duca di Milano (1765-1790).
Il pezzo di questo breve studio è la riproduzione in argento di un sovrano d’oro battuto per Giuseppe II con data 1786. L’originale fa parte della storica Collezione numismatica del conte Pietro Verri, che fu già proprietà della Banca Commerciale Italiana ed oggi, fortunatamente, della Fondazione Raffaele Mattioli.
1997 - Francesco I° d’Asburgo-Lorena Imperatore d’Austria e Re del Lombardo-Veneto (1815-1835).
L’esemplare riprodotto è lo scudo nuovo d’argento del 1822 che fu la moneta in argento di maggior valore battuta da Francesco I per il Regno Lombardo-Veneto. Anche questo pezzo originale appartiene alla collezione del conte Pietro Verri ora di proprietà della Fondazione Raffaele Mattioli.
1998 - Napoleone Bonaparte Imperatore dei francesi e Re d’Italia (1805-1814).
La coniazione che si accompagna a questo libretto è la riproduzione in argento della moneta, pure in argento, da cinque lire, emessa dalla Zecca di Milano nel 1807 a nome di Napoleone I Bonaparte come re d’Italia.
Sul diritto testa nuda a destra di Napoleone e al rovescio aquila imperiale francese caricata dello stemma del Regno d’Italia; dietro manto sorretto da alabarde e sormontato da corona.
1999 - La Repubblica Cisalpina (1797-1802).
Nel giugno del 1797 nasce dall’unione delle repubbliche Cispadana, Transpadana e repubblica Veneta, create da Napoleone Bonaparte dopo la fine del conflitto con l’Austria e la firma degli accordi preliminari di pace a Leoben (18 aprile 1797), la Repubblica Cisalpina che ebbe come capitale Milano. La coniazione che si accompagna a questo libretto è la riproduzione in argento dello scudo di sei lire, emesso nel 1800 dalla Zecca di Milano. Al diritto una figura femminile in piedi, personificazione della Repubblica Cisalpina, che presta atto di riconoscenza ad un’altra donna figura allegorica della Francia, galeata e seduta sopra un basamento. Al rovescio l’iscrizione SCUDO DI LIRE SEI 27 PRATILE ANNO VIII.
2000 - Governo provvisorio di Lombardia (22 marzo – 6 agosto 1848).
Il 1848 è passato alla Storia come l’anno delle grandi insurrezioni che sconvolsero quasi contemporaneamente l’intera Europa, conseguenza della Restaurazione ossia del periodo storico che si aprì dopo la caduta di Napoleone Bonaparte. A Milano diversi eventi resero sempre più incandescente la tensione fra la popolazione e gli austriaci sino a culminare in quel fatidico giorno del 18 marzo 1848 quando i milanesi scesero in piazza e nei cinque giorni successivi scrissero una delle pagine più gloriose del Risorgimento che tutti ricordiamo: “le cinque giornate di Milano”. La coniazione per questo ultimo breve studio è la riproduzione delle cinque lire italiane del Governo Provvisorio di Lombardia battuta dopo l’insurrezione del marzo 1848. Al rovescio mostra la scritta ITALIA LIBERA DIO LO VUOLE e l’Italia paludata e con il capo cinto da una corona turrita.