Lanzarote: Parque Nacional de Timanfaya
Le montagne del fuoco

 

FOTOGRAFIE DI ALFREDO IZETA
 

Non ero mai stato alle Canarie: dalle fotografie mi sembravano solo un insieme di grandi spiagge, moderni alberghi, acciaio e cemento.
Per me è stata quindi una grande sorpresa visitare a Lanzarote le "montagne del fuoco", costituite da decine di crateri grandi e piccoli apparentemente spenti. Nel sottosuolo arde infatti il fuoco, che viene utilizzato per creare piccoli soffioni e cuocere patate sorpra una grata fissata sopra un pozzo.
La descrizione sottostante è tratta da un depliant, ma tutte le fotografie sono le mie....

Alfredo Izeta - novembre 2009

 


Tra gli anni 1730 e 1736, in una estensione di terre fertili, situato nella zona centro-occidentale di Lanzarote, si produsse una delle eruzioni più importanti della storia della vulcanologia.
Durante questi anni le terre coltivabili si convertirono in estesi campi di lava; più di venti paesi e casolari rimasero sepolti dalla furia dei crateri, secondo una descrizione particolarmente preciso di Andrés Lorenzo Curbelo parroco di Yaiza in quei tempi. Nell'anno 1824 ebbe luogo la ultima eruzione con queste caratteristiche in Lanzarote. La brutale azione della natura configurò questa impressionante zona, dichiarata Parco Nazionale nel 1974. Si tratta di un totale di 51 kilometri quadrati di superfice che costituiscono l'area del parco nazionale di Timanfay, nel cui interiore si alza una catena di vulcani che produssero le più importanti eruzioni, e che si denonimano nel loro complesso Montagne del Fuoco. In questa estensione di terreno, che arriva fino al mare, nonostante la sua apparenza ostile a qualsiasi forma di vita, esistono speci animali come: la lucertola di Haria, il corvo, il gabbiano e la "pardela", ed anche grandi quantità e varietà di licheni (più di 300 specie distinte), cosi come "l'aulaga", i giunchi, i "tojios", le lingue di vacca ed altri esemplari della flora endemici. Numerosi esperti in botanica, zoologia e geologia utilizzano il Parco Nazionale di Timanfaya come base per differenti studi ed esperimenti. Nelle vicinanze del parco si trova il Centro di Visitanti ed Interpretazione di Mancha Bianca, appartenente al Ministero dell'Ambiente. Qui si trova un'esposizione permanente con pannelli interpretativi e simulazione vulcanica, un servizio di guide-interprete ed un programma audiovisuale multimedia.
Una volta che accediamo all'interno delle Montagne del Fuoco abbiamo la sensazione di trovarci in un paesaggio sorprendente ed irripetibile. Il primo punto che visitiamo e chiamato el Islote de Hilario (l'isolotto di Hilario) un luogo il cui sottosuolo presenta una temperatura di 140 gradi centigradi a solo 10 centimetri di profondità e di 400 gradi se lo scavo arriva a 6 metri. In questo luogo possiamo partecipare a diversi esperimenti geotermici come, accendere la aulaga per mezzo del calore del vulcano o comprovare le emanazioni calorifiche della superficie. Possiamo anche vedere i geiser artificiali che, attraverso i tubi introdotti nel suolo, vengono generati quando si getta dell'acqua fredda nelle viscere della terra.
Nel Islote de Hilario percepiamo la mano creatrice di Cesar Manrique.
L'artista ideò qui un nuovo Centro d'Arte, Cultura e Turismo del "Cabildo Insular de Lanzarote" (Governo Autonomo dell'Isola) e disegno il ristorante "El Diablo" in un recinto circolare, che spicca, insieme alle costruzioni adiacenti (il forno, il negozio) per il perfetto utilizzo della pietra vulcanica e per la sua integrazione nell'ambiente che lo circonda. È molto interessante la presenza di un forno naturale, che sembra discendere nelle profondità del vulcano, dove si cucina la maggior parte dei piatti che offre il ristorante.

 

 

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