Ormai conoscete tutti Arnaldo De Porti: ex Comit, giornalista.... pro Berlusconi. organista nella chiesa di Feltre (ci sarebbe dell'altro.... ma sarebbe sconveniente riferirne in queste pagine che potrebbero venir lette dai bambini....).
Arnaldo ci ha promesso di raccontarci qualche fatterello inerente la sua vita
lavorativa: quello riportato in questa pagina riguarda i c.d. KIM, termine che
gli ex Comit conoscono bene: da parte nostra aggiungiamo che negli anni
'70 molti Direttori custodivano gelosamente gli elenchi dei "dipendenti
agevolati" nella propria cassaforte, temendo che un uso troppo esteso si
prestasse ad abusi dei c.d. "sviluppatori" e incidesse negativamente sul conto
economico della Filiale (si sa, in un tempo non molto remoto il comparto retail
era considerato il parente povero dell'attività principale della Comit).
Piazza Scala
Qualche giorno fa, un collega invero molto importante,
mi ha rammentato un fatterello curioso, se vuoi anche professionalmente
ilare, che ha caratterizzato le mie azioni di sviluppo nella provincia di
Venezia.
Ancor oggi non ho un quadro chiarissimo di come ciò sia avvenuto, ma
cercherò comunque, in qualche modo, di “ricostruirle” adesso mettendone
insieme, sulla base dei filoni standard che investivano i rapporti di
sviluppo, la loro dinamica, facendo appello soprattutto ai ricordi, se vuoi
anche raffazzonati per rendere ancor di più “giornalisticamente” singolare
la cosa.
Fatto questo preambolo, vorrei dire senza autocelebrarmi, atteso che quasi
tutti i colleghi che mi hanno conosciuto mi hanno gratificato a proposito di
quanto sto per scrivere, penso di essere stato uno dei primi e pochi
funzionari della Banca che abbia creduto, e quindi abbia dato impulso con
interessanti risultati, ad una speciale convenzione fra la Comit ed i
dipendenti della varie aziende pubbliche e private che gravitavano in tutta
la provincia di Venezia, da Caorle a Portogruaro, da San Donà di Piave a
tutta la Riviera del Brenta fino quasi a Padova, a Venezia e Mestre, ma
soprattutto presso l’area industriale di Porto Marghera.
In che cosa consisteva questa convenzione ?
Semplicemente nel praticare delle condizioni di mercato buone (sia di
raccolta che di impiego) a tutti i dipendenti di queste aziende, ancorando
questi ultimi ad un speciale accordo che chiamavamo KIM. Ebbe, fin qui, non
c’è nulla di strano e qualche collega di Mamma Comit, conoscendo già questa
cosa, avrà titolo per dirmi che ho scoperto l’acqua calda..
Ogni convenzione ovviamente portava un nome: c’era quella, famosissima per
la provincia di Venezia, dei Vigili del Fuoco (una ventina di
distaccamenti), i cui capo-squadra mi volevano un bene della Madonna (come
direbbe Pozzetto) tanto da volermi spesso a pranzo nella loro mensa,
convenzione che, praticamente, ha battezzato un progetto cavia che poi si è
sviluppato in tutta la provincia; c’era poi quello delle Officine Aeronavali
(azienda che revisionava aerei a livello mondiale), azienda presso la quale,
in pratica, ero diventato uno di loro tanto che potevo entrare ed uscire in
tutti gli aerei in riparazione, persino negli Hercules con sei o quattro
grandi eliche da far paura, nonché nell’aereo personale di…Ghedafi, li
parcheggiato con tanto di transenne che io ero “autorizzato” (si fa per
dire) a varcare facilmente con qualche operaio…ecc.; la convenzione con
Telefoni di Stato, Enel, ecc.ecc.
Non voglio prolungarmi per non annoiare, ma si sa che, ogni cosa, ha i suoi
momenti…
E vengo al dunque.
Era successo che in itinere con il lavoro dei KIM, non avessi più un nome
adatto per
qualificare una convenzione da praticare alla SIP (attuale Telecom) in
quanto il nome era stato indebitamente “occupato” (è proprio il caso di
dirlo) con i Telefoni di Stato. O viceversa. Che fare ? Senza chiedere
niente a nessuno, la preparai di botto e pure di botto (e cioè senza sentire
i miei superiori avendo una certa …forza contrattuale nel contesto dei
rapporti KIM) chiesi direttamente autorizzazione telefonica alla Direzione
Centrale di Milano, la quale, pure di botto, mi dette l’OK.
E qui viene il bello…. Infatti, quando dall’altra parte del filo mi chiesero
che nome avesse questo KIM da applicare alla convenzione, ebbi un momento di
defaillance in quanto non avevo proprio pensato al nome. Ebbi un attimo di
esitazione, ma ebbi anche immediatamente una….ispirazione che materializzai
con tanta sicurezza, anche per non fare una magra figura con la D.C. Mi pare
di aver fatto il seguente ragionamento. Chi ha fatto i telefoni ? Mi venne
in mente …Meucci. E questo fu il nome della convenzione.
Ciò che ancor oggi non ho capito è se la Direzione Centrale pensasse che
Meucci fosse il nome di una società della zona con diversi dipendenti a cui
applicare il KIM o cos’altro di diverso. Fatto sta che mi autorizzò e la
cosa finì lì.
Di una cosa però sono assolutamente certo e cioè che la D.C. era lontana
anni luce dal mio ragionamento, tanto che, una volta venuti a conoscenza del
fatto, sia la mia Filiale che la stessa DC, nacque una storiella che fece
ridere e che continua a far ridere ancora chi se la ricorda… come mi ha
confermato ieri il collega citato in apertura del presente racconto.
Al di la della questione un po’ divertente, mi piacerebbe poter dire che il
progetto KIM portato avanti dalla Sede di Venezia-Mestre ebbe una cassa di
risonanza favorevole in quasi tutta Italia, se è ben vero che, ricevevamo
spesso telefonate dalle diverse nostre Filiali allo scopo di conoscere il
nostro “modus operandi” .
Poi, con l’andare degli anni, successero cose ben diverse da questo mio
innocente escamotage. Succedeva infatti che molte Filiali si appropriavano
dei KIM più convenienti, tanto che ad un certo punto, si è scoperto che
Venezia adoperava i KIM riservati al…quotidiano “Il Resto del Carlino”,
mentre altre filiali adoperavno i KIM delle Officine Aeronavali di Venezia…
e si potrebbe continuare…
Detto questo, ringraziando chi, forse senza volerlo mi ha dato lo spunto per
scrivere queste cose, mi riprometto di raccontare altre storielle correlate
a questa, storielle che hanno dell’incredibile, seppur tutte giustificate
dal fatto “nobile” di portare a casa questo tipo di rapporti nell’interesse
di Mamma Comit. Ne anticipo solo uno: una volta, a Caorle, per acquisire un
rapporto, io ed un collega funzionario, facemmo notte fonda seduti a tavola
nel noto ristorante “Da Duilio”. Successe che a furia di centellinare dei
buoni bianchi per far piacere al proprietario Duilio, il predetto mio
collega prese sonno…tanto da non poter più non solo continuare il discorso,
ma anche di ripartire… per la doppia nebbia: quella del tokay e l’altra
classica …che gravita spesso nel sandonatese.
Erano le 2 di notte… e non dico oltre. Sarà stato bene questo nei confronti
di Mamma Comit o che altro ?
Alla prossima, pertanto.
Arnaldo De Porti
Piazza Scala - gennaio 2010