“Non so come, fra altri trent’anni, si racconterà la storia dell’olocausto del Vajont, ma so che se qualcuno lo farà, sarà anche grazie a Tina Merlin.Le storie non esistono se non c’è qualcuno che le racconta. “Questo è Marco Paolini per la presentazione “Sulla pelle viva” nel 1997. Scrive Adriana Lotto nella biografia di Tina Merlin: “Tina Merlin è oggi quella del Vajont. Ma quando, da sola, raccontava le storie di quella gente non pensava certo al colpo giornalistico.. Era arrabbiata per il destino già scritto di tanti, così come lo era quando si ribellava all’apparente inevitabilità per una ragazza della sua condizione sociale di dover servire a casa dei milanesi benestanti. Era arrabbiata quando scriveva di compaesani emigrati, dispersi, umiliati. Oggi diremmo indignata.  Tutti possono essere indignati, anche quelli dei salotti milanesi.  Tina non poteva invece permetterselo, nè lei nè la gente con la quale era cresciuta, si era formata. Loro potevano solo essere arrabbiati. Loro potevano solo ribellarsi.” 
Ho scritto due anni fa "Vajont 9 ottobre 1963 ore 22,39 Un’ Onda lunga…" con una conclusione che ripeto.  Spero che sia un’ Onda lunghissima a continuare il giornalismo come quello praticato dalla Tina Merlin, a noi è dato di NON SCORDARE, MAI.
Sento pertanto ancora  oggi, dopo 50 anni,  la necessità di riproporre a chi non la conoscesse,  la pratica quotidiana, appassionata onesta coraggiosa ed umana,  di una Donna che si chiamava Tina Merlin, professione Giornalista, una che turbò l’ Ordine Pubblico. Prendetevi alcuni minuti di tempo, tenuto conto che per  quello che denunciò e fu a sua volta denunciata, bastarono 3 minuti per ammazzare 2.500 persone… e leggete. E’ il mio modo per ricordarle quelle vittime del Vajont, sperando nel  passaparola, una testimonianza di mano in mano che, malgrado tutto, non avrà mai fine come la Resistenza.

Doriana Goracci

06 ottobre 2013

 

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