La mattina del 28 agosto ero a Praga alle 11, a Piazza della Città Vecchia,
come centinaia di altri turisti ad aspettare che l’Orologio astronomico
medievale scoccasse l’ ora e mettesse in moto i 12 apostoli, tanti come i 12
mesi dell’anno. Tutto ha funzionato per la meraviglia dei grandi e dei
piccoli, come accade dal 1410, quando venne costruito, con un evento
estemporaneo in questa stagione 2009: Greenpeace dall’alto
della Torre ha contemporaneamente srotolato, grazie ad una serie di
attivisti, un enorme striscione sul clima. Dovevamo sembrare tutti piccoli
da lassù e in effetti lo siamo, anche visti da vicino, dal basso, noi del
low-coast. Sappiamo poco o nulla e ci interessa ancora meno di quanto accade
nel mondo…è accaduto, come è accaduto che il 1 giugno 2009 “tre
organizzazioni ecologiste Greenpeace, Friends of the Earth e Sortir du
nucléaire, che finora facevano parte del Forum europeo sull’energia nucleare
Enef ( finanziato con fondi pubblici, creato nel 2007 dalla Commissione
europea per incoraggiare, secondo l’Esecutivo Ue, un dibattito aperto e
“senza tabù” sul futuro dell’energia nucleare nell’Ue) hanno abbandonato per
protesta l’organismo durante la sua riunione in corso a Praga, sotto la
presidenza congiunta dei governi ceco e slovacco e con il sostegno della
Commissione europea… Le tre Ong concludono che senza la partecipazione della
società civile, dopo la loro uscita, il Forum ha perso la sua legittimità e
dovrebbe perciò essere sciolto”.
Sono dunque stata una testimone partecipe e una dei quindici milioni di
turisti che visitano ogni anno Praga, 78.886 kmq, poco di più di dieci
milioni di persone in tutto il Paese, che parlano la lingua ceca. Il
crogiolo di case dai tetti rossi, pinnacoli e stili è oggi un mondo in cui
il 40% si dichiara ateo, l’altro 40% cattolico, e un 20% se lo contendono
protestanti e altre religioni. Non ha sbocchi sul mare. Da godere
camminando, increduli che tutto è rimasto illeso dai bombardamenti, si
apprezza da fuori ed entrando nelle strade e nei vicoli. Mi sono rifiutata
di pagare un biglietto per entrare in chiese e sinagoghe, nonchè cimiteri
israelitici, con soste al massimo di 20 minuti. Ho camminato lungo il fiume
Moldava, in ceco Vltava, dove si danno convegno amici di tutte le età con
uno sgabello e un pacchetto con dentro cibo e da bere. Risento adesso mentre
scrivo, Rozeta, una chitarrista di musica medievale, seduta in un parco,
piccola elegante signora di Brno, con quasi 400.000 abitanti, e ricordavo
certe tarantelle del ‘600…
L’euro circola, circolano tutti, non ho visto militari, polizia e ronde,
neanche davanti al Senato, di certo più poveri di noi, di certo non
strillano, non schiamazzano, non si chiamano e non si celebrano: non ho
avvertito nessuna violenza neanche verbale. Tanti e intraducibili graffiti e
writers sui muri e i tram di Praga, quella nuova e periferica: ognuno può
tradurli come crede.
L’ ho sentita tutta l’aria pesante, alla partenza e al rientro, nella cloaca
romana del traffico, della sporcizia, dei richiami volgari, del buttare a
terra tutto, pestando rifiuti ed escrementi. La gentilezza e la discrezione
come l’onestà semplice e non dichiarata, popolari, le ho lasciate nelle vie
della città Vecchia e Nuova, sulle migliaia di panchine, su un
tram…L’irreale, la magica Praga, quella notturna, mi è sembrata tale solo
perchè si cammina, perchè è un’isola che ti accoglie e non ti respingono le
lamiere e la cialtroneria del commercio, come a Mala Strana, la “Parte
piccola” che compone la città, fatta di nuovo e di vecchio.
Non
mi sono divertita a Praga, nell’accezione comune, non ho sgranato gli occhi
di fronte a spettacoli e negozi, luci e suoni…Sono stata quieta, in pace con
me stessa e con l’ambiente intorno, ho preso decine di mezzi pubblici,
compresi i tram che arrivano veloci in qualunque periferia. Ho potuto
mettere gambe e piedi in una fontana con l’acqua fresca, sdraiarmi in un
parco senza temere alcunchè, fermarmi per “consumare” una pietanza o bere ,
senza timore di dare fondo al portafoglio: niente di magico, di misterioso
come tanto si è scritto, solo di umano e civile.
In compenso hanno anche loro un personaggio come il nostro, dal nome
fiabesco, Topolanek: spero non li abbrutisca, non li ecciti come in una
scadente pellicola americana, lui è il presidente dell’ Unione europea.
Sono andata e tornata con una compagnia low- coast, un volo economico, a
basso costo: non era SkyEurope. E’ fallita.
Si attendono i rimborsi…si attende l’autunno, si attende sempre quì in
Italia, la Madonna, un santo, un condottiero, un patron, un padrone. Che ci
liberi e ci protegga qualcuno, a partire da noi stessi. Dobbiamo ancora
apprendere l’arte della fuga, ma anche quella di sostare e ascoltare altra
musica. Forse come dice Klaus Werner-Lobo “stiamo solo cominciando a
giocherellarci con il web”, come sto facendo io, tentando di diventare un
clown politico, fare “humour per irritare il potere. Che è basato sulla
paura, e non c’è arma migliore contro la paura che riderle addosso“.
Un tentativo di fare il punto, fosse un G20, un breve viaggio low-coast, con
molta troppa malinconia, all’ andata e sopratutto al ritorno. Dalla Parte
piccola.
Doriana Goracci
“ Non avrà fine la fascinazione, la vita di Praga. Svaniranno in un
bàratro i persecutori, i monatti. Ed io forse vi ritornerò. Certo che vi
ritornerò. In una bettola di Malá Strana, ombre della mia giovinezza,
stappate una bottiglia di Mělník. Andrò a Praga, al cabaret Viola, a
recitare i miei versi. Vi porterò i miei nipoti, i miei figli, le donne che
ho amato, i miei amici, i miei genitori risorti, tutti i miei morti. Praga,
non ci daremo per vinti. Fatti forza, resisti. Non ci resta altro che
percorrere insieme il lunghissimo, chapliniano cammino della speranza "
Angelo Maria Ripellino