Morire di giugno al Mercato dove il motociclista non c’è….....

Non è la prima volta che si muore al  mercato come nella mattina del  26 giugno 2009, dove a Baghdad,  sono rimasti senza vita almeno in 19: un attentato. Stavolta “la bomba era stata piazzata su una motocicletta lasciata in mezzo al mercato – dove si vendono appunto motocicli – nell’area di Bab el Sheikh, al centro della capitale irachena. L’attentato è  avvenuto a pochi giorni dal programmato ritiro delle truppe americane dalle città irachene, previsto per il 30 giugno”.
25 giugno 2009 - con la stessa motivazione - la scena si ripeteva con effetti assai più devastanti: “ Sono 72 morti e oltre 127 feriti il bilancio provvisorio di un attentato dinamitardo verificatosi in un mercato del pollame nel quartiere sciita di Sadr City nella parte orientale di Baghdad. Secondo una fonte, la bomba sarebbe stata posizionata su un carretto a mano motorizzato e poi coperta da frutta e verdura. Il carretto è esploso nel mezzo del mercato del quartiere, ex roccaforte dell’Esercito al Mahdi, la milizia del leader radicale sciita Muqtada al Sadr. Si tratta di uno degli attentati più gravi dall’inizio dell’anno”.
Indietro, sempre a giugno e in un mercato, la cronaca del 10 c.m. recita così: ” E’ salito a 30 morti e 70 feriti il bilancio di un attentato in un affollato mercato della cittadina di al Batha, vicino Nassirya del grande ayatollah Ali Sistani…”
Ci si sposta in Pakistan,  dove il 14 Giugno “un ordigno è esploso in mattinata al mercato di Dera Ismail Khan, nel nordovest del Pakistan, causando al morte di otto persone e almeno una ventina di feriti. Un agente di polizia locale, Bahawal Khan, ha specificato che al momento non è chiaro se si sia trattato di un attentato kamikaze”.

Un piccolo balzo all’ indietro e andiamo  al 5 febbraio del 1994, quando  fece storia l’episodio peggiore della guerra in Bosnia-Erzegovina: “Una bomba esplode nel mercato principale di Sarajevo, provocando 68 morti e oltre 200 feriti tra la popolazione bosniaco musulmana”.

In un’intervista rilasciata quest’anno, Luisa Muraro diceva: “C’è molta gente che, magari in modo inconsapevole, va al mercato della felicità. Senza dubbio non sappiamo contrattare e rivendicare con forza quel che davvero vale. Ma la spinta alla felicità è insopprimibile, e si esprime anche nella frustrazione per i mancati consumi, oggi non più alla portata. Dal che poi vengono infelicità e delusione. Occorre imparare a cercare quel che ci serve: relazioni, accoglienza, pienezza di vita. Senza sviamenti”.
Certo che la felicità non la darà un orologio di lusso, introvabile negli anzidetti mercati, come l’ Aviator di Yeslam Bin Ladin, che ricorda e non solo per il nome l’introvabile motociclista Obama…L’ hanno visto il Bill Laden, ora in Pakistan, ora in Afghanistan, ora in Iraq, ora quì e ora là, dove si odora puzza di attentato e furto di vita.
E allora mi sorge un dubbio, che possa essere molto vicino a noi italiane e italiani, lui,  il maledetto motociclista.
Si dice che ” i Carabinieri di  Civita Castellana hanno fermato un uomo per il furto di una bicicletta. Si tratta di un vagabondo, a bordo di una bici che non era sua, con zaino, sacco a pelo e coperte. L’uomo è stato portato alla caserma dei Carabinieri di Civita Castellana e denunciato in stato di libertà per furto e possesso ingiustificato di chiavi inglesi e grimaldelli”.
Che c’entri qualcosa con questo terrorismo internazionale?
Noi, poveri ladri di biciclette, che ne possiamo sapere di questi Mercati e Motori?
Al massimo gli uomini cercano  donne e felicità, passeggiando e facendo Prove di Portata, per un Fiore del cielo, che mandiamo lassù, per scendere giu  giù, fino in un anonimo e oscuro mercato, una casbah, da dove non se ne esce se non cooperando a braccetto, per la Terza Generazione.


Doriana Goracci - giugno 2009