Nella foto del giornale Telegraph,  che allego a questo tragico articolo che non avrei mai voluto scrivere, si vede la madre di una bambina di 12 anni che ha subito  il 25 ottobre scorso,a Madhyagram in India, due violenze sessuali  di gruppo, piangere disperatamente con una corona di fiori bianchi, tra le mani:sua figlia era stata stuprata da sei giovani il 25 ottobre una prima volta e poi il giorno dopo dallo stesso ‘branco’, quando con il padre si era recata  dalla polizia a denunciare il crimine. E’ accaduto  nei pressi di Calcutta e la scuola dello Stato settentrionale del Bihar ha registrato e confermato che questa piccola donna, era nata  il 5 febbraio 2001 e sembra fosse anche  incinta quando è morta  tra la notte dell’ ultimo giorno del 2013 e l’ alba del 2014,  per le gravi ustioni causate da due complici dei suoi stupratori, secondo la denuncia del padre che è  un tassista, trasferitosi  con la famiglia in una città  a 40 km da Calcutta solo da 5 mesi, per permettere alla figlia di frequentare scuole migliori.
Come ha reagito la popolazione, che da anni assiste sbigottita a queste ondate di violenza sulle donne e le bambine? A Calcutta e a Nuova Dehli,  centinaia di persone sono scese in strada per denunciare la lentezza della polizia nel perseguire i responsabili degli stupri. “Crediamo che se il governo avesse agito contro i criminali, la ragazza si sarebbe potuta salvare”, ha dichiarato l’Associazione di tutte le donne democratiche dell’India.Non ci sono più le migliaia di indiani, donne e uomini, a denunciare l’inazione della polizia e della giustizia di fronte ai crimini sessuali, come dopo  dopo il tragico stupro di una studentessa di 23 anni violentata in un autobus di Delhi nel dicembre 2012 e morta dopo due settimane di agonia.  Da allora il parlamento ha approvato leggi più severe contro gli stupratori.
Ripeto i Misfatti: “Stando a quanto riportato dalla polizia, la 12enne è stata violentata tra il 25 e il 27 ottobre scorsi da un gruppo composto da più di sei uomini nei pressi della sua abitazione, a Madhyagram, 25 chilometri a nord di Calcutta. Era stata abbandonata nei campi. Dopo la denuncia della ragazza alla polizia, lo stesso gruppo di uomini l’aveva prelevata di nuovo mentre tornava a casa per violentarla nuovamente. Dopo la seconda aggressione, la ragazza era stata trovata gravemente ferita e priva di coscienza vicino ai binari del treno, nella stessa zona. La famiglia si era poi trasferita in un’altra zona della città. Sei uomini erano stati arrestati, dopo che le proteste degli abitanti della zona avevano spinto le autorità ad agire. La famiglia ha poi denunciato che il 23 dicembre persone vicine al gruppo di uomini ha rivolto minacce se la denuncia non fosse stata ritirata e che lo stesso giorno la 12enne è stata data alle fiamme, riportando le gravi ustioni che le sono poi state fatali. La ragazza è morta il 31 dicembre in ospedale.Ieri, a due mesi dall’avvio delle indagini, sono arrivati i primi arresti. “Ci ha rilasciato una dichiarazione sul letto di morte, davanti ai medici, e ha detto che ad appiccare il fuoco sono state due persone vicine agli accusati, che l’hanno sorpresa a casa da sola il 23 dicembre”, ha raccontato alla France presse l’agente di polizia Nimbala Santosh Uttamrao. Due tra i principali accusati sono stati incriminati per omicidio due.
Il governo indiano ha annunciato che sui mezzi di trasporto pubblico saranno installati telecamere e dispositivi Gps a tutela delle donne. La commissione del governo per gli Affari economici ha infatti approvato un progetto che sarà finanziato con il fondo istituito nei mesi scorsi, dopo il caso del dicembre 2012 a Delhi. Quel caso, che scatenò funirbonde proteste in varie parti del Paese, portò all’attenzione della comunità internazionale la piaga della violenze sulle donne, per la quale l’India detiene la maglia nera nel mondo. Secondo il National crime records bureau i reati sessuali in India sono passati dai 2.487 casi del 1971 ai 24.206 casi del 2011. Lo scorso aprile è entrata in vigore una nuova legge che punisce numerose forme di violenza contro le donne, tra cui gli attacchi con l’acido, lo stalking e il voyeurismo.
Intanto, i familiari hanno denunciato di essere stati minacciati dalla polizia se non lasceranno la città.

Non aggiungo nulla, ma allego alcune foto e video, dei tanti che furono girati, quando 
Un miliardo di PERSONE One billion rising 14 febbraio 2013 danzeranno in strada contro la violenza sulle Donne”.
Perchè  dovremmo ancora  ballare oggi e protestare?
Confido e mi appello perchè  più persone possibili, siano messe in grado di conoscere  quanto accade a NOI DONNE NEL MONDO.Grazie

Doriana Goracci


 

 

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Piazza Scala - gennaio 2014