Non avevo le parole

 

Avevo conosciuta Daniela quando sostituiva il mio “medico di famiglia”, mancava spesso, era  uno di Medici Senza Frontiere. Vivevo ancora a Roma e stavo in un periodo difficile: mobbing al lavoro, disagi personali ed esistenziali. Non ricordo nemmeno il motivo del mio andare lì, in studio…ne avrei avuti tanti. Era giovane, molto più di me e mi colpì il suo aspetto: alta, una cascata di riccioli bruno-rossastri, autorevole malgrado l’abbigliamento informale e la dolcezza della sua voce, essere subito amica e fu così…sarà stato forse il 2002, ci siamo ritrovate in piazza, con la stessa passione contro la guerra, contro l’ingiustizia, per la libertà del pensiero e dei popoli: non erano solo parole e  paroloni, ci credevamo. Poi io sono andata via da Roma, rimanevano alcune mail, dei messaggi, poi il silenzio. Daniela riapparve improvvisamente: “Ti penso tutti i giorni perchè passo con il treno a Capranica! Lavoro tutte le mattine all’Asl di… Vivi ancora a Capranica? Vorrei chiamarti. Ti ricordi di me? Da tanto non ricevo la tua posta…”. Il giorno dopo, un venerdì, Daniela era arrivata.
Andai a prenderla alla stazione, i capelli rossi, magica. Un abbraccio e poi poi, ci siamo immerse per vicoli, in casa, al bosco, al lago, tra amici, tra le donne del paese,  mangiate regali, il festival di musica ad Oriolo e   all’alba finalmente ho saputo la sua vita, la  solitudine e la  depressione. Viveva a Roma con il suo gatto, all’ultimo piano di un palazzone, amò subito il mio. Gli amici tutti via, all’estero, in altre città, 800 euro per un buco di periferia, 4 ore al giorno per andare e tornare dal  lavoro, il 15 settembre si sa se il suo incarico a tempo determinato le sarà rinnovato ma c’è un altro collega che spera come lei.
E l’amore? Una risata roca e racconta come una cosa lontana, di anni prima. Daniela ha 42 anni, medico, una secchiona, una di quelle che ha speso la vita nello studio e nella lettura, mi racconta le storie dietro ai pazienti… le dico vieni quì, lascia la città, ti trovo come ho fatto tante altre volte una casa. Quando è partita mi ha detto che le era sembrato di vivere una fiaba, una vacanza di un mese, un’energia ritrovata, l’appetito… stavamo parlando in campagna da altri amici e di corsa di nuovo il treno, l’ultimo ma presto presto ci risentiamo: vieni, torna.
Le faccio una telefonata alcuni giorni dopo, c’è un invito fatto con il cuore da un’amica tedesca, diventata comune…Daniela mi dice che deve andare alla posta, fare tutte quelle cose che non riesce a fare negli altri giorni, la spesa, le pulizie ma ci sarà un’altro fine settimana e lei deve dormire. Le ho mandato un messaggio ieri, le dicevo che l’aspettavo, che saremmo state insieme quì con persone care: perchè era diventata zitta zitta? Oggi mi ha chiamata suo fratello, sapevo che era quanto le rimaneva della famiglia. Ha lasciato tutto scritto, anche chiamarmi, il funerale laico, la cremazione, il gatto che si è preso, i libri e mi dice : “se ne è andata”. Non ce l’ha fatta, si è presa due scatole di barbiturici, a dormire per sempre. Ho davanti il libro che mi aveva regalato: “Non avevo le parole” e la sua dedica scritta, scoperta solo quando l’ho cominciato a sfogliare: *a Doriana che ama ascoltare il mondo come da una conchiglia* L’ho fatto è vero, così felicemente con Daniela. Capisco ora perchè mi sentivo ieri così in ansia e con la bocca amara e piangere è una grande consolazione, come ha fatto lei, ridendo, abbracciandoci, l’ultima volta, alla partenza e lei non torna. Mi manca l’amica.
Queste parole le avevo scritte per me, era il 15 agosto del 2008, le consegno a voi  perchè non le accolga solo una memoria o un  cestino, tanto se i frutti sono da maturare, tanto se per buttarci dentro un nocciolo.

 

Doriana Goracci - ferragosto 2009