FARE BANCA OGGI


 

 

Pubblichiamo un interessante pezzo di Gino Luciani sul modo di fare banca oggi e sui rimpianti per il vecchio sistema, avanzati da Giulio Tremonti ma non solo.....

Condividiamo in toto quanto scritto: ci permettiamo solo una battuta scherzosa sul modo di agire dei Direttori Comit, che operavano nella propria autonomia (forse un pò troppo limitata...) ma qualche volta erano obbligati a superarla per far fronte con tempestività alle richieste della clientela (avanzando poi le c.d. proposte "a sanatoria" che Gino conosce bene nella sua doppia veste di Direttore di Filiale e di Direttore Centrale addetto ai crediti della Banca Commerciale Italiana).
Ricordiamo che nel settembre 2002 Gino è stato richiamato in Banca Intesa da Corrado Passera e Pierfrancesco Saviotti per riorganizzare e gestire l'erogazione dei crediti.
Piazza Scala - novembre 2009

 

Banche:  innovare il credito adattando vecchi modelli
alla nuova realtà del sistema bancario e dei mercati?

 

Voglio raccontare un fatto capitatomi nei mesi scorsi pensando che possa interessare ed anche far piacere ai colleghi della grande, indimenticabile Comit.

Nella primavera scorsa sono stato contattato da “Accenture Italia” , uno dei big mondiali della consulenza nel settore bancario-finanziario e non solo, la quale mi invitava a partecipare ad un convegno da loro organizzato a Santa Margherita Ligure sul tema: “Un nuovo modello di credito banca-impresa. Valorizzare la competenza del credito e innovare i modelli di relazione con gli imprenditori”.

Mi è stato detto che avrebbero partecipato al convegno, oltre ai relatori tra cui due professori della Bocconi, una quindicina di dirigenti dei principali Istituti di credito italiani, tutti dell'area corporate.
Nel ringraziare per il cortese invito mi sono chiesto ed ho chiesto quale potesse essere l'interesse di Accenture ad avere tra i partecipanti un quasi settantenne, da anni “fuori dal giro”, che si sarebbe trovato in mezzo a quarantenni brillanti e rampanti a discutere di “nuovi modelli di credito banca-impresa” e di come “innovare i modelli di relazione con gli imprenditori”, in buona sostanza della banca del futuro.

La risposta è stata sorprendente: “ma non vede che quasi tutti i giorni leggiamo sui giornali che bisogna tornare a fare banca come si faceva dieci/quindici anni fa, prima delle grandi concentrazioni e di tutto quello che è successo dopo, in particolare negli ultimi anni? Questa potrebbe essere l'innovazione che andiamo a proporre. E siccome la Comit è sempre stata la numero uno soprattutto nel corporate, abbiamo pensato a lei. In sostanza le chiediamo di venire a raccontarci come era organizzata la Comit a livello centrale e periferico, nonché le sue esperienze da quella di giovane procuratore a quella di direttore di filiale a quella di responsabile dei crediti”.

Con queste premesse non potevo non accettare e così il 16 maggio eccomi seduto ad un grande tavolo ad U, attorniato da inappuntabili dirigenti (tutti uomini) i quali, pur accogliendomi con affettuosa cordialità, sicuramente si chiedevano il motivo della mia presenza al convegno. Ovviamente erano tutti giovani e ne conoscevo solo uno che all'inizio degli anni '90, invitato a Siena dal Monte dei Paschi a vedere il Palio, mi aveva fatto gentilmente da accompagnatore.
Al mattino lo spazio è stato interamente dedicato ai relatori e nel pomeriggio, prima di dare inizio al dibattito, il moderatore mi ha presentato spiegando lo scopo della mia partecipazione e mi ha dato la parola.

E' inutile che io spieghi in dettaglio che cosa ho detto in circa quarantacinque minuti di intervento perché tutti noi ex Comit sappiamo come “giravano le cose” a casa nostra, ma un breve sunto lo voglio fare.

Ho parlato anzitutto di come si faceva la formazione in Comit, dei corsi titoli, estero-merci e crediti, degli “esami” che si sostenevano prima dei passaggi a mansioni di maggiore responsabilità, dei percorsi di carriera abbastanza definiti, dell'importanza di fare più esperienze su piazze diverse, ecc.
Ho spiegato che ogni filiale indipendente era una piccola banca in grado di assistere a 360 gradi tutte le tipologie di clientela e che il direttore doveva sapere interloquire con il privato, con il piccolo e medio imprenditore, con l'amministratore delegato della grande società nazionale e, a volte, internazionale. Egli erogava credito in tempi brevi nell'ambito della propria autonomia e in tempi sempre ragionevolmente brevi oltre l'autonomia. In direzione centrale i comitati crediti si tenevano tutti i giorni.
Ho detto che nella valutazione del merito creditizio si teneva ovviamente conto dei dati di bilancio e di tutti gli altri elementi “tecnici” di supporto, ma che si dava grande peso alla conoscenza dell'imprenditore, dei suoi più stretti collaboratori e soprattutto della sua azienda che con buona frequenza si visitava. Per fortuna non c'era il rating e questo era...... un grande vantaggio.

Ho concluso il mio intervento dicendo che tutti gli imprenditori conosciuti durante la mia permanenza in Comit, con alcuni dei quali sono rimasto in contatto , hanno lamentato, anno dopo anno, la progressiva “disumanizzazione” del rapporto con la banca, il venir meno di un interlocutore di riferimento che, come il vecchio “Direttore di Filiale”, ce la mettesse tutta per cercare di risolvere i loro problemi.

Il dibattito, molto interessante e vivace, seguito al mio intervento, si è incentrato sulla possibilità di adattare il “modello Comit” o comunque “il modello vecchia banca” , ritenuto da tutti ancora valido e attuale, alla nuova realtà che è venuta a crearsi soprattutto all'interno del sistema bancario (gigantismo, fusioni di culture diverse, rigidità di Basilea 2, finanziarizzazione esasperata, insufficiente formazione dei quadri,ecc.), ma anche a quello esterno del mercato, significativamente cambiato a seguito della globalizzazione e della epocale crisi internazionale che ancora incombe.

Diversi i punti di vista e le ricette suggerite dai partecipanti al convegno, ma su una premessa tutti si sono dichiarati d'accordo, quella di “rimettere l'uomo (imprenditore e banchiere) al centro”.

Gino Luciani – Novembre 2009



P.S. Riporto alcuni titoli di articoli recenti sul tema:
“Cara, vecchia e solida banca commerciale” (Finanza & Mercati)
“Solo una banca old style rimetterà in moto il credito” (MF)
“Il fallimento della banca universale e i guai degli istituti europei” (MF)
“Corporate governance in banca: quale lezione dalla crisi” (La Voce)
“Da La posta del risparmiatore: 'Ridatemi la vecchia Comit' (Il sole24ore – Plus 24)
“Torneranno le banche commerciali” (Il sole 24ore)
“Economia: torna il fattore umano” (Il Corriere della Sera)
“Cari banchieri, meno rating e più economia reale” (Il sole 24 ore)
“McKinsey, imbarazzi da crisi” (Il sole 24 ore – Plus 24)
“Tre ragioni per tornare a Comit” (Il sole 24 ore)
“No a ratio definiti per legge” (Il sole 24 ore)