CASO UNABOMBER. UN MISTERO AL PARI DEI DELITTI DI ALLEGHE ?
Per essere
sincero fino in fondo, devo dire di non aver
mai capito niente su questo fatto
sconcertante, demandando - come giusto –
alle Istituzioni preposte il compito di
risolverlo. Più volte però mi sono fatto
diverse domande, in primis perchè un fatto
di ordinaria o straordinaria delinquenza,
abbia potuto dominare, più di tanti altri
non certo di standing inferiore e con
frequenza martellante, la scena
mass-mediatica e giudiziaria in tutti questi
anni. Ora, che il caso sembra avviarsi
alla conclusione con una probabile
archiviazione, ma con evidente delusione da
parte di tutti, compreso il procuratore
generale di Venezia che ha addirittura
espresso la sua amarezza in tv, mi sono
posto alcuni interrogativi.
Il primo. Come si è arrivati all’unico
indiziato? C’erano motivazioni sufficienti
per farlo oppure il caso si è creato,
sviluppato ed alimentato, ad opera di chi ne
aveva interesse a farlo? Perché non c’è
dubbio che chi ci ha lavorato attorno ad
esso, è stato gratificato (se così si può
dire) da notorietà e visibilità ad ogni
livello, siano essi i mass-media che gli
operatori di legge. Ed, oggi come oggi, ciò
che sembra contare più di tutto il resto è
appunto la visibilità, o l’aumento di essa
per chi già ce l’ha…
Ma come si è arrivati alle famose forbici
che avrebbero fornito gli indizi? E poi al
lamierino? Di forbici e lamierini ne abbiamo
sicuramente tutti in casa, che adoperiamo
per usi diversi, ma non per questo veniamo
tutti indagati. Dove si trova il coraggio di
indiziare una persona, di professione
ingegnere, per metterlo alla gogna mediatica
e giudiziaria, come se egli fosse un bambino
che gioca con le palline di fragna ? Per
opera, tra l’altro, di personaggi di alto
rango che, nel caso di specie, quanto al
loro operato, a mio avviso non hanno dato
una buona immagine della giustizia ?
A questa prima domanda, se vuoi anche frutto
della mia ignoranza sui fatti, ma che
certamente rispecchia quella dell’opinione
pubblica, se ne aggiungono diverse altre.
Come mai, durante i 5-6 anni di questo
calvario per il maggiore indiziato, non si
sono mai verificati fatti delittuosi della
specie ? Se fosse perché il vero “Unabomber”
temeva di essere scoperto mentre tutto era
sotto particolare osservazione da parte
delle forze dell’ordine, si dovrebbe dire
che intanto, per fortuna di tutti, c’è stata
una tregua, augurandoci che essa continui
all’infinito.
Altra cosa che non ho assolutamente capito è
perché, addirittura un poliziotto, dovrebbe
aver manomesso il taglio di un lamierino per
aggravare la posizione dell’unico indiziato.
C’era ruggine fra loro o c’era chi voleva a
tutti i costi dare una “svolta” al processo,
dopo le tante brutte figure che - diciamolo
senza remore – le stesse Istituzioni hanno
fatto?
Ho letto sulla stampa di ieri (18/1) che il
vero indiziato è all’estero o può essere
morto. Affermazione che, a mio avviso,
dovrebbe essere suffragata da prove, le
stesse che si esigono per documentare il
contrario. Ed allora ?
Il mio pensiero, una volta che le
Istituzioni avranno totalmente scagionato
l’unico indiziato, è che la stampa, via via
amplificando questo fatto, abbia prodotto un
effetto domino presso tutti, ferma restando
la connotazione assolutamente delinquenziale
di quel singolo che si è prodotto in questi
reati contro le persone. Perché altrimenti,
ragionando come si è ragionato fin qui,
dovremmo arguire che, ove dovessero esserci
in seguito ancora eventi delittuosi di
questa specie, dovremmo ancora riferirci ad
Unabomber.
Due cose vorrei dire, in conclusione. Un
paio d’anni fa dissi ad un noto giornalista,
dopo un intervento televisivo di
quest’ultimo insieme con una giornalista di
un’emittente televisiva locale, che il caso
si sarebbe risolto invocando lo strumento
dell’incidente probatorio.
E così è stato, come potranno confermare i
giornalisti che, per delicatezza, indico
solo in calce alla presente, senza che il
loro nome venga pubblicato.
Di certo è che da questa vicenda, usciamo
tutti con le ossa rotte, specie la
giustizia, ma non tanto perché non è
riuscita ad arrivare al dunque, ma perché si
è scatenata con una serie ossessionante di
mosse che hanno ossidato la sua importante
immagine.
Se, per ignoranza, dovessi essere incorso in
qualche involontario “qui pro quo”, non
essendo a precisa conoscenza dei fatti,
chiedo ovviamente venia a tutti.
Arnaldo De Porti - 19 gennaio 2009
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