POLITICA:  E SE CI STANCASSIMO DI TUTTO E DI TUTTI….?
 

La situazione che stiamo vivendo, ormai denominatore comune di un pensiero che aleggia in quasi tutti contesti della vita sociale, con  ricadute pesanti sulla pelle viva degli Italiani, è di una tale tragicità da mettere paura: è a rischio la libertà.
Non nascondiamoci fra le pieghe di quella saccenteria che mira a farci vedere più intelligenti degli altri affermando che ciò non è vero. Sommosse, scontri con la polizia quasi quotidiani che cosa rappresentano se non un indice di malessere sociale grave ?
Intanto, andrebbe detto che bisogna capirci sul significato di libertà. Essa non è certo quella che ci “eroga” il berlusconismo,  realtà che, di questo passo, assumerà il significato di una sorta di privilegio:  come dire sono un uomo libero, ma in quella costrizione psicologica che, ogni giorno, gradualmente condiziona il pensiero e la voglia di fare, contagiati sempre di più da una evidente e pericolosa rassegnazione che mette il destino degli Italiani nelle mani di pochi, oligarchi-massoni, che possono fare di noi degli zimbelli  in direzione dei loro interessi. Credo di non stupire dicendo che oggi, il potere economico presente in gruppi ben organizzati nel nostro Paese, sta facendo di tutto per mantenere il controllo sulle leggi, usando in continuazione decreti-legge che alla scadenza vengono sempre approvati con il voto di fiducia,   evitando così ogni dibattito in parlamento fino a paventare l’eventualità nefasta di far votare solo i capi gruppo… sottraendo la parola ai parlamentari.  Non è forse questo un sintomo di alterazione del significato di libertà ?
Che gli Italiani siano stanchi di tutto ciò non ci piove:  parlare disaffezione alla politica è diventata ormai dialettica retorica  (si fa per dire), ma gli Italiani hanno la possibilità di reagire, tra l’altro proprio in un momento in cui non hanno nemmeno la forza per portare a casa il pane, posto che lo possano portare a casa ?
Io non so dove si andrà a finire di questo passo. Di certo l’orizzonte non si presenta democratico perché il berlusconismo non è politica, ma business per oligarchi che se ne fregano degli amministrati: essi si muovono solo in funzione del mercato. Ma come si può spiegare ciò alla gente che non ha più voglia di ascoltare perché stremata, stressata, affamata e quant’altro ?
Eppure c’è una strada sola per cambiare.
Partendo dall’assunto che in  Italia siamo passati da uno stato autoritario per passare oggi, non alla vera democrazia ma ad un sistema governato in modo autoritario da pochi che intendono rafforzarsi indebolendo la Costituzione, sta in tutti noi cittadini di serie B  rispetto ai predetti  difendere con le unghie e con i denti la costituzione allo scopo di arrivare alla vera democrazia, in modo che le decisioni vengano prese davvero dal popolo sovrano, e non dai mezzi economici.
Io non so quanto tempo ci vorrà per arrivare a questo, ma il tempo necessario  tenderà a diminuire in misura direttamente proporzionale alla necessità di venire correttamente informati e di  diventare consapevoli  delle conseguenze  rivenienti da decisioni dell’oligarca di turno.  Ed in questo si devono impegnare tutti i mass-media liberi !
La strada è tutta in salita, con il burrone sempre davanti ai nostri passi. Altrimenti, sarà la fine della democrazia condizionata e cioè di quella libertà  “fuori dalla galera…” di cui ho parlato, non proprio tanto  forzatamente, in premessa.

ARNALDO DE PORTI - 20 marzo 2009