QUESTA CRISI
E’ SALUTARE OPPURE NO ?
Leggo abbastanza spesso delle…”tiritere” da
parte di personaggi di spicco che vogliono
ergersi ad economisti ed, onestamente, devo
dire di trovare, nelle loro argomentazioni,
una dialettica complicata e sicuramente non
accessibile ai più, vuoi perché solo le
persone molto preparate sanno fare sintesi
adoperando parole semplici, vuoi perché, per
taluni, il parlare in termini difficili,
serve solo a loro per apparire soggetti più
importanti.
In questi ultimi tempi ne ho sentite di
cotte e di crude che non mi hanno convinto,
pur essendo consapevole dei miei profondi
limiti.
Ma è proprio difficile spiegare alle fasce
deboli che se ci troviamo in questa
situazione lo si deve al fatto che i potenti
di turno hanno drogato l’economia ? Come ?
Facendo girare carta straccia nel mercato
globalizzato (azioni, titoli in genere, ma
anche obbligazioni), carta straccia che non
era ancorata al vero capitale. Noi tutti
abbiamo dimenticato infatti che la ricchezza
viene prodotta dall’azione congiunta del
capitale, della terra e del lavoro: basta
infatti che, da questa triade uno esca e
vada per conto suo (la finanza), per aprire
le porte alla crisi, come è successo. In
linea di massima, terra e lavoro si salvano,
ma quando è il capitale che vuol fare da se,
disgiuntamente dagli altri due fattori,
allora succede che si fa girare carta
straccia il cui valore, non essendo ancorato
a terra e lavoro, ma alle solo alle
speculazioni di borsa, finisce per
determinare uno squilibrio a questa triade,
al punto di poter parlare tout court di
economia drogata.
Un esempio comparativo. Per i nostri giovani
sbandati, ma anche per i meno giovani,
uscire dalla droga, intesa come
stupefacente, oggi è diventata cosa improba.
Lo è altrettanto per l’economia che, oggi
come oggi, per uscire dal tunnel (altro che
due anni come dicono gli economisti !) avrà
bisogno di tempi lunghissimi: si dovrà
infatti sgonfiare gradualmemnte l’attuale
pseudo-equilibrio-squilibrio finanziario che
poggia sul niente per far ritrovare alla
predetta triade il vero sincretismo.
Insomma, mentre il drogato, come persona,
dopo essere uscito dalla malattia ha bisogno
di un “sert” per il recupero psico-fisico,
così anche l’economia dovrà pagare uno
scotto che non è e non sarà sicuramente
indolore, soprattutto per le fasce deboli,
le uniche che dovranno pagare di più, anche
in termini immateriali, rispetto a coloro
che hanno drogato l’economia.
Quale il rimedio ? Esso sarà solo a
lunghissima scadenza in quanto bisognerà
passare dalla cosiddetta “new-economy” ad
una “green-economy”: mi spiego meglio per
non apparire come certi personaggi citati in
premessa.
La new economy, finora ha privilegiato quasi
sempre i beni materiali e mai quelli
immateriali: essa si è differenziata
dall'economia industriale tradizionale
perché oggi offre e continua ad offrire la
possibilità di operare in un mercato
globale, abbattendo i costi di gestione,
consentendo alle imprese di non essere
vincolate a uno spazio definito, in quanto
lo spazio di una società di oggi è nella
rete ed è virtuale: essa società infatti,
può operare attraverso canali moderni
(telematica) accessibili a tutti in tempo
reale e nello stesso modo. Era impensabile
di conseguenza che, ad un certo punto, non
succedesse ciò che è successo a causa
dell’impossibilità di seguire i processi
economico-finanziari in uno spazio
ristretto, locale, come nelle precedenti
economie industriali.
Al momento non vedo pertanto come si possa
attuare uno “screening” di questo “status”
al fine di disintossicarlo
finanziariamente.. Ciò che invece vedo
possibile, ripeto in tempi lunghissimi, è la
conversione di questa economia “virtuale”,
la new economy appunto, indirizzandola verso
un processo diverso ai fini della produzione
della ricchezza, circostanza che ai nostri
politici di turno è come fumo negli occhi,
specie (per quanto ci riguarda) per il
nostro premier, che parla solo e sempre di
mercato, ordine al quale il Ministro delle
Finanze deve obbedire, credere….e
combattere, come diceva il Duce…
Premesso che per “green economy”, si deve
intendere l'economia del mondo reale, del
lavoro, dei bisogni umani, delle materie,
della terra, ma soprattutto il modo in cui
la maggior parte di queste maglie fanno
sistema armonioso fra loro (parlavo in
apertura di capitale-terra e lavoro), si
capisce subito che una riconversione della
specie non si presenta facile, stante gli
attuali squilibri di ogni tipo. Bisognerebbe
passare subito ad una rigenerazione dei
singoli individui, delle comunità, degli
ecosistemi maturando la consapevolezza che
una sana economia non si basa sull’ accumulo
di denaro o di merce come ha fatto finora il
capitalismo industriale, post-industriale,
ma prendendo atto che questi ultimi servono
solo come mezzo per raggiungere un fine:
l’economia-verde (green economy) dovrebbe
portare insomma ad un equilibrio vero fra le
esigenze umane e quelle ambientali. Ecco
perché c’è bisogno di una completa revisione
del sistema di vita, perchè altrimenti sarà
la fine e si arriverà a… mutuare le leggi
della foresta: “mors tua vita mea”., da cui
non siamo poi tanto lontani se è ben vero
che i potenti, anche in Italia, stanno
mangiando le fasce deboli….con una
differenza a favore rispetto ad una volta
secondo cui, anche il capitale dei potenti
si sta ribellando, come scrissi in una
lettera di risposta a Mons. Gatti di Verona,
pubblicata a fine novembre 2008 sulla
stampa..
Il discorso sarebbe lungo e non fattibile in
un intervento sul giornale, ma chi legge ci
metta del suo… Per concludere, voglio dire
che, per avviarsi verso un inizio di
revisione, si dovrà passare attraverso due
processi economico-finanziari: il primo,
sarà quello di riportare la finanza mondiale
alla normalità, disintossicandola dalle
speculazioni finanziarie avulse
dall’economia reale (cosa non impossibile ma
impervia e, purtroppo, a spese della povera
gente, atteso che i ricchi ne risentiranno
poco o meno); il secondo, sarà quello di
convertire l’economia, da post industriale a
verde, ad evitare che, una non tanto poi
impossibile ed improbabile calamità
naturale, possa travolgere di brutto la
stessa razza umana.
Come ? Attraverso un approccio assolutamente
nuovo per gestire le risorse da cui tutti
noi dipendiamo, valorizzando in toto gli
ecosistemi ed i servizi che essi ci rendono.
E questo, Barack Obama lo ha capito bene. Ma
i potenti della terra glielo permetteranno
di muoversi in questa direzione ? Penso
proprio di no. Anche perché, la politica di
oggi non…esonda certo di intelligenza, ma
solo di interessi personali da cui anche
l’Italia non è esente.
I politici di oggi infatti, fatte salve le
solite eccezioni, sono all’80 % degli
arrivisti che non sanno niente di politica.
Ciò che è grave è che, una volta
istituzionalizzati, essi possono fare ciò
che vogliono con l’apporto della stampa che
da loro visibilità, spesso immeritata ! E
questo è il secondo dramma !
Risposta al titolo: “ Questa crisi è
senz’altro salutare “, anche se dovrà essere
pagata dalla povera gente, ma non avrà uno
sbocco se non si metteranno in moto i
predetti due processi, tenendo conto che una
riconversione della specie non potrà
rendersi operativa dall’oggi all’indomani,
ma in un periodo minimo di almeno 20 anni,
purtroppo.
Altrimenti la razza umana sarà travolta. Ed
in questo, i Verdi, ( a cui io non
appartengo) hanno sempre avuto ragione,
anche se, molto spesso, hanno detto e dicono
no per partito preso, allo scopo di
strumentalizzare la politica.
ARNALDO DE PORTI -
febbraio 2009
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