LA CASSOEULA (…macchè Big Mac)
Macchè Mac
Donald! Macchè Big Mac! Basta con queste
divagazioni esterofilo/culinarie!
Insegniamo ai giovani come si sta a tavola
(e non parlo di come usare… posate e
tovagliolo). Ricordiamoci della scena di “Un
americano a Roma” quando Alberto Sordi,
borgataro che scimmiotta tutto ciò che è
USA, si organizza una cena stile yankee
e dopo i primi assaggi, finisce per buttarsi
a capofitto su un bel piatto di maccheroni.
Proprio l’anno scorso il famigerato Big Mac,
l’ipersandwich farcito all’inverosimile con
polpetta,formaggio, lattuga, sottaceti,
cipolla, e fiumi rossi di ketchup, ha
compiuto 40 anni,essendo stato inventato nel
1967 - pensate un po’- proprio da un
italiano, tale Jim Delligatti. Questa specie
di bomba gastronomica da 500 calorie è
diventato un simbolo yankee in tutto il
mondo, tanto da essere venduto in 900
milioni di pezzi all’anno e diventare
l’unità di misura del potere d’acquisto a
livello mondale. Ebbene di questa bandiera
universale del “junk food” (giusto definirlo
spazzatura) noi possiamo, anzi vogliamo,
tranquillamente farne a meno. Per fortuna in
questi ultimi anni l’impazzimento verso
questo tipo di nutrizione sta calando, anche
per le ricadute che si registrano alla
bilancia e alla forma fisica, per cui a
frequentare Mac’Donald sono ora in maggior
parte gli immigrati. Intanto però sono
diventate alla moda alcune cucine di origine
asiatica.
Tuttavia per chi ha gusto e chi ha palato
non c’è confronto, la nostra tavola
primeggia con ogni altra al mondo. Gli
italiani amano stare comodi davanti a dei
semplici piatti, con del buon vino e in
buona compagnia. E’ quel che succede almeno
una volta alla settimana in quasi tutte le
famiglie del nostro Paese, quando il pranzo
della domenica rimane ancora
l’irrinunciabile punto di incontro della
famiglia o del gruppo intorno alla tavola
imbandita.
Evviva dunque il mestolo delle
donne/mamme/nonne/zie/ italiane!
E poi non c’è solo la domenica ad allietare
le nostre mense, le occasioni sono tante: ci
sono le feste,le ricorrenze, le infinite
sagre locali ecc, a dare il là alle…
celebrazioni dei vari piatti tradizionali.
Ad esempio per i MILANESI, proprio in questo
periodo è tradizione preparare la “CASSOEULA”,
la mitica “cassoeula”, uno dei piatti più
amati della tavola meneghina, insieme al
“risott coi oss bùs”, alla “busecca” e
naturalmente alla polenta.
Certo si tratta di un piatto povero, non
proprio raffinato, ma sentite come sa
ispirare la fantasia (e l’appetito) del
poeta:
Ma vorì
mett, vialter goloson
che aroma, che poesia
ona bella fondina de cassoeula
cusinada dalla regiora meneghina,
insci’ greva, inscì mostosa
coi verz e la morbida ciccia
che la par quella d’ona sposa!
Succed a november quand riva el gel
e fa la soa fin el poer porscell.
Mett in cassarouela a fà sfrigolà
el butter, la scigolla e la panscetta
mettegh i costin, e poeu el coin
i sciampitt, el mus e anca i oreggitt
e desmentega minga luganega e verzin
Quatta ben ben la toa infusion
poeu se spantega per la caa l’odor,
inscì comincia el godiment
e quand l’è cotta, fioeu e genitor
sotta a paccià a quatter palment,
con l’alegria d’on botiglion ross.
E a la fin che bell grattas la panscia,
e slongass giò a fà el poltron,
arenta a la gatta che fronfronna
e fass vegnì on po de magon…
Gioz (Giorgio Cozzi) - novembre 2008 |