Oggi parleremo di un argomento piuttosto "spinoso": la Cassa Sanitaria per il personale del Gruppo Intesa (le notizie sottoindicate pervengono da fonti sindacali).
La gestione finanziaria 2009 dell'Ente si è chiusa con una nuova perdita di Euro 1.665.714, leggermente inferiore a quella contabilizzata nell'esercizio precedente. Nonostante gli sforzi del Consiglio Direttivo ed i provvedimenti presi non è stato possibile riequilibrare il risultato economico: occorrerebbe infatti che Intesa Sanpaolo si accollasse i costi operativi (Euro 3.027.007 nel 2009, cifra che rappresenterebbe un valore infinitesimale rispetto all'utili operativo dell'Istituto) come succede per il coesistente Fondo Sanitario Sanpaolo.
Sembra quindi evidente che, persistendo l'ostinato atteggiamento della Banca, sarà necessario rivedere le varie categorie di costo e di ricavo per realizzare un pareggio contabile.

Nel frattempo Intesa Sanpaolo ha nuovamente presentato alle Fonti Istitutive un ulteriore progetto per l'istituzione di una cassa unica di gruppo che prevede un Consiglio Direttivo composto da 13 membri (sei nominati dai dipendenti, sei dalla banca ed uno dai pensionati) e che - soprattutto - è ancora basata su contabilità separate tra i dipendenti in servizio ed il quiescenza con una non ben definita solidarietà tra i due comparti  (ipotesi già respinta tre anni fa). Da notare che il principio di solidarietà vigente in tutte le nazioni civilizzate è così riassumibile: i lavoratori attivi, più giovani e meno soggetti a richieste di prestazioni sanitarie pagano anche per i lavoratori in quiescenza, ben felici di far ciò in quanto potranno usufruire di analogo aiuto all'atto del loro pensionamento (di questo i Sindacati dovrebbero essere ben consci). Non riteniamo quindi condivisibile alcuna forma di gestione che violi questo principio fondamentale e ci meravigliamo che un Istituto di Credito che si definisce "etico" possa solo pensarci. Entro fine corrente mese è prevista la ripresa della contrattazione fra la Banca e le Fonti Istitutive su questo argomento: ci auguriamo un buon fine, ovviamente nel senso da noi auspicato.

Con l'occasione informiamo i nostri lettori di estrazione Intesa che entro il 30 giugno 2010 saranno chiamati ad approvare il rendiconto finanziario: da parte nostra, tenuto conto che il Consiglio Direttivo (come noto privo da tempo dei Consiglieri di estrazione della Banca) ha operato con raziocinio e professionalità e della chiarezza e trasparenza delle voci patrimoniali ed economiche, non vediamo assolutamente nulla che osti ad esprimere un parere favorevole, anzi ci sentiamo di caldeggiarne l'approvazione.

 

Il Decreto Sacconi

Secondo la nuova norma i Fondi sanitari integrativi del Servizio sanitario nazionale, gli Enti, le Casse e le Società di mutuo soccorso aventi esclusivamente fine assistenziale, hanno l’obbligo di destinare una quota non inferiore al 20% dell’ammontare complessivo delle risorse destinate alla copertura di tutte le prestazioni garantite ai propri assistiti, per l’erogazione di prestazioni di assistenza odontoiatrica, di assistenza socio-sanitaria rivolta ai soggetti non autosufficienti e di prestazioni finalizzate al recupero della salute di soggetti
temporaneamente inabili.

A quanto ci risulta, il Consiglio Direttivo dovrebbe aver già presso gli opportuni provvedimenti nel caso in cui il c.d. Decreto Sacconi entri in vigore.
In allegato potrete trovare una scheda illustrativa del provvedimento legislativo di cui trattasi.

 

Piazza Scala - maggio 2010

 

Clicca sui links sottostanti per visualizzare i vari argomenti!
Stato patrimoniale, rendiconto economico, nota integrativa esercizio 2009

Relazione del Consiglio Direttivo esercizio 2009

Nota sul Decreto Sacconi

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