RENZO SAITTA PRESENTA IL VOLTO "VERO" DI GENOVA   

 

N.B.: cliccare sulle immagini sottostanti per ingrandirle
 

Incominciamo a passeggiare nel centro storico della Commenda di  Prè, quale rifugio per i viaggiatori d’altri tempi, per poi proseguire nella caratteristica via Prè, la casbah di Genova con i suoi odori, odori di trippa, odore di panna, odore di salsedine, odori di farinata e focaccia. 

Da ragazzo la via Prè era anche luogo di perdizione per la presenza sia di signore/signorine che arrotondavano… , che di loschi figuri che vendevano di tutto, in particolare zippi non autentici e sigarette americane. Si  camminava con circospezione quasi con rispetto.

 

Poi ci si può addentrare in via del Campo per incontrare “la bambina dagli occhi grandi“ resa celebre da Fabrizio De Andrè. 

Ed ecco il porto antico,qui ci sono molte cose da vedere,finalmente un porto quasi senza rumori

I magazzini del cotone rimessi a nuovo con numerosi contenitori :musei di tutti i tipi e spazi per far giocare i bambini; la vecchia marina, punto di partenza per  escursioni in mare alla scoperta dei delfini d qualche balenottera di passaggio nel golfo. 
Non si può tralasciare di vedere Genova dall’alto e quindi di corsa verso il Bigo,che una volta veniva usato per scaricare quanto portavano le navi (senza containers). Ora è stato trasformato in ascensore per vedere la città dall’alto senza salire in collina.

 

Salire su di un “coso  “ simile è un’esperienza unica. Da lassù si nota una palla di vetro sospesa sull’acqua e vale la pena scendere dal Bigo e visitare il suo interno. Piante, animali sono racchiuse in quella bolla  di vetro, chiamata biosfera. Non  resta che visitare l’acquario uno dei più grandi dì Europa. Un sito della città a misura di bambino è la città dei bambini (**), interessante, divertente ed  istruttivo.
Nel vicino museo del mare, il Galata (*), continua il nostro viaggio all’interno del mondo marino dove il presente si mescola con il passato dei primi marinai che solcavano gli oceani,divertente scorazzare  su  di una galea che tanti anni addietro affrontava il temibile capo Horn. 

 

Si è fatto tardi e non ci siamo accorti delle ore trascorse; il “pancino/pancione” comincia a sollecitare una doverosa fermata.

E’ necessario  trovare un’antica osteria per gustare qualche prelibatezza locale.

Su tale argomento si rimanda per gli indirizzi al mio primo articolo pubblicato sul nostro sito:
”Genova città da scoprire” 
 

 

Renzo Saitta

Febbraio 2010          

 

 

       

 

 

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