QUANDO CAMBIAI UN ASSEGNO DI US$. 10.000,00  AD  UN AL CAPONE…
 

Erano gli anni ’60 quando, l’ufficio estero-merci di Venezia, sempre carico di lavoro tanto da dover utilizzare spesso vari colleghi presso l’ ufficio forestieri stante il boom di affluenze di turisti americani, inglesi ecc.ecc., vera manna per l’economia veneziana di quegli anni  (ricordo le valige piene di travellers cheques che allora, una volta pagati mediante raccolta della controfirma,  si mandavano direttamente in America accompagnati la lunghissime distinte per le quali, a pensarci ora, non sarebbe riduttivo parlare di lavoro farneticante) quando, verso la tarda mattinata di un venerdì, si presenta agli sportelli un signore dallo stile italo-americano, pieno di anelli, collane e quant’altro, accompagnato da tre-quattro guardie del corpo che, soltanto a vederle, mettevano paura. Detto signore, mi presenta per il cambio un assegno a copertura garantita di US$ 10.000,00 tratto sulla Chase Manhattan Bank di New York.
Per attualizzare la memoria, ricordo che allora il dollaro USA veniva cambiato a 624 lire italiane e che, con 10.000 dollari si poteva comperare un appartamento in provincia, o giù di lì…
Ebbene, la prima cosa che faccio, è quella di chiedere l’autorizzazione alla Direzione stante la cifra, invero macroscopica per quei tempi. Il Direttore agli sportelli di allora, ricordo il nome, il Cav. Majo, mi dice di chiedere informazioni in tempo reale all’albergo dove questo signore alloggiava, il Gritti Palace Hotel di Venezia. La risposta fu che questo signore alloggiava proprio lì e che aveva riservato 4-5 suite per il suo seguito e che il suo nome era legato al gangster Al Capone (fratello, figlio non ricordo) , con il quale aveva diviso lussi, ricchezze e fatti malavitosi. Riferisco subito questo al Direttore di Sala, il quale, con la pressione arteriosa che gli stava salendo a vista d’occhio, mi dice di telefonare in America, alla Chase,  non tenendo conto che allora i telefoni viaggiavano poco più velocemente delle lumache e non c’erano nemmeno i telex…e quand’anche ci fossero stati, provate ad immaginare i tempi tecnici per far viaggiare un pezzo di carta, tramite commesso, in una Chase Mahnattan Bank, in pieno New York.... Ed era venerdì…
Il Cav. Majo chiama Milano,  e Milano, presumo in forma educata, gli risponde di arrangiarsi e che è pagato per questo.
Alla fine, dopo aver controllata la firma della Chase (chi non ricorda  i famosi libri delle firme di tutte le banche estere e nazionali ?) ed accertato che il portatore dell’assegno era un soggetto ricchissimo che si poteva permettere di pagare ogni giorno dei milioni nel più prestigioso albergo di Venezia, che succede ? Succede che, dopo una buona mezz’ora di trattative,  l’appartenente alla dinastia Al Capone si spazientisce e desidera di essere pagato immediatamente, altrimenti avrebbe fatto un quarant’otto facendo licenziare tutti.
La tensione era evidente in tutti noi, ma soprattutto presso il Direttore di Sala al quale, un buontempone quale era il mio capo ufficio, Emilio Macaluso,  aveva fatto recepire che “Al Capone” aveva la pistola in un fodero dei calzoni. Nel frattempo il salone era pieno di altri turisti che guadagnavano l’uscita per non perdere tempo e per la confusione che stava degenerando in…
Il viso del Direttore di Sala si fece paonazzo dalla pressione arteriosa alle stelle e, forse più per paura di restare “secco” per ipotizzabile scherzo cardiaco che per convinzione sulla bontà dell’operazione, firmò la distinta che autorizzava il pagamento dell’assegno.
Prima dicevo che era venerdì.  Ebbene, i maliziosi, poco dopo pare abbiano accertato che il direttore di sala, dopo la firma, si assentò subito per andare in…bagno  per fare il week end… 

ARNALDO DE PORTI - 30 marzo 2009