Raffaele Ricchiuti, attuale Sindaco di Ferrandina (Matera) ed ex Comit, ci ha inviato parecchio materiale relativo alla sua città: nelle prime pagine pubblicate su Piazza Scala abbiamo presentato il Castello di Uggiono, fortificazione alto medievale che domina Ferrandina, un raffronto tra la ridente cittadina lucana di oggi con quella di ieri, quest'ultima risultante da cartoline d'epoca, e un rito religioso.
Ora vi raccontiamo la storia di Maria Barbella, partita da Ferrandina per l'America ed ivi condannata alla sedia elettrica (prima donna in assoluto): difesa da avvocati all'altezza, la giovane veniva riconosciuta innocente nel giudizio d'appello.
Piazza Scala - febbraio 2010

 

Maria Barbella, la prima donna condannata alla sedia elettrica

Si chiamava Maria Barbella, era una italiana originaria di Ferrandina, in Lucania, la prima donna condannata alla sedia elettrica negli Stati Uniti il 16 luglio del 1895. Venne riconosciuta colpevole di omicidio. Un omicidio passionale che scatenò polemiche e dibattiti sulla stampa d’Oltreoceano.
Mercoledì prossimo a Roma, nell’ex Chiesa di Santa Marta a Piazza del Collegio Romano, si svolgerà un convegno dal titolo “La signora di Sing Sing. No alla pena di morte”, il libro scritto da Ideanna Pucci, liberamente ispirato al dramma della giovane italiana, storia alla quale sarebbe interessata la Rai per una nuova fiction tv. Maria Barbella era emigrata con la famiglia a New York a 17 anni alla fine dell’Ottocento, lavorava come sarta in una fabbrica di mantelli ’Louis Graner & C’.
Una vita difficile e una passione non sempre corrisposta per Domenico Cataldo, sposato, padre di due bambini, anche lui originario della Basilicata. Cataldo promette di sposarla, ma dopo qualche tempo il matrimonio sfuma. Un affronto, un’onta incancellabile, che la giovane Maria, sedotta e abbandonata, decide di lavare con il sangue. All’ennesimo diniego, colpisce il fidanzato con un rasoio tagliandogli la gola. Maria Barbella fu subito arrestata e richiusa nel carcere di Sing-Sing. Affrontò il processo senza conoscere la lingua inglese, in un clima di intimidazione e paura. Sarebbe stata la prima donna a ’sperimentarè la pena capitale.
Un caso umano e politico. Una storia che appassionò le cronache dell’epoca, una sorta di moderno feuilleton, che trasformò involontariamente Maria Barbella da misconosciuta emigrante a star della carta stampata. La giovane non conosceva la lingua inglese, e tantomeno i suoi traduttori. Il processo si trasformò in una sorta di teatro dell’assurdo, surreale e immaginifico, un dialogo tra sordi. La giovane italiana, difesa da avvocati d’ufficio, fu condannata alla sedia elettrica. Quel dramma non passò inosservato alla contessa Cora Slocomb di Brazzà, una ricca ereditiera america sposata con un nobile di origine friulana. Dall’Italia si trasferirà negli Stati Uniti. Sarà lei a guidare la protesta, chiedendo la revisione del processo, mobilitando la stampa, le associazioni e gruppi di intellettuali, soprattutto l’opinione pubblica americana, dai quartieri più poveri, quelli del Lower East Side, alla high society di New York e San Francisco, sostenuta anche da una rete di potenti amicizie, aiutata dal famoso poliziotto di origine italiana Joe Petrosino. Cora Slocom ottenne la revisione del processo assicurando alla giovanissima Maria un valido collegio di difesa e avvocati importanti come Mrs Foster, che aveva già difeso altre donne, fornendo loro assistenza medica, colmando un vuoto politico e istituzionale nei confronti degli emigrati.
Cora Slocomb profuse energie e intelligenza coinvolgendo in quella che ben presto diventerà la prima campagna contro la pena capitale soprattutto le donne. Persino le suffragettes accettarono il coinvolgimento, in difesa della vita, contro la pena di morte. L’energica e volitica countess di origine americana riuscì nel suo intento. Aiutata da abili avvocati riuscì dunque a far riaprire il caso. Il 10 dicembre 1896, un anno dopo la condanna a morte, la giuria americana emise il verdetto di non colpevolezza. Si sa molto poco di quello che accadde dopo. Maria Barbella sposò il 4 novembre 1897 un emigrato italiano, Francesco Bruni. Dopo due anni la nascita del primo figlio Frederick. Si persero poi le tracce.
La storia appassionò non soltanto l’opinione pubblica e la carta stampata, ma anche il teatro. Il drammaturgo di origine ebrea M. Ha-Levi Ish Hurwitz scrisse un dramma in quattro atti, liberamente ispirato alle vicende di Maria Barbella che andò in scena per oltre un anno negli Stati Uniti, dal 14 dicembre 1896 alla fine di gennaio 1897. A distanza di anni è la pronipote di Cora Slocomb che soccombe al fascino della giovane emigrata italiana. Viaggia negli Stati Uniti, fa ricerche, incontra gente, legge documenti e testi autografi, fa interviste. Ne nasce un libro «La signora di Sing Sing. No alla pena di morte» (edizioni Giunti) che ricostruisce la vicenda umana, politica e giudiziaria di Maria Barbella.

Da LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO del 16/10/2005

 

 

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Il profilo di Raffaele Ricchiuti

Il Sindaco in carica a Ferrandina è Raffaele Domenico RICCHIUTI, eletto il 27 e 28 maggio 2007.
Nato il 25/03/1948 da antica famiglia ferrandinese (suo nonno Raffaele Direttore del Dazio Comunale, suo padre Michele Comandante dei Vigili Urbani, sua mamma Loreta Santeramo una delle più apprezzate sarte cittadine).
Residente a Ferrandina. Coniugato con Felicia Carone con due figli, Loretta e Michele.
1966 Diploma di Maturità Classica a Potenza e 1971 Laurea in Giurisprudenza a Bari.
1974 Assunto presso la Banca Commerciale Italiana di Brescia, poi Funzionario a Padova, Direttore a Verona, Lecce, Roma Eur, Caserta (con qualifica di Dirigente), poi Capo Area di Banca Intesa a Napoli e Provincia.
2004/2006 Dirigente in staff al Direttore Generale della Banca della Campania (Gruppo Banca popolare dell’Emilia Romagna).
01/07/2006 Pensionamento per anzianità.
08/08/2006 Nominato dal Governatore della Banca d’Italia quale componente del Comitato di Sorveglianza della Banca della Tuscia in Amministrazione Straordinaria – Montalto di Castro (Viterbo).

Dal sito del Comune di Ferrandina (visualizza)

 

 

 

 
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