Giuseppe Baratta - Una piacevole sorpresa

Nel 1949 (avevo 14 anni), ai tempi d'oro del ciclismo italiano quando Bartali e Coppi spopolavano, vincendo tutte le più importanti gare internazionali, mentre mi trovavo a Carpanzano, un piccolo comune della provincia di Cosenza, mi venne in mente di riprodurre sulla parete esterna del magazzino merci della locale stazione delle ferrovie calabro-lucane, l'effige dei nostri due più grandi campioni del tempo, Bartali e Coppi appunto, così come l'avevo vista sulle pagine di un giornale sportivo dell'epoca.
Montato su di una scala a pioli e con in mano un pezzo di carbone, misi in atto il mio proposito, realizzando due disegni di notevoli dimensioni riproducenti i profili dei due campioni.
L'impresa, lungi dal suscitare le ire del capostazione del tempo (peraltro era mio zio), riscosse grande successo e ammirazione per cui la piccola stazione divenne il centro dell'attenzione dei viaggiatori che a quei tempi affollavano numerosi i convogli ferroviari.
Il capostazione, come era ovvio, invece di pretendere da me la ripulitura della parete, si preoccupò di conservare quei prototipi di murales: anzi, volle che io stesso ripristinassi periodicamente le parti dei disegni che, per essere stati realizzati con carbone, erano necessariamente soggetti a deteriorarsi.
Per diversi anni (non saprei quanti) i disegni vennero conservati; quindi inesorabilmente perduti quando io non andai più a Carpanzano.
Se fino a pochi mesi addietro qualcuno mi avesse chiesto da dove avevo preso lo spunto per realizzare quei disegni, non avrei saputo
rispondere, non ricordando né il giornale dell'epoca né tanto meno l'autore.
Ma quando, poco tempo fa, recatomi in casa Baratta per visionare le "caricature" realizzate da Don Peppino negli anni compresi fra il 1940 ed il 1985, mi afferrò una grande emozione nel rinvenire una copia del giornale «Il corriere delle Calabrie» del maggio 1954 su cui erano pubblicate le immagini di Bartali e di Coppi firmate "baratta/49": erano i disegni da me riprodotti in quell'anno sulle pareti del magazzino merci della stazione di Carpanzano.
Purtroppo gli originali non ci sono più: saranno rimasti, probabilmente nella redazione del giornale oppure, come è accaduto per gran parte dei disegni, l'autore ne avrà fatto omaggio a qualche amico o estimatore.
La vita è veramente ricca di sorprese: oggi, a 72 anni, ho ritrovato il filo conduttore, ovvero la ragion d'essere di un'idea che andavo coltivando da tempo, quella di rendere omaggio ad un artista estroso, ad un valentissimo disegnatore, da me conosciuto personalmente dieci anni fa (poco tempo prima della sua morte) ma che aveva fatto breccia nel mio animo di ragazzo quasi sessant'anni fa.
Il tempo ha trasformato l'interesse a ricopiare due disegni belli e interessanti nel desiderio di dar vita a qualche iniziativa utile per far conoscere l'opera di Baratta e conservarne in futuro la memoria.
Sono convinto che Don Peppino Baratta, pur avendo avuto negli anni "40" l'opportunità di apparire, con i suoi disegni, anzi con le sue "caricature", su giornali a diffusione nazionale, avrebbe avuto ben altra fortuna e miglior fama se fosse vissuto in un ambiente più evoluto e meno distante dai centri a più alta vocazione culturale e artistica.
Egli avrebbe avuto titolo per stare alla pari con i più valenti disegnatori italiani per quella innata capacità di realizzare con un unico tratto di matita il "profilo" non soltanto fisico di un personaggio:
perché i suoi disegni satirici, le sue "caricature", oltre all'aspetto fisico, rivelano il carattere e l'anima dei personaggi.
La qualcosa è tanto più sorprendente sol che si pensi che fra i suoi disegni compaiono persone da lui mai conosciute direttamente.
È evidente che gran parte delle persone le cui sembianze sono finite sotto la punta della sua matita è costituita da soggetti personalmente conosciuti appartenenti a tutti i ceti, con i quali ha avuto rapporti di amicizia o di sola occasionale frequentazione.
Quel che sorprende nel suo modo tipico di disegnare è la voglia di tracciare un "profilo" delle persone; infatti i soggetti sono raramente rappresentati di fronte o di tre quarti.
I tratti salienti del volto sono spesso riportati "in grassetto" al fine di meglio evidenziare caratteristiche somatiche riconducibili esclusivamente al soggetto interessato.
L'essenzialità del disegno non impedisce di cogliere gli aspetti caratteriali: l'arguzia, la bonomia, l'astuzia, l'eleganza, la nobiltà traspaiono da un naso affilato, da un viso paffuto, da uno sguardo penetrante, da un labbro prominente, da un baffetto appuntito, da una barbetta, da un papillon o da un bastone da passeggio.
La galleria dei personaggi, comprende i soggetti più vari e abbraccia tutte le categorie.
Una grande attenzione Baratta ha dedicato al mondo dello sport, in particolare a quello del calcio cui Egli era molto legato. Intere squadre (Juventus, Fiorentina ed altre) sono state rappresentate; altrettanto dicasi di diverse
generazioni di calciatori e sportivi locali (la squadra del Cosenza, i suoi dirigenti).
Era uno sportivo nel sangue e nella sua attività va compresa anche quella di giornalista sportivo.
Della sua assai vasta produzione di "caricature" nel suo studio sono rimasti non molti disegni originali poiché l'autore, quasi sempre, ha fatto omaggio delle sue opere ad amici e conoscenti o a quanti sono stati oggetto della sua attenzione artistica.
Non so ancora se il desiderio di realizzare un catalogo che racchiudesse le riproduzioni delle opere di Peppino Baratta che è stato possibile reperire, sia il frutto della grande stima e della ammirazione per questo grande artista che ha onorato Cosenza e la Calabria, o sia la conseguenza del rammarico che provo pensando a quali vette avrebbe potuto assurgere se il destino gli avesse riservato la fama e la notorietà meritate.
Forse sono entrambi questi sentimenti, uniti alla speranza che la galleria, sia pur limitata, dei personaggi riprodotti in questo catalogo, possa rappresentare un giusto omaggio ad un grande protagonista della storia artistica della città di Cosenza, la cui memoria è doveroso custodire e trasmettere alle future generazioni.

Paolo RICCA

Giuseppe Baratta, un caricaturista con i fiocchi!

Abbiamo il piacere di presentare ai nostri visitatori un  caricaturista, sconosciuto alla maggior parte degli italiani nonostante la sua bravura.
Come potete osservare dalla galleria di fotografie riprodotta in calce alla pagina Baratta non ha nulla da invidiare a personalità come Forattini e Giannelli: solo per la sua riservatezza non è comparso nei più importanti quotidiani nazionali.
Abbiamo tratto questa pagina da BARATTA, un catalogo a cura di Paolo Ricca (socio dell'Ass.ne Pensionati ex Carical Cosenza) edito nel 2008 a Cosenza.
Ringraziamo lo stesso Paolo Ricca e Santino De Marco (Presidente dell'Associazione summenzionata) per averci permesso la stesura di questa sezione.
12 aprile 2009

Giuseppe Baratta (nella foto), nato a Serra Pedace (CS) il 2/10/1911, sempre vissuto a Cosenza, fu giornalista sportivo e valente caricaturista. Le prime caricature furono pubblicate nel 1931 sul giornale «L'Elmetto»; successivamente comparvero su molti giornali tra cui «Mezzogiorno sportivo», «Gazzetta del Mezzogiorno», «Giornale di Sicilia», «Guerin Sportivo» e «Corriere dello Sport». Nel novembre del 1948 fu premiato alla Mostra Nazionale della caricatura di Trieste. Persona estremamente schiva e riservata, è morto a Cosenza  il 17 marzo 1996.

  
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