L'ASSEMBLEA INTESA SANPAOLO DEL 30/4/2009 - l'intervento di Alessandro Buffardi

Alessandro Buffardi (ex Comit) ci ha inviato il testo del suo intervento all'assemblea di Intesasanpaolo il 30/4 scorso richiedendoci di pubblicarlo anche su Piazza Scala. Accontentiamo l'amico Alessandro depennando però i tratti che possono urtare una parte dei nostri lettori.
5 maggio 2009

Prof. Bazoli, Dott. Passera, sono anni che nelle assemblee di Intesa, inascoltato alla stregua di pochi altri azionisti,  .........omissis.......... vi diciamo che si stava costruendo un mondo ingiusto, avido, pericoloso, senza freni, basato solo sul profitto, sull’egoismo, su budget ossessivi, su stock options faraoniche, su politiche commerciali ansiogene, senza alcuna considerazione dell’aspetto sociale dell’attività bancaria e del risparmio, ......omissis........ Oggi siamo qui per ribadire, di fronte ad azionisti e giornalisti, l’attualità e l’attendibilità delle nostre critiche. Oggi che non siete più credibili, alla luce delle conseguenze evidenti e disastrose di certe politiche di gestione di risorse e mezzi. Oggi che siete privi di fiducia e che finalmente una parte di opinione pubblica, di politici, di uomini delle Istituzioni ed anche dei media, appellandovi nei modi più spregiativi possibili, vi chiede conto del vostro operato.
Noi sempre inascoltati perché il nostro caro presidente ha sempre preferito predicare di etica in salotti esclusivi, ha sempre attribuito alle critiche il significato di astiose e velleitarie ritorsioni personali, ha minimizzato sulle stock options (“tanto anche negli USA facevano così”, ebbe a rispondere qualche anno fa), ha lasciato che si cancellassero migliaia di posti di lavoro, ......omissis....... Tutto ciò in nome del DIO profitto, dei superdividendi e dei premi ai managers, socialmente intollerabili. Ecco la dimostrazione di divaricazione tra il suo dire ed il suo fare, visto che a metà febbraio pontificava: “ho sempre detto che vi erano dei compensi così elevati da comportare sproporzioni tra le remunerazioni dei manager e quelle dei dipendenti comuni”; questo dal ‘basso’ dei suoi 11,5 milioni del 2007. Dopo pochi giorni il fido Micheli  si affrettava a dichiarare su La Stampa a Paolucci che chiedeva se si sentisse per caso chiamato in causa, dal ‘basso’ del suo milione e trecentomila: “no, parlava di altri gruppi; noi sul sistema incentivante poniamo grande attenzione alla qualità del credito. I premi sono legati al raggiungimento dei risultati. Senza di questi, per le prime linee, non ci sarà erogazione dei premi”. Proprio un capo del personale diligente, sempre attento a trovare il sistema di tosare le prime linee.
La qualità dei crediti.
Vogliamo parlare di Alitalia? La discesa in campo per amor di patria o per sistemare i conti Air One, in un convulso intreccio tra finanziatore, azionista, controllore, creditore, controllato, amministratore, ecc.
Vogliamo parlare di Tassara? Dei finanziamenti al raider Zaleski, acquirente a tutto campo di partecipazioni bancarie e industriali e quindi ospite dei C.d.A. che con gli aiuti di stato devono pagare i debiti del raider verso loro stessi…Si è scandalizzato persino il ministro Tremonti, già inventore della finanza creativa ora prontamente ma tardivamente ripudiata. Alla fine per impedire al raider (che era anche vicepresidente del nostro presidente in un altro salotto) di nuocere ancora, chi arriva alla Tassara? Il nostro ex D.G. Modiano, non proprio amico di Passera, ed ora uno dei suoi principali azionisti.
E’ normale che una banca in queste condizioni si dichiari etica? Il raffronto tra la banca di Mattioli e l’attuale di Bazoli evidenzia un contrasto netto e sempre più accentuato fra un valore e un disvalore. L’atto sociale e solidale nel credito e nel profitto, nel quale credeva quel grande banchiere, significava la scelta di un meccanismo operativo e gestionale che lasciasse spazio alla solidarietà, alla relazione, e non solo unicamente al profitto, obiettivo peraltro necessario ed indispensabile nella giusta misura. Ma a voi ed alla gran parte dei vostri azionisti questo non interessava e non interessa. Contava portare a casa più soldi possibili e nel più breve tempo possibile. Ecco le conseguenze! Puntavate alla crescita di valore del titolo che oggi vale il 60% in meno.
......omissis......
Quanti piccoli azionisti in pena! Valore dimezzato! Comunque voi avete portato a casa i bonus. Che occorrerebbe RESTITUIRE.
Ed invece vediamo dappertutto alchimisti del denaro, incapaci di costruire un fiammifero. Così staccati dalla realtà che in piena recessione utilizzano i fondi di salvataggio dello stato   per continuare ad auto-assegnarsi prebende da favola. La proposta di porre un tetto è stata giudicata incostituzionale (chissà se invece è costituzionale guadagnare 600 € in un call center!). Non ci si indigna (forse non ci si indignava, perché ora pare spirare altro venticello) per i guadagni dei noti Paperoni pari a 400/500 volte i loro operai e impiegati, ma si fa il pelo e contropelo per il sistema pensionistico e sanitario di chi ha un reddito fisso e dei pensionati.
Un breve accenno merita anche l’azione dell’altro presidente (anche lui € un milione trecentocinquantamila). La difesa della “torinesità” sbandierata ai suoi ex sanpaolini è arretrata sulla linea del Piave, anzi del “gratta-Enrico” a suo imperituro ricordo. ......omissis.......
Quando sarà terminato e non esisteranno più i 3000 potenziali ospiti nel frattempo dismessi ed esodati dall’implacabile Passera (dimenticavo € 2 milioni + extra di prebende varie), avremo tutti un  ricordo imperituro sì, ma non piacevole.
Fino a quando, ci chiediamo, verrà premiata la mancanza di sobrietà, di buongusto e di senso del limite? Fino a quando i privilegiati possono illudersi di continuare a vivere dentro una bolla di alterità senza pagare mai le conseguenze? Usque tandem…?
Speriamo in conclusione che in tempi brevi, gli stessi opinionisti, politici e azionisti che sin qui vi hanno seguiti senza remore, ritrovandosi fra le mani una banca SENZA ANIMA, abbiano la forza di indicarvi senza appello la porta di uscita. Di chiedervi di levare il disturbo. Un sogno, ma per noi è bello sognare! Chiederlo a voi, come già fatto in precedenza, è inutile; come chiedere a chi ti ha propinato una cura sgradevole, una ricetta di guarigione. Posso però esprimere il nostro voto contrario, unito ad una sobria e distaccata disistima.  
Ma tant’è; diceva Lucio Anneo Seneca: “il sole splende anche sui malvagi”.


maggio 2009