Le tecniche di pesca 

La pesca nelle sue diversità
L'attività della pesca è senza dubbio, insieme alla caccia, una delle attiv più antiche, che ha origine nella notte dei tempi.
Essa è stata esercitata all'inizio con mezzi ed attrezzature molto rudimi tali che, con il passare del tempo, hanno registrato continue trasformazioni fino ad arrivare ai tempi nostri in cui nuove e sofisticate attrezzature, unitamente a tecniche di pesca specializzate, consentono la cattura di grosse quantità pesce.
Originariamente nata per procurarsi cibo, la pesca è diventata, nelle aree dotate di porto, una vera e propria attività che ha finito per creare ampi e soddisfacenti commerci, intorno ai quali ruotano tante altre attività collaterali che producono concreta ricchezza ed occupazione.

Ma, unitamente a questa valutazione di carattere economico, da più tempo e da più parti, vengono lanciati continui allarmi sul rischio di estinzione di alcune specie di pesci, dovuto a fattori diversi tra cui: l'inquinamento del mare, pesca di frodo e le grandi quantità di pesce, che imbarcazioni di notevoli dimensioni, dotate di nuove e sofisticate attrezzature, unitamente a sistemi e tecniche di pesca sempre più perfezionate, riescono a pescare.

Ricerche scientifiche, da più parti effettuate, portano tutte alla stessa conclusione: alcune specie di pesci sono ormai a rischio estinzione e tra di esse con sempre maggiore insistenza si citano: tonni, pesci spada, merluzzi antartici, passere di mare, squali e razze.
Due scienziati dell'Università Canadese Dalhouise, nella Nuova Scozia Ramson Myers e Boris Worm hanno condotto una ricerca molto importante lanciando poi un SOS sulla rivista americana "Nature" che dal 1950 ad oggi le specie sopra elencate si sono ridotte del 90% (Dal № 47 di Gente del 24/11/2005 a firma di Stefano Nazzi).
Consci di tutto questo,
i Governi di diversi Stati cercano di raggiungere accordi mondiali per varare una regolamentazione che possa salvaguardare tutta la fauna ittica a rischio; ma per quante tavole rotonde si siano fatte il problema resta di difficile soluzione, anche se qualche Paese inizia a regolamentare la pesca nel proprio ambito territoriale.
In Italia la pesca Marittima è regolata dalla Legge 14 luglio 1965 n. 963 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 14.08.1965 n. 203) e dal successivo D.P.R. n. 1639 del 2.10.1968, cioè il Regolamento per l'esecuzione della Legge 14.07.1965 n. 963, concernente la disciplina della Pesca Marittima (Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25.07.1969, n. 188).
Una puntuale, quanto doverosa, distinzione di carattere generale sulla ter­minologia della pesca si ritiene necessaria per dare un modesto contributo di conoscenza ed una risposta ai tanti interrogativi di fronte ai quali ci si trova spesso, quando si sente parlare o si legge dell'attività peschereccia.
Una prima, ampia distinzione della pesca viene fatta tra:

Pesca di acqua dolce:
viene esercitata nei fiumi, nei laghi, negli stagni e nelle lagune ed è detta anche Pesca in acque interne;
Pesca marittima:
viene esercitata nel mare.
La pesca marittima, a sua volta, a seconda della distanza dalla costa in cui viene esercitata e dal tempo di permanenza in mare, si distingue:

Pesca costiera o sottocosta
che viene esercitata all'interno delle acque ter­ritoriali con piccole imbarcazioni che rientrano all'ancoraggio nella medesima giornata;
Pesca d'altura
che viene esercitata al di fuori delle acque territoriali con pescherecci piccoli, medi e grandi che possono restare in mare per più giorni;
Pesca grande od oceanica
che viene esercitata in zone molto lontane con grandi pescherecci appositamente costruiti per lunghe permanenze.
Un'altra distinzione che viene fatta è tra:

Pesca professionale,
è la pesca che viene esercitata professionalmente, quale lavoro vero e proprio, da individui o da imprese che svolgono questa atti­vità con scopi economici;
Pesca sportiva,
è la pesca che viene esercitata da singoli individui o da gruppi di due o tre persone, per proprio diletto e senza fini di lucro.
Entrambe sono sottoposte a particolari regolamentazioni, sia in materia di sicurezza in mare che in materia di utilizzo delle attrezzature.
Un'altra necessaria quanto interessante distinzione va fatta sui diversi tipi di pesca e sugli strumenti ed attrezzi ad essi collegati e sulle tecniche utilizzate, per meglio conoscere questo mondo così variopinto, ma anche e soprattutto per entrare nel concreto di questa attività che tanto peso ha avuto nella nostra città.
Molti sono stati gli attrezzi utilizzati per la pesca che spaziavano dagli ami alla lenza, dalla fiocina manuale a quella mediante fucile subacqueo, dalle reti fisse e mobili nella loro ampia diversità, alle trappole fisse e mobili, come le antiche tonnare e le nasse.
Sin dai tempi primordiali, l'uomo ha saputo realizzare attrezzi rudimentali per la cattura del pesce che possono essere identificati nell'amo e nella lenza tra di loro collegati, nella fiocina e nelle reti.
Essi hanno registrato, nel tempo, un continuo mutamento e sono stati man mano adeguati al tipo di pesca da esercitare, al tipo di pesce da pescare.
 

Ringraziamo l'amico Vittorio Aloe (socio dell'Associazione Pensionati ex Carical Cosenza) e Santino De Marco (Presidente dell'Associazione stessa) per averci dato la possibilità di fare conoscere ai nostri lettori una parte del suo volume AMANTEA - FRAMMENTI DI STORIA MARINARA (da cui abbiamo tratto il contenuto di questa pagina).
Maggio 2009


Il mare

Il mare!
Quante storie,
quante sofferenze,
quante gioie,
quante speranze,
quante illusioni,
quanti dolori,
quante passioni,
quanti amori!
Il mare!
Contenitore inesauribile di emozioni,
a ciascuno restituisce le proprie,
quando,
seduto sulla spiaggia,
si ritrova a ripensare il tempo passato.
 
Vittorio Aloe