LE GRANDI INVENZIONI: LA BUCAIOLA
(1958)
Fu
nel lontano 2543 a.c. che si ebbero i primi fatti che portarono
all'invenzione della bucaiola (il suo nome scientifico è:
forum facitrix cum culpo de mano). Infatti a quei tempi, pur non
essendoci ancora i filobus affollati, i colpi di mano erano
frequenti. Il Faraone era brutto e grasso? Con un colpo di mano
si rovesciava il governo e si dava il trono a Cleopatra (Nasser
non era ancora nato). A Lord « Andrigam » era antipatica la
Faraona? Niente paura, altro colpo di mano. Ad un certo punto la
cosa degenerò: ci fu allora chi pensò di disciplinare la
faccenda dei colpi di mano istituendo una specie di regolamento
che riuscisse a frenare questa morbosa forma di manifestazione
amichevole od ostile a seconda dei casi.
Ma la cosa non bastò.
Fu Pipino il Breve, della dinastia dei Carolingi, a decretare «
L'Annona dei Colpi di Mano », famosa raccolta di legge e decreti
che ancora oggi si conserva negli archivi dell'ancor più famosa
«Banca di Carlo Martello e Figlio Pipino ».
Egli distribuì a tutti i suoi sudditi, maggiori di sedici anni,
una tavoletta di legno di cm. 5 per 10 e una sega. Ad ogni colpo
di mano il suddito doveva segare via dalla tavoletta un pezzetto
di legno di un cm. quadrato. Dopo avere segato 49 pezzi, gli
rimaneva l'ultimo, che, se non intendeva utilizzarlo con un 50°
colpo di mano, lo poteva restituire a Pipino il Breve che lo
ricompensava lasciandogli in proprietà la sega anziché esigerne
la restituzione. Naturalmente razionò le tavolette dandone a
ciascun suddito una ogni 10 anni.
I colpi di mano diminuirono sensibilmente, è vero, ma Pipino non
vide più una sega di ritorno; la qual cosa lo impensierì.
Infatti le casse dello Stato non potevano sopportare la spesa di
una sega nuova per ogni nuovo cittadino.
Fu allora che Pipino ebbe una grande, luminosissima idea, che
gli fece esclamare la fatidica frase: « Tutti per uno, uno per
tutti! » che ancora oggi è ricordata come una delle più celebri
della Storia.
Se era oltremodo oneroso il dotare ogni cittadino di una sega,
perchè non stipendiare un solo cittadino dotato di una sola sega
che non facesse altro che segare pezzetti di legno a chiunque
gliene facesse richiesta? Grandi cervelli! Idee grandi! Ma,
ahimè, i guai non finirono. I colpi di mano diminuirono
paurosamente fino a diventare sporadici, ma davanti all'unico «
segatore » ufficiale si formò una così lunga fila di popolo da
rendersi necessario un ponte aereo per informare quelli in coda
su ciò che avveniva in testa. Nessuno lavorava più, nessuno
faceva più alla guerra, ed il segatore pretendeva che gli
pagassero lo straordinario. « Questo poi no! » disse Pipino il
Breve. « Che non si lavori, passi; che non si facciano più
guerre, passi; ma che costui pretenda lo straordinario, no!!!
Semmai gli mando un rinforzo » concluse in tono conciliante. «
Maestà » gli sussurrò all'orecchio un consigliere « Siamo in
periodo di ferie, c'è carenza di personale »! « Acc... è vero...
eppure costui deve cessare il suo lavoro alle 17 e 45 in
punto... Trovato!!! Per accelerare le operazioni, anziché
staccare il pezzetto dalla tavoletta farà un buco con un chiodo
sul quadratino corrispondente al colpo di mano testé effettuato.
Economo... dov'è l'Economo! Ah, siete qui, non vi avevo visto...
ritirate la sega a quel signore e consegnategli un chiodo a
testa piatta ed un martello ».
« Maestà... il buono?... »
« Sistemiamo prima questa faccenda, poi penseremo al premio
della bontà »
« Scusate Maestà... intendevo dire... hem... il buono di
prelevamento... »
« Perdiana, è vero... Segretariooo!!! scrivete!: buono di
prelevamento per 10 martelli e 10 chiodi... a testa piatta. La
richiesta ha carattere di estrema urgenza ».
« Maestà... non ne basta uno? » « Scrivete come vi ho detto se
vogliamo riceverne almeno uno entro l'anno »
Fu così che nel 753 A.C, a tre anni dalla richiesta, l'Economo
consegnò a Pipino il Breve un chiodo ed un martello usato (con
patente irriverenza nei riguardi del defunto padre di Pipino,
Carlo Martello) che rimpiazzarono l'ormai logora sega, che per
l'usura era diventata mezza; e fu così che nacquero i primi
buchi. La nascita dell'UITE fu solo più una questione di tempo.
A perfezionare l'invenzione di Pipino il Breve, il Principe
Arduino « occhio no », sempre della dinastia Carolingia, mise
intorno al chiodo un manicotto, una guida insomma, che migliorò
notevolmente il rendimento dell'apparecchio evitando così che ad
ogni vigoroso colpo di martello vibrato sul chiodo, questo
schizzasse nell'occhio del cliente o ancor peggio altrove, cosa
seccante e disdicevole, perchè, essendo il chiodo unico
esemplare, occorreva ogni volta organizzare varie squadre di
ricerca.
Anche quando cessò il razionamento dei colpi di mano,
l'apparecchio inventato da Pipino il Breve rimase con opportune
e lievi modifiche (ad esempio il martello fu sostituito dalla
mano, a ricordo dei colpi di mano, e la capocchia del chiodo
venne convenientemente allargata onde evitare gravi
inconvenienti fisici) e fu adottato dalla quasi totalità delle
Banche moderne col nome di «Bucaiola» o «Punzone» o «
Perforatrice » per costruire sugli assegni circolari o anche su
striscioline di carta a mo' di passatempo, quelle simpaticissime
finestrine di diverse forme, dotate di vezzosa anta ribaltabile
che, volendo, si può anche staccare, semprechè si riesca ad
afferrarla tra le punta di due dita, magari soffiando
energicamente dalla parte opposta.
R. G. - Pasqua 1958 |