Vorrei dare un seguito all''arguto intervento di Emilio Macchi Alfieri sulle colonne di "Libertà" nel quale si commentava l'ostracismo da parte della religione islamica della carne di porco e dell'animale in se stesso, ritenuto legittimamente immondo da quella tradizione.

Pur rispettando in pieno tale credenza, Macchi Alfieri non può evitare di compiangere, da piacentino se lo è (ed io concordo del tutto con lui), la grave privazione di coppe, prosciutti, pancette, salami che rattrista quelle brave popolazioni (ai quali io aggiungo gli adorati ciccioli, proibitimi non dal parroco ma dal medico di famiglia).

Vorrei peraltro attirare l'attenzione di chi ci legge sul fatto che anche noi occidentali, dalle radici giudaico/cristiane, nutriamo diffuse antipatie e in molti casi anche qualche forma di disprezzo nei confronto di numerosi animali che utilizziamo, oltre che per mangiarli, per commentare sfavorevolmente i nostri simili quando ci viene voglia di denigrarli con qualche espressione malevola.

Farò qualche esempio. Asino è chi non ha voglia di studiare, mulo è il nostro amico testardo, oca è la ragazza un po' svampita o di modi eccentrici, vipera può essere la suocera o l'amica invidiosa, verme è chi striscia fra i piedi del capufficio, il marito tradito è cornuto come il povero bue che deriva dalla elaborazione di un toro, la moglie è definita come la buona ed altruistica bestia che ci regala il suo latte per confezionare gustosi formaggi, una bestia che in India è sacra e intoccabile, tanto da avere la precedenza nei passaggi pedonali, un merlo è chi si fa fregare dal socio in affari, il tenore al quale sfugge una stecca è un cane, pachiderma è Giuliano Ferrara, il caimano, ora molto ridotto di stazza, ha dominato la politica italiana per molti anni, al tempo fascista il feroce leone era glorificato anche se si mangiava l'innocua e un po' vigliacca pecora, galletto è il modesto playboy di provincia, chi ci contraddice ha un cervello di gallina, chi si agita un po' è matto come un cavallo, c'è chi è brutto come una scimmia, la guardia del corpo è definita un gorilla in senso dispregiativo, la gazza è ladra nel suo DNA, il lupo, ora in fase di riabilitazione, è stato sempre il terrore dei bambini e lo è ancora un po' per i nostri montanari e le loro timide pecore che non sanno difendersi da sole, volpi sono i furbacchioni che scivolano intorno ai nostri risparmi, in agguato su noi polli, corvi gli spioni all'interno dei tribunali e delle procure, coniglio è chi si rassegna al sopruso, avvoltoi sono i profittatori di ristrettezze finanziarie altrui, gufi i critici della disciplina di partito. Tralascio il passero e sua moglie.

Ogni popolo, ogni civiltà hanno le loro tradizioni, i loro tabù e anche i loro pregiudizi. E' doveroso rispettarli.

Giacomo Morandi - Rivergaro (PC)

 

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico




 

 

Piazza Scala - gennaio 2015