Abbiamo ritrovato
una vecchia poesia di Giorgio Cozzi pubblicata a fine 2006 (!?) sul cessato sito
Anpecomit Milano (quello gestito da Domenico Pizzi) che narra la storia del
Fondocomit. Rileggendola ci siamo chiesti se non fosse stata scritta nei giorni
scorsi tanto i passaggi sono tristemente attuali: la riproponiamo senza alcuno
spirito polemico ma come spunto di meditazione. - un pò di buon senso (sarebbe meglio dire sale in zucca) - la tolleranza reciproca
Solo in questo modo potremmo
sperare che questo spinoso argomento non venga più rispolverato nelle prossime
News del Natale 2015: il prossimo anno deve essere quello decisivo altrimenti è
opportuno non citare più un non meglio strombazzato "spirito Comit" che unisce
tutti i colleghi ma che sparisce davanti ai soldi.
Or che arrivano le feste, nonno tom è sempre triste: e a me Chicco, suo nipotino, non arriverà il trenino; nonno tom aspetta e spera: non gli arriva una…lira. Non capisce la furbata, non è idiota, vuol saper dall’a all’izeta, ma il Fondo non si spiega, non si piega, dice solo: non si paga! Per chiarire la questione chiama cerry dell’unione.
Tom e cerry, che vuoi farci, battagliavan fin dal “merci”, però - come nei cartoni - cerry vince le tenzoni: così a lui tocca il gruviera, mentre tom si fa.. una pera. “Hai una colpa molto grave: sei ragazzo del novantanove, poi hai scritto a scimìa e… anpec-cato con masìa, se non ti ravvedi in fretta, resterai a bocca asciutta. Però, senti questa dritta: chiedi scusa a banca intesa; fai magari un ichino, se ripari all’offesa, forse arriva qualche cosa. Poi la investi in intesa e la tua vita diventa …rosa”.
Nonno tom, da buon toscano, è piuttosto peperino, quando gliela danno a bere, lui si sente pizzicare: “Voglio tutto in immediato il capitale che mi han segato, lo capisce anche un somaro che mi spetta per intero, non mi fate degli impiastri, non son mica soldi vostri! Son risparmi della mia vita! Io piuttosto resto a dieta, anche magra, e semmai rinuncio al viagra (tanto ormai la nonna è pigra) Poi a me non mi va giù che i miei conti li fa orrù!. Ora piglio e vo’ al Fondo, a scoprire quell’imbroglio”. Non andarci che è meglio, dentro lì hanno il bavaglio!
Omelia : Sta sul trono in cima al Fondo il presidente rubicondo, più pulito di mastro lindo, il suo motto è “Non rispondo! Lui non firma quando scrive, beve solo alle fonti istitutive. Egli è saggio, lo vorrebbe il riconteggio, ma però non si può fare… rotto è il pallottoliere! E le sigle, poverine, non le san le tabelline Poi cos’è questa pretesa, la gran torta è già divisa! Se poi frigge, può provare con la legge, quella sì che ti protegge con quei giudici del foro, la giustizia c’è …davvero! Oppur vada alla covippe… là non sono delle pippe!
Nonno tom sù col morale, non si vive di capitale, importante è voler bene, non pensare a quelle grane; sù dimentica lo smacco, gioca ancora col tuo Chicco. Per Natale manda ancora i risparmi ai tuoi poveri ed infermi. Al buon cerry chiedi ”sorry” e all’illustre presidente con i consiglieri in coro, manda un dolce o un pandoro, che sia Motta o Alemagna, un qualcosa che… se magna. Poi, se vuoto è il borsellino, non comprare il mio trenino.
Buon Natale! Gioz
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Piazza Scala - dicembre 2014