Donne per la Pace - da Edda Cucè
Trascriviamo il contenuto integrale di una mail di Edda Cucè:
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Ciao a tutti, sul sito www.noppaw.org c''è da leggere un appello, che sta facendo il giro del mondo. Propone le donne africane per il Nobel per la Pace 2011. Già la lettura è un invito alla riflessione. C'è poi, se si vuole, da firmare l'appello e da diffonderlo.
Questa è una catena che non intasa inutilmente il web!
A voi!
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Tenuto conto dell'argomento, Piazza Scala invita i propri lettori che lo
riterranno opportuno a:
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firmare l'appello sul sito www.noppaw.org (per farlo cliccare su "firma l'appello" in alto a destra)
-
diffonderlo ai nominativi della propria rubrica di posta elettronica
Per brevità proponiamo quanto riportato sul sito
www.noppaw.org nello spazio sottostante.
Grazie a tutti quanti decideranno di aderire!
Piazza Scala - dicembre 2010
Appello Premio Nobel per la Pace
2011 alla Donna Africana
L’Africa cammina con i piedi delle donne.
Abituate da sempre a fare i conti con la quotidianità della vita e con la
sfida della sopravvivenza, ogni giorno centinaia di migliaia di donne
africane percorrono le strade del continente alla ricerca di una pace
durevole e di una vita dignitosa. Gran parte di loro fanno fino a 10-20
chilometri per portare l’acqua alla famiglia. Poi vanno, sempre a piedi, al
mercato, dove, per tutta la giornata vendono quel po’ che hanno, per portare
la sera a casa il necessario per nutrire i propri figli. Riproducendo così
ogni giorno il miracolo della sopravvivenza. Pullulano di donne i mercati
delle città africane. In un arcobaleno di colori, dove insieme con i beni di
scambio, si incontra la gioia di vivere e il calore della convivialità.
Spesso sulle loro spalle i figli che ancora non camminano. Oppure attorno ad
esse la corsa e il rumore dei bambini, la cui cura è completamente affidata
a loro. A volte, anche se non sono loro figli. Perché nell’Africa delle
guerre e delle malattie, le donne sanno accogliere, nella propria famiglia,
i piccoli rimasti orfani.
Sono in maggioranza le donne a lavorare i campi in una terra che quasi mai
appartiene a loro, solo perché donne. Ad esse che controllano il 70% della
produzione agricola, che producono l”80% dei beni di consumo e assicurano il
90% della loro commercializzazione, è quasi sempre impedito di possedere un
pezzo di terra. Sono decine di migliaia le piccole imprese che le donne
africane hanno organizzato attraverso il microcredito, in tutti i settori
dell’economia: dall’agricoltura, al commercio, alla piccola industria. Sono
migliaia, forse decine di migliaia, le organizzazioni di donne impegnate
nella politica, nelle problematiche sociali, nella salute, nella costruzione
della pace. E sono le donne quelle che con più coerenza, assicurano,
nell’Africa troppo spesso segnata dal malgoverno e dalla corruzione, la
speranza del cambiamento e della democrazia. Sono le donne africane che, in
condizioni quasi impossibili a causa del maschilismo, della poligamia, del
disinteresse o dell’assenza degli uomini, continuano a difendere e a nutrire
la vita dei loro figli; a lottare contro le mutilazioni genitali, a curare i
più deboli e indifesi.
Sono le donne africane che, di fronte alle prevaricazioni del potere, sanno
alzarsi in piedi per difendere i diritti calpestati. Dentro al dramma della
guerra soffrono le pene dei padri, dei fratelli, dei mariti e dei figli
votati al massacro. Si strappare bambine e bambini costretti a fare i
soldati e ad ammazzare. Per loro poi, per i loro corpi e le loro persone, se
vengono risparmiate dalla morte, spesso è pronta la peggiore delle violenze,
che salva forse la vita, ma colpisce per sempre l’anima.
Le donne sono la spina dorsale che sorregge l’Africa. In tutti i settori
della vita: dalla cura della casa e dell’infanzia, all’economia, alla
politica, all’arte, alla cultura, all’impegno ambientale. Per questo, in
Africa, non è pensabile alcun futuro umano, senza la loro partecipazione
attiva e responsabile. Senza l’oggi delle donne non ci sarebbe nessun domani
per l’Africa. Certo è indiscutibile il progresso che le donne africane hanno
compiuto nella vita politica, economica e culturale a tutti i livelli. Ma
ciò non rappresenta che una goccia nell’oceano nella valorizzazione delle
loro capacità e del loro impegno.
Per questo vogliamo lanciare una campagna internazionale. Perché sia
formalmente e ufficialmente riconosciuto questo loro ruolo, troppo spesso
dimenticato. In questo nostro mondo, segnato da una crisi che non è solo
economica, ma anche umana, le donne africane, con il loro umile
protagonismo, possono indicare un percorso nuovo per ricostruire su basi più
giuste e più umane la convivenza. Possono divenire un investimento per il
presente e il futuro non solo dell’Africa ma del mondo intero. Sia la
comunità internazionale a trovare le giuste forme, anche attraverso
l’attribuzione alla Donna Africana del Premio Nobel per la pace nell’anno
2011, per far conoscere, valorizzare e proporre come esempio il suo impegno
tanto importante per la crescita umana dell’Africa e del mondo.
dal sito
www.noppaw.org
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Piazza Scala - dicembre 2010