Io non sono d’accordo quando si criticano gli strumenti della giustizia, i codici  di procedura civile e penale, la magistratura in generale insomma e sono assolutamente convinto (anche se a questo mondo è tutto perfettibile) che più che in relazione al malfunzionamento di detti strumenti si dovrebbe imputare qualche colpa a chi, di essi, se ne dovrebbe servire in maniera  efficace, veloce e soprattutto onesta, evitando di rimandare sine die ogni procedimento giudiziario.

Oggi infatti la giustizia ha passi temporali più vicini al… decennio piuttosto che alla cosiddetta …congrua tempistica che, paradossalmente,  si trasforma con velocità supersonica, alla speedy-gonzales, quando ne ha interesse specifico di categoria  oppure di ordine politico quando i suoi esponenti sono dentro al parlamento, ma quasi mai si mostra rispettosa e sensibile ai problemi di tempo che investono il sociale.  Il caso Fondocomit che si trascina ormai da un decennio ne è una prova provata. Questo lo hanno capito tutti, anche gli stessi politici, i quali, essendo consapevoli di queste cose, sembrano aver cambiato gli strumenti. Come? Passando dall’inutile e sterile  contrapposizione dialettica ad una sorta di giustizia di tipo… trascendentale: alcuni giorni fa un serio politico si è rivolto così al suo detrattore   “ esiste Dio e con te non sarà certamente clemente…”.

 

Una affermazione della specie, guarda caso, l’avevo fatta pure io qualche giorno fa in direzione di chi, a mio avviso volutamente, da circa un decennio  sta allungando i tempi della liquidazione del Fondocomit. 

Come dire che, se la giustizia non funziona in tempi accettabili,  ci si  può sempre fidare sul fatto che il Padreterno castighi la disonestà, usando poca clemenza… come cantava anche Ornella Vanoni “…proviamo anche con Dio, non si sa mai…”

 

Ma se tutto  ciò succede per la classe politica che oggi sta ubriacando l’opinione pubblica mettendo tutto in un gran  “calderone” nel quale non si capisce più quali siano gli ingredienti, la  gente comune adopera un altro metro:  in assenza di politica,  essa si rivolge  alla  giustizia  che – giocoforza – diventa un sostituto del parlamento e delle altre istituzioni politiche. Per dirla in parole tecniche, sussistendo “vacatio politica”  subentra, in sostituzione,  il bisogno da parte dei cittadini di far valere i loro diritti ad istituzione diversa, appunto la magistratura, nella consapevolezza anche della tempistica e delle sentenze che vanno a giudizio anche dopo la morte dei ricorrenti. Come sta succedendo per la liquidazione del Fondocomit !.

 

In sintesi, e chiudo, c’è chi non potendo colloquiare con la politica si rivolge a… Dio perché punisca i responsabili della malapolitica: ci sono poi i cittadini che, meno inclini alla fede, pensano che l’ultima spiaggia siano i Tribunali seppur nella consapevolezza di fondocomitizzare la tempistica fino al coma e morte per tanti nostri poveri colleghi.

 

N.I. (gennaio 2014)

 

 

 

 

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Piazza Scala - gennaio 2014