I presepi storici del Museo Diocesano di Bressanone

Nel primo decennio del secolo scorso si pensò di allestire una mostra permanente di presepi nel Museo Diocesano di Bressanone, inaugurato nel 1901 e trasferito, nel 1908, nella Casa dei Canonici del Duomo per sopperire a problemi di spazio.
Nel 1914  Adrian Egger indirizzò una domanda al comune di Bressanone volta ad ottenere, per il museo, un locale e un prestito quinquennale di 2000 corone, esente da interessi. Era, infatti, sua intenzione esporre in un'apposita sala il presepe dei fratelli Probst con le sue oltre 5000 statuine, messo a disposizione del museo di recente fondazione. Le vicissitudini della guerra non permisero un'immediata collocazione del presepe, resa possibile solamente nel 1927. L'idea della mostra permanente fu infine realizzata nel 1930.

È senz'altro merito di Karl Wolfsgruber, direttore del museo dal 1951 al 1997, di aver ampliato la collezione di presepi e di averla messa a disposizione di un pubblico più vasto. Nel dicembre del 1976, la collezione di presepi fu aperta al pubblico nel Palazzo Vescovile di Bressanone, dove è attualmente collocata.
Collocati in un museo della diocesi, i presepi assolvono principalmente alla funzione di annunciare il Vangelo. Tuttavia, la Storia della Redenzione non viene raccontata in forma astratta, ma nel modo in cui essa è percepita dalla popolazione tirolese per l'arte dei presepi.
La collezione è interamente incentrata sulla sensibilità artistica di von Lodron, il principe vescovo che commissionò i presepi realizzati da Nissl e dai fratelli Probst in grandi cicli che seguono l'anno liturgico.
Nello specchio d'acqua che circonda il palazzo vescovile vive una coppia di splendidi cigni reali (animali notoriamente monogami) che si avvicinano ai visitatori per chiedere loro cibo (pane, lattuga, mais) e che costituiscono un'ulteriore irresistibile attrazione per i più giovani (cliccate sull'immagine per ingrandirla).
In questa pagina presento le immagini, accompagnate dalle  brevi descrizioni dei manufatti.

Alfredo Izeta (il testo è tratto in buona parte da un opuscolo in vendita presso la cassa del museo) - dicembre 2010

 

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Il presepe napoletano di Giuseppe Sammartino

Questo piccolo presepe, composto da sole 6 statuine, è senz'altro ciò che rimane di un presepe molto più ampio. Alla misera stalla, in cui trova rifugio la Sacra Famiglia, si avvicinano un bottaio e tre donne che lavorano al mercato. Le figure sono tutte in terracotta. I vestiti di stoffa lasciano scoperto soltanto l'incarnato. Nella rappresentazione delle sue figure, l'artista napoletano Giuseppe Sammartino (1720-1792) si rifà ad una corrente più vicina al realismo. Il presepe proviene dalla collezione di Werner Engelhardt di Monaco di Baviera.

 

 

ll presepe panoramico di Ferdinand Plattner

Il presepe panoramico di Plattner è un bellissimo esempio di presepe orientale, il cui utilizzo nelle chiese, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, fu favorito dalle associazioni tirolesi dei presepi al pari di quelli tirolesi. Secondo P. Magnus Berger, il presepe orientale vuole rappresentare il più fedelmente possibile gli eventi di Natale cosi come essi si sono susseguiti nella storia. Esso persegue dunque l'obiettivo di rappresentare il Natale come realmente fu. Le figure del presepe furono eseguite dallo scultore Ferdinand Plattner intorno al 1924, lo sfondo invece è da attribuire a Orazio Gaigher, mentre gli edifici furono opera della scuola dei presepi di Sarnes dove Plattner era sacerdote. In primo piano, a destra, vengono raffigurati Giuseppe e Maria in cerca di un alloggio; al centro del presepe è ambientata l'Adorazione dei Pastori, mentre in secondo piano, a destra, si trova l'Annuncio ai Pastori fra i quali si riconoscono anche dei tirolesi. Fu lo stesso artefice delle figure a offrire la sua opera in regalo al Museo Diocesano. Fu senz'altro suo il merito di aver lanciato l'idea della mostra permanente di presepi allestita nel Museo Diocesano di Bressanone.

 

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Piazza Scala - dicembre 2010